DOOM: THE EMPEROR RETURNS
Mini di tre numeri pubblicata dal gennaio al marzo 2002

CAPITOLO 1:


IL RITORNO DELL'IMPERATORE-PARTE 1 (THE EMPEROR RETURNS: 1)
Chuck Dixon (storia)-Leonardo Manco (matite e chine)-Mariana Manco (colori)-Bobbie Chase/Tom Brevoort (supervisione)

Rinasciverso: Tutto il mondo si è ribellato contro Destino, un'altra volta. Per quanto lui abbia cercato di portare avanti il suo personale concetto di pace su questo pianeta, ha trovato sempre dei rivoltosi sulla sua strada. Stavolta sono i soldati del suo stesso esercito che si ribellano al suo dominio e, al grido di "Destino deve morire", attaccano con un immenso dispiegamento di armi il suo palazzo. Da qui Victor Von Doom, Lancer ed i pochi uomini rimastigli fedeli valutano la situazione. Destino non ha dei rimpianti, ha solo esplorato delle possibilità: ha imposto la sua volontà su questo pianeta ed ora viene disprezzato per questo. Ma questo non è il suo mondo, è un costrutto partorito dalla mente di un bambino, Franklin Richards, figlio del suo più grande nemico. Che amara ironia. Pensava di ricreare questo mondo a sua immagine e somiglianza, ma menti inferiori glielo hanno impedito. Oltre ai suoi uomini ci sono le forze del Maggia e gli Iron Men e molti sono stati allenati da lui. E così dimostrano la loro gratitudine: decisamente irritante.
Ben presto i livelli di energia del palazzo iniziano a decadere e si riducono alla metà, un altro assalto potrebbe rivelarsi fatale. Ma Destino ha già in mente un piano per aumentare la potenza e si collega con uno dei suoi uomini, il quale però gli riferisce di essersi imbattuto in alcune complicazioni che non è in grado di descrivere. Von Doom decide di andare a controllare di persona ed affida a Lancer la difesa della sua cittadella. Destino scende in profondità ed incontra il suo suddito, il quale afferma che la perforazione del terreno è proceduta senza intoppi fino a cento miglia dal nucleo del pianeta e lì si è bloccata, rendendo impossibile lo sfruttamento della sua energia geotermale. Dunque non si potranno imbrigliare le radiazioni del nucleo del pianeta e questo per via di un'anomalia, di una scoperta inattesa. La quale è in questo momento sotto gli occhi di Destino: l'intero nucleo interno del Rinasciverso è rivestito di un costrutto artificiale, che non permette di andare oltre.
Nel frattempo i Dreadnought dello SHIELD hanno abbattuto le difese esterne del palazzo di Destino, la loro superiorità aerea è totale. Poco dopo penetrano anche nei campi di forza interni, sintonizzandosi sulle frequenze della cittadella, ed il vero devastante attacco ha inizio. Lancer invoca l'aiuto di Von Doom, ma costui non può risponderle.
Il monarca infatti sta esaminando l'anomalia appena individuata, che ha fugato alcuni suoi sospetti: il Rinasciverso è artificiale in ogni suo aspetto ed il suo cervello risiede qui nel nucleo. Un'incredibile mente elettronica, che persino Von Doom non esita a definire meravigliosa e che controlla ogni aspetto di questo pianeta. Un motore di realtà, eppure un cervello senza padrone col compito di mantenere in vita l'illusione di questo mondo. Senza padrone almeno fino ad oggi. Utilizzando gli strumenti della sua armatura Destino prova ad entrare in contatto con l'intelligenza artificiale, ma questa attiva le sue difese naturali e fa percorrere una scarica elettica lungo il corpo di Von Doom che, dopo una strenua resistenza, sviene.
I ribelli intanto hanno abbattuto tutte le difese della cittadella ed i pochi soldati fedeli a Destino sono costretti a ritirarsi. Lancer, armata fino ai denti, si prepara ad affrontare i nemici, la cui prima linea è composta dai temibili Iron Men.
Contemporaneamente Destino riprende i sensi e scopre di essere finito in una sorta di regno virtuale, artificiale come tutto il resto. Ed a guidare questo posto vi è un costrutto olografico di Franklin Richards, che deride il monarca, poi lo esorta ad andarsene subito via dal suo mondo. E per rafforzare questo suo intento fa afferrare Von Doom da un immenso Celestiale, pronto ad ingoiare il sovrano di Latveria. Destino invita 'Franklin' a ripensarci: se ora distrugge lui, l'intero mondo andrà perduto.
Le forze ribelli intanto avanzano senza problemi, uccidendo chiunque si pari loro contro, e sono ormai in vista del castello di Destino. Improvvisamente però Lancer, a bordo di un mezzo volante, getta lo scompiglio tra gli Iron Men con dei potenti raggi energetici. Il suo coraggio rianima le forze fedeli a Von Doom, che provano a riorganizzarsi. Tuttavia poco dopo un tentacolo meccanico colpisce la donna al volto e la fa precipitare bruscamente al suolo. Lì, incapace di muoversi, Lancer affronta la brutalità del generale Otto Octavius e della sua armatura con sei arti artificiali.
Nel frattempo Destino spiega a Franklin che il mondo che ha creato è preda del caos più totale e sta per precipitare nella più totale distruzione, ma lui può salvarlo. Per avere l'attenzione completa del costrutto, Von Doom gli sottrae la palla da calcio con cui sta giocando: lui ha provato a portare pace ed ordine su questo pianeta, che si è però rivelato un posto crudele e senz'anima, poichè la sua creazione è stata frettolosa e mal concepita. L'opera di un bambino che, seppur in possesso di poteri semidivini, rimane un essere immaturo. Destino può completare questa visione, rendere questo mondo un posto felice, un paradiso terrestre, però Franklin deve cedergli il controllo totale: poi gli ridarà la sua palla. Il costrutto non è ancora convinto: sa che Von Doom è un uomo cattivo. Il monarca gli chiede allora se abbia mai fatto qualcosa di sbagliato, per cui doveva farsi perdonare a qualsiasi costo: la faccia segnata dalle cicatrici di Destino rappresenta la punizione per i suoi peccati, per i quali cerca ora redenzione. E ciò passa anche attraverso la ricreazione di questo mondo. Franklin chiede se ci saranno dei pony e, dopo la risposta positiva di Von Doom, gli cede il controllo: non è poi così cattivo come lo dipingevano i suoi genitori.
Intanto gli Iron Men e Otto Octavius stanno festeggiando la conquista del palazzo di Destino, ora devono solo trovare il monarca. Improvvisamente però una sorta di sfera di energia dal colore verde li avvolge e li cancella dall'esistenza.
Pochi secondi dopo Destino ed il costrutto di Franklin riemergono in superficie, per ammirare i frutti del lavoro del sovrano di Latveria. Di fronte alla vista del nuovo Pianeta Destino, con un castello posto in cima ad un picco montuoso ed alcuni villaggi di sotto, Von Doom rimane estasiato: questo è il mondo che avrebbe sempre dovuto esistere. Un mondo sotto la guida di Victor Von Doom: la perfezione.

CAPITOLO 2:


IL RITORNO DELL'IMPERATORE-PARTE 2 (THE EMPEROR RETURNS: 2)
Chuck Dixon (storia)-Leonardo Manco (matite e chine)-Mariana Manco (colori)-Bobbie Chase/Tom Brevoort (supervisione)

Un flusso immenso di dati invade la mente di Victor Von Doom, rappresenta la conoscenza di un intero mondo. Per il monarca il dolore che prova è squisito: il costrutto digitale di Franklin Richards gli ha permesso di rimodellare la realtà di Pianeta Destino ed ha riempito la sua mente a livello conscio e subconscio attraverso gli interfaccia dell'armatura. Solo una persona con l'intelletto di Destino poteva sostenere un simile assalto. Il processo termina e Von Doom osserva il mondo da lui ricreato, non potendo fare a meno di rimanere affascinato: davanti a lui c'è Latveria, non come era, ma come sempre avrebbe voluto che fosse. Una sorta di piccolo paradiso, col suo castello a svettare in alto su un picco montuoso. E' un bene che i condotti lacriminali di Destino siano stati cauterizzati anni fa: non è da lui piangere, anche se sentimenti contrastanti ora lo colgono.
In quel momento appare Lancer, vestita come un fedele scudiero con tanto di spada, e richiama la sua attenzione, dicendogli che i sudditi hanno bisogno di lui e si preoccupano quando si assenta per troppo tempo. Destino la rassicura: ora che ha terminato alcuni suoi compiti altrove, può dedicarsi totalmente al benessere dei suoi concittadini. Prima che Destino possa andarsene però il costrutto di Franklin gli ricorda la sua promessa: Von Doom dice di non essersene dimenticato ed infatti poco dopo su una collina verdeggiante compaiono dei pony. Un Franklin pieno di gioia corre verso di loro e, quando li raggiunge, Destino li incenerisce con una potente raffica energetica emessa dalla sua armatura: ha mantenuto la sua promessa dopotutto. Di 'Franklin' rimane ora solo un cappello da cowboy bruciacchiato. Destino dunque si volta e si incammina con Lancer verso la sua città: è bello tornare a casa infine dopo aver attraversato tante traversie. Come entra in un villaggio la gente lo acclama a gran voce, istigati in tal senso anche da una guardia che, dietro la minaccia di una mazza ferrata, esorta tutti i cittadini a mostrare più entusiasmo e felicità.
Von Doom entra nel suo castello e chiede a Lancer un resoconto della situazione mondiale: tutto procede senza problemi, la legge di Destino è forte anche quando il sovrano non si trova in Latveria; lungo tutto il pianeta domina la pace, il mondo è un posto armonioso e felice grazie alla guida dei Libri della Legge scritti da Von Doom, di cui esiste una copia in ogni casa esistente al mondo; il sovrano non ha nemici, una cosa del genere è impensabile. Tutto è un paradiso. C'è infine una persona che attendeva con ansia il ritorno di Destino. Von Doom si volta e nota sua madre. Il suo viso si riempie di gioia: pur con tutto il potere che era in suo possesso non osava sperare di poterla ricreare. Prova a richiamare l'attenzione della donna, ma lei rimane immobile con lo sguardo perso nel nulla: è come se la sua anima fosse assente e Destino sa dove si trova, nell'Inferno.
Poco dopo il sovrano è a colloquio con gli scienziati al suo servizio, i quali gli riferiscono che non ci sono stati progressi significativi nell'esperimento a loro assegnato, pur avendo seguito tutte le procedure indicate da Von Doom. Destino si fa prendere dall'ira ed allora uno scienziato gli si avvicina, dicendogli che forse la procedura è da rivedere. Il nome di questo scienziato è Reed Richards. Von Doom stringe subito le sue mani attorno alla gola di Richards: è ancora qui, arrogante e insolente come sempre. E' colpa sua se l'esperimento non ha successo, non vuole che la madre di Destino torni in piena salute. Anche qui, in questo apparente paradiso, Reed Richards ostacola i desideri di Von Doom. Il sovrano abbandona la presa sullo scienziato ormai morto, a cui chiede di portare un messaggio a sua madre all'inferno: che la sottrarrà a quelle anime dannate, a qualsiasi costo.
La scienza non è venuta incontro alle aspettative di Destino, deve dunque ricorrere ad altri mezzi, alla magia. Perchè Victor Von Doom non è sovrano solo del piano fisico, la sua linea ereditaria si estende fin dall'impero romano ed è sempre stata circondata dal mistero e dalla magia nera. Dunque Destino si piazza in mezzo ad un pentagramma iscritto nel pavimento ed inizia a recitare incantesimi in una lingua dimenticata, per raggiungere l'anima di sua madre fin nelle profondità dell'Inferno. Il suo desiderio sembra realizzarsi quando, dal tomo che sta tenendo tra le mani, fuoriesce una figura rosso fiamma che lo chiama per nome. Victor tenta di afferrarne la mano, ma improvvisamente al posto della figura di fiamme appare un demone, che lo tiene bloccato per un braccio. Sua madre chiede la sua presenza, dunque perchè non portare Destino accanto a lei? Tutto questo è molto divertente, è quasi un peccato dover sottrarre Von Doom a questa vuota fantasia da lui stesso creata, un tormento che nemmeno i demoni avrebbero saputo concepire. Destino tuttavia reagisce e, dopo essersi liberato a fatica dalla presa della creatura infernale, recita un incantesimo per rimandarla nel suo oscuro mondo di provenienza. Poi c'è solo il silenzio e la disperazione di un sovrano.
Poco dopo Von Doom osserva il suo regno da un balcone del castello: tutto è come dovrebbe essere, secondo i suoi desideri. Fin da piccoli i cittadini imparano a conoscere ed amare le parole e le azioni di Destino; la più piccola negligenza o disobbedienza viene punita con la forza; miliardi di persone esistono solo per servire Destino e far prosperare il suo mondo. Però il demone non ha mentito, questa è solo una vuota fantasia, una fragile illusione. Lancer nota la preoccupazione del suo sovrano e gliene chiede la ragione. Victor le dice che non riconosce più questo posto: anche lei, pur leale e temuta, è solo un'ombra della Lancer che conosceva e adesso è inutile come una qualsiasi schiava. Tuttavia l'esperimento di Pianeta Destino non è tutto da buttare, ha dato a Von Doom un assaggio, pur amaro, di come sarebbero potute andare le cose. Ora però deve tornare al suo vero mondo, situato dall'altra parte di questo sistema solare: lì lavorerà per realizzare i suoi obiettivi desiderati piuttosto che desiderare che questi vengano all'esistenza. Von Doom dunque si posiziona su una piattaforma di teletrasporto, che lo riporterà sulla vera Terra. Destino la attiva, ma non accade nulla, eppure tutto è perfettamente funzionante, il problema deve essersi verificato all'altro capo del teletrasporto. Quale calamità ha colpito la sua amata patria?
Latveria, Terra: Due tecnici rilevano l'arrivo di un terremoto del grado nove della Scala Richter, che rischia di destabilizzare la struttura. Dietro di loro improvvisamente compare un robot di Destino, che li invita a calmarsi: il castello resisterà. Tuttavia i violenti tremori fanno cadere a terra il doombot, che esplode. Pochi secondi dopo buona parte del castello di Latveria crolla sotto la spinta delle potenti onde sismiche.
Latveria, Controterra: A Von Doom è rimasta un'unica risorsa, un sentiero pieno di pericoli e di forze che potrebbero ritardare il suo ritorno sulla Terra. E lui non tollera i ritardi. Deve attraversare la Zona Negativa. Apre dunque un portale, che conduce al Baxter Building della Terra, il covo dei suoi più grandi nemici. Lancer vorrebbe accompagnare il suo sovrano, ma lui glielo nega: rimarrà qui in questo insulso monumento alla vanità di Destino, ripristinato nella sua vera natura una volta che il tiranno si sarà allontanato, cosa che accadrà lungo tutto il mondo. Forse i destini dei due si incroceranno ancora, forse no. Per il momento Victor sale su una astronave ed oltrepassa il portale, diretto verso la sua terra natale con la speranza di sottrarre sua madre ai fuochi della perdizione. Così il mezzo guidato da Destino sfreccia lungo questa strana ed insolita realtà, ma viene immediatamente avvistato da Hellscout e Gornkai.

CAPITOLO 3:


IL RITORNO DELL'IMPERATORE-PARTE 3 (THE EMPEROR RETURNS: 3)
Chuck Dixon (storia)-Leonardo Manco (matite)-Klaus Janson/John Stanisci (chine)-Mariana Manco (colori)-Bobbie Chase/Tom Brevoort (supervisione)

Destino viene immediatamente attaccato da una strana creatura composta di energia, con tentacoli che si estendono per chilometri, e che intende consumare la sua nave e tutto ciò che essa trasporta. Un tentacolo afferra Victor, avvolgendosi attorno al suo petto, mentre il sovrano getta lontano la capsula d'ibernazione contenente il corpo di sua madre, perchè sfugga alla furia della creatura. Von Doom poi, grazie ai sistemi di armamento presenti nella sua armatura, passa al contrattacco, ma alla fine viene inghiottito dal mostro e scompare alla vista. Da un posto sicuro Gornkai e Hellscout hanno assistito a tutta la scena: certi della fine di Destino passano ad esaminare la capsula di ibernazione. Al suo interno vi è una forma di vita, un essere umano posto in animazione sospesa. I due decidono allora di inseguire e ritrovare la capsula, per assicurarsi che l'umano al suo interno non rappresenti una minaccia per la loro colonia. Così salgono a bordo della loro nave e si allontanano dalla zona. Poco dopo, dalla coda della mostruosa creatura, con un'esplosione fuoriesce Von Doom. E mentre l'essere inumano si contorce tra letali spasmi di dolore che lo porteranno alla morte, il sovrano riparte alla ricerca di sua madre.
La sua capsula è stata nel frattempo ritrovata da Hellscout, che l'ha portata presso la sua colonia, Pilgrim Rock (V. Fantastici Quattro 206/209). Nella donna che si trova al suo interno Kenneth Tennyson vede un'anima in pena, ma fratello Tyndale è di diverso avviso. Questa donna non vive come vivono loro, c'è qualcosa di innaturale in lei, una sorta di sinistro incantesimo che la preserva e non la fa invecchiare. In quel momento nella stanza entra il padre di Hellscout, il quale avverte nella donna un vuoto, la mancanza di un'anima. Improvvisamente una voce avverte tutti che la colonia è sotto attacco: Destino ha seguito la traccia energetica della capsula di stasi fino a Pilgrim Rock ed ora, per riavere ciò che ha di più caro, semina distruzione e macerie. Alla fine entra nell'abitazione dove si trova la capsula e vi si mette davanti in segno di protezione. Hellscout gli punta contro la sua spada, ma Von Doom la spezza con un braccio della sua armatura, poi con dei raggi energetici allontana da sé Kenneth Tennyson. Dunque si volta verso la capsula, il volto che fissa lo sguardo inespressivo di sua madre: fortunatamente il campo di stasi non è stato violato, i sigilli sono ancora intatti.
Victor si volta verso gli abitanti di Pilgrim Rock ed ordina loro di non avvicinarsi alla capsula: la donna che si trova al suo interno è sua madre ed è in questa tragica situazione per colpa sua. Ora sta cercando di riportarla a casa, sulla Terra, ma la sua nave è stata distrutta. Perciò chiede aiuto ai pellegrini: è stato esiliato in questa maledetta dimensione contro la sua volontà e, ad alimentare il suo tormento, è stato privato dell'affetto e dell'anima di sua madre. Vuole solo riunire il suo corpo col suo spirito, di certo uomini religiosi e pii come gli abitanti di Pilgrim Rock avranno comprensione per lui. Hellscout, che ha creduto alla appassionata storia di Destino, annuisce ed ordina a Gornkai di preparare la loro nave. In quel momento il padre di Kenneth si avvicina a Destino, dicendogli che ha raccontato unicamente delle bugie: la sua seconda vista gli ha fatto scorgere Satana nel cuore del sovrano. Von Doom lo afferra per un braccio ed inietta nel suo corpo delle tossine, che fanno immediatamente svenire l'uomo. Nessuno ha fatto caso alla scena e, quando Hellscout accorre per soccorrere suo padre, Victor gli dice che l'anziano si è sentito improvvisamente male mentre gli augurava buon viaggio. Kenneth Tennyson porta il suo genitore nei suoi alloggi, perchè possa riposare e riprendersi, poi ordina ai pellegrini di portare la capsula contenente la madre di Von Doom dentro la sua astronave.
Mentre vengono completati gli ultimi preparativi, alle spalle di Destino ricompare il costrutto digitale di Franklin Richards, travestito da diavoletto. Von Doom credeva di averlo annientato, ma in realtà aveva distrutto solo una parte di lui. 'Franklin' è invece rimasto annidato nei sistemi dell'armatura di Victor, che lo ha assorbito insieme al resto del database di Pianeta Destino, ed ha capito quanto sia malvagio il tiranno. Così Franklin assume le fattezze di un vero demone, ma Destino gli spara subito contro una potente raffica energetica, che però non intacca minimamente l'avatar. Hellscout arriva in quel momento e rimane sconvolto dalla scena. Destino gli dice di non farsi ingannare dall'aspetto apparentemente innocente, quel bambino in realtà è un demone suo nemico che non gli permette di tornare a casa. Franklin mette in guardia Kenneth Tennyson: Von Doom in realtà vuole rubare la sua nave ed ucciderlo. Victor esorta il pellegrino a non prestare ascolto a queste parole, ma Hellscout la pensa diversamente ed ordina a Gornkai di portare via la nave. Destino reagisce subito: con una raffica ferisce l'amico di Hellscout alla spalla, poi Kenneth Tennyson estrae la sua pistola e prova a controbattere. Ma i suoi colpi rimbalzano inesorabilmente contro un campo di forza attivato dal tiranno. 'Franklin' tuttavia, che è all'interno dei sistemi dell'armatura, disattiva la protezione e così Hellscout riesce a centrare Von Doom al petto. Destino però si rialza subito e con un paio di raffiche mette fuori gioco il protettore di Pilgrim Rock.
Il sovrano di Latveria si precipita all'esterno e convince facilmente un paio di pellegrini a portare la capsula contenente il corpo di sua madre dentro la nave di Hellscout. Pochi secondi dopo dunque Destino inserisce le coordinate per il portale dimensionale d'uscita e parte, sotto lo sguardo impotente di Kenneth Tennyson, ma il costrutto digitale di Franklin Richards non è ancora intenzionato ad arrendersi. Consapevole di avere un virus dentro la sua armatura che non intende portare con sè sulla Terra, Von Doom inizia a cancellarlo dal suo sistema: solo che i files in questione sono un'enormità e così 'Franklin' sotto forma di un gigantesco robot tenta un'ultima sortita. Blocca dunque la nave di Destino e ne estrae la capsula di stasi: Victor prova a reagire, ma viene messo facilmente fuori gioco, inoltre anche il corpo di sua madre è solo un programma, cancellando tutte le informazioni di Pianeta Destino annienterà anche lei. Franklin distrugge la nave e si allontana, portando con sé quanto Victor ha di più caro al mondo: mentre precipita verso il portale per la Terra, tutti i file addizionali cancellati, Destino pensa solo a quanto gli è stato appena sottratto.
Sua madre... persa nuovamente. Quel bambino ha cercato di ingannarlo, anzi, lui ha cercato di ingannare sè stesso: quella che riteneva sua madre era in realtà solo un costrutto elettronico, un prodotto di Pianeta Destino, può rinunciarvi senza rimpianti. Per settimane, forse mesi, Victor Von Doom vaga nelle vastità della Zona Negativa, ma inevitabilmente alla fine una breccia dimensionale si apre ed il tiranno riemerge nel Baxter Building, nel covo dei suoi più grandi nemici: è tornato a casa.

FINE

A cura di Fabio Volino