DRUID
Mini di quattro numeri pubblicata dal maggio all'agosto 1995

Sono il punto d'incontro tra l'umano ed il sovrannaturale, il fuoco nella mia mano e la morte stampata sul mio sorriso. Cammino accanto all'orrore, con baci rosso sangue provenienti da dei sanguinari che ricoprono di vesciche la mia carne sacerdotale.
Sono il Druido. Camminate insieme a me.

CAPITOLO 1:


DEPRESSO (SICK OF THIS)
Warren Ellis (storia)-Leonardo Manco (matite e chine)-D'Israeli (colori)-Marie Javins/Bobbie Chase (supervisione)

Torniamo indietro nel tempo, vent'anni o poco più, per ritrovare uno studente inglese di tradizioni celtiche il cui nome è Anthony Ludgate (cognome che ricorda il dio del sole Lud, in cui onore venivano bruciati in sacrificio uomini ed animali). Uno studente che quasi impazzì di fronte all'enigma rappresentato dalla cultura druidica: un potente sacerdozio sopravvissuto solo per tradizione orale e di cui non rimane alcuna traccia scritta, essendo tutti i segreti dei Druidi caduti di fronte alle spade dell'Impero Romano nel secondo secolo dopo Cristo.
Quest'ossessione portò Ludgate in Tibet, i cui mistici tramandavano le loro tradizioni anch'essi per via orale. Che fosse una forma bastardizzata della scienza druidica, la quale aveva così una speranza di essere ripristinata? Disgraziatamente, all'uomo che lo studente incontrò in un monastero situato su una montagna non interessava nulla se non l'umile aspirazione umana di Ludgate: l'essere corrotto ed immortale noto come l'Antico era infatti in cerca di un corpo vivente proveniente da terre straniere grazie al quale effettuare un esperimento, voleva sapere se poteva potenziare questo straniero, farlo diventare suo successore nel ruolo di Mago Supremo del pianeta. Le sue dita imbevute di oppio lacerarono la mente di Ludgate, liberando memorie ancestrali, segreti tenuti nascosti fino a quel momento: il suo albero genealogico risaliva fino all'era druidica, all'era di Lud. Memorie sufficienti a lasciarlo per sempre con un piede nel vuoto, un urlo di dolore che vomitava pura follia. Una parte di questa terribile verità rimase sepolta nella mente di Ludgate, che si recò poi negli Stati Uniti, in possesso di doti mistiche minori. Nel tentativo di integrarsi con gli abitanti del luogo, adottò il nome di Anthony Druid, un nome che richiamava le sue origini: ma ogni sua impresa, ogni sua azione svanì di fronte alle macchinazioni di un altro straniero prescelto dall'Antico: Stephen Strange.
Il Dr. Druido adottò allora un costume, emulando la sfarzosa pantomima dei superuomini di questo mondo: la sua fu una carriera costellata da fallimenti ed umiliazioni, riducendosi infine a vuote letture rivolte a studenti creduloni. Finché qualche mese fa pensò di aver recuperato la sua dignità: dopo aver guidato per qualche tempo i Difensori Segreti, finse la sua morte per sfuggire alle minacce ed alle responsabilità che questo gruppo gli imponeva. Il mondo ora lo ritiene scomparso: è libero e dimenticato, solo nella notte.
Quando ripensa a ciò che ha fatto, alle sue imprese, la terra gli crolla sotto i piedi: ha gettato via la sua intera vita per uno scherzo maligno. Ora risiede a New York, dove ha preso possesso di un piccolo appartamento grazie alla sua migliore capacità: il mesmerismo. È precipitato nel tunnel dell'alcoolismo, dove a nessuno importa se sei vivo o morto... o nel mezzo, ed ha trovato sanguisughe umane che si sono attaccate a lui. Gente rozza e corrotta che guazza nell'occulto per cercare altri perversi piaceri come la droga od il sadomasochismo: lui li lascia stare, piccoli amichevoli parassiti.
Il Dr. Druido sta passando una bella giornata. Certo, si è svegliato madido di sudore, col letto che sembrava un campo di battaglia, ma questa ormai è una consuetudine. Mentre chiede pietà a Satana per la sua profonda disperazione, ode da una stanza attigua un suo studente leggere degli incantesimi scritti su un libro. Incantesimi volti ad evocare il Diavolo! Druid si precipita per impedirgli l'insano gesto, ma ormai è troppo tardi: davanti allo studente appare Daimon Hellstrom, alquanto irritato per essere stato convocato da un così infimo soggetto ed in un modo così volgare ed impuro... poteva anche telefonare! Detesta gli umani ignoranti che pensano di poter giocare con simili riti. Il Dr. Druido gli intima di abbandonare subito questo luogo, ma per tutta risposta Daimon riduce in cenere il corpo del malcapitato studente evocatore. Imperterrito, il mistico gli si avvicina e continua: lui è il Maestro dell'Ignoto, lo punirà per questo folle omicidio. Daimon non è affatto impressionato: lo afferra, sbatte la sua testa contro un muro, poi gli dà una ginocchiata al petto. Potrebbe ucciderlo, ma non ne varrebbe davvero la pena. Maestro dell'Ignoto, bah, l'appellativo più giusto sarebbe Re dei Cessi. Che non provi più ad incrociare la sua strada, la prossima volta non sarà così fortunato. Druid si rialza, osservando le ceneri del suo ex studente: fallimento, perdita. Umiliazione.
Il mistico esce precipitosamente dalla stanza con la bava alla bocca, bollando tutti gli altri presenti come eretici e sanguisughe: lui ha dei segreti, i demoni non lo piegheranno. Basta col dolore, basta con gli insuccessi, è giunto il momento di cambiare. E così dicendo si chiude dentro un'altra stanza. Poco dopo una ragazza, Redeyes, si apposta davanti alla porta e, in attesa che Druid esca, si fa delle piccole incisioni con un coltello sulla spalla destra, ritenendo ciò un rito sacro. In realtà questi atti di auto-flagellazione nascondono un animo profondamente turbato, che non ha mai trovato un uomo che l'amasse. Passa molto tempo e le si affianca un giovane, Hemingway, un sedicente mistico che la invita a smetterla di farsi del male: lui è una persona speciale, forse la persona che Redeyes sta cercando da tutta una vita. E così i due si baciano.
Intanto Anthony Druid si è tolto gli abiti e si è seduto nel mezzo di un giardino situato all'interno del suo appartamento, un giardino da lui curato e fatto crescere. Al centro di essa vi è un immenso albero definito Grande Quercia. Un monumento alla natura ed agli dei che la governano: ad essi si rivolge perchè lo facciano evolvere, perchè lo facciano divenire un vero Druido, non una patetica copia come in precedenza. Non ha mai avuto il coraggio di intraprendere prima d'ora un rituale del genere, molto pericoloso e potenzialmente letale, ma ne ha avuto abbastanza della sua personalità arrendevole. Le invocazioni continuano per svariati minuti, finchè... gli dei iniziano a parlare!
Primo movimento: I rami della quercia si animano di vita propria, si tendono e penetrano in più punti il corpo di Druid. Ed allora il mistico ha delle visioni dei suoi antenati: i Druidi, che parlavano agli uomini per bocca degli dei, avevano compreso il ciclo dell'esistenza e la Terra era la loro provincia, i suoi territori i loro domini, la morte la loro serva e la loro religione. Nelle loro parole vi era il potere definitivo ed i sovrani che chiesero il loro aiuto vissero per molti anni, le loro anime rese immortali, poichè i Druidi erano i custodi delle anime. Diversamente, laddove lo spirito di un uomo malvagio infettava il loro territorio, loro se ne sbarazzavano spedendo la sua anima in un altro luogo. L'intera Terra tremò di fronte al tocco dei Druidi ed alla fine vennero sterminati dall'Impero Romano, che uccideva coloro che temeva. Non vi è traccia scritta di loro, in quanto i Druidi uccidevano poeti e scrittori che si interessavano loro, in quanto le loro anime erano ritenute corrotte, pregne di codardia e duplicità. Ed il Primo Movimento ha termine. I rami si ritirano, ma schegge della Quercia sono ancora presenti nel corpo di Druid, nei suoi polmoni, un dolore indicibile che non può fermare. Ma nonostante ciò, altre frasi del rituale prorompono dalla sua bocca.
Secondo Movimento: Fiamme avvolgono il corpo di Anthony Druid ed in quelle fiamme gli dei osservano il mondo attuale. Un mondo in cui le arti magiche sono state contaminate dalle azioni di uomini ricchi o persone il cui ego è stato infranto dalla droga. La droga, il vero motore di questo pianeta: nove milioni di sfaccettature dello stesso volto e nessuno di essi è reale. Vi è seduzione in essa, nel suo profumo, una bellezza fluida e disperata. Ed incubi bagnati. Ed il Secondo Movimento ha termine. E quando le fiamme svaniscono, lungo il corpo di Druid si possono notare numerosi tatuaggi. Ma non è tutto: le fiamme hanno bruciato la carne in eccesso del mistico, rendendolo più magro, i suoi resti di grasso tutt'attorno a lui come carne marcia. Le sue corde vocali, come animate di vita propria, pronunciano le frasi finali del rituale: lui prova a tranciarsi la gola con le unghie, ma ormai è troppo tardi.
Terzo Movimento: Ciò che vi è di umano muore e, tornato alla Natura ed al sovrannaturale, cresce saggio. Ciò che vi è di umano rinasce nel futuro. Un futuro dove non ci sono mari, dove le piante che forniscono il 70% dell'ossigeno al pianeta sono scomparse, rendendo l'atmosfera irrespirabile. Druid è il meraviglioso distruttore di questo mondo, ma non deve disperarsene, è stato il supremo atto di adorazione dell'ultimo dei Druidi. In termini druidici ciò non è malvagio, questa è la fine del mondo come forma positiva di creazione. E vi sono i detriti di questo sacrificio: viscere, neonati, cervelli, le spoglie marce degli umani offerti in dono alla Tripla Deità Celtica. Detriti che Druid dovrà mangiare per rinascere, per tornare alla civilizzazione corrotta più saggio. Rinato. Cambiato in meglio.
All'esterno gli studenti del mistico odono delle terrificanti urla, poi la porta si apre e da essa esce colui che un tempo era noto come Anthony Druid. Ma ora basta adeguarsi alle usanze dei fottuti coloniali, ha deciso di riadottare il suo vero nome. Anthony Ludgate. Il suo volto è spettrale, esprime totale malvagità: riesce a vedere le paure nascoste di tutti i suoi allievi, può carpire i loro più oscuri segreti. I fallimenti, le umiliazioni... tutto finito, nessuno si prenderà più gioco di lui. Prima di questo giorno non era nulla, ma ora è divenuto l'Ultimo Druido e può controllare gli elementi della Natura. Ed il mondo tremerà al suo passaggio!

CAPITOLO 2:


RICORDATI DELLA CARNE (MIND TO MEAT)
Warren Ellis (storia)-Leonardo Manco (matite e chine)-D'Israeli (colori)-Marie Javins/Bobbie Chase (supervisione)

Da qualche parte vi è della carne andata a male.
Manhattan: Ludgate intima a Redeyes di convocare subito Hemingway. La ragazza preferiva decisamente i tempi in cui il mistico era un perdente in spandex, questa versione lunatica ed autoritaria invecchia alla svelta. Hemingway si presenta e a lui Ludgate riferisce di voler uscire, di voler andare a fare un giro in città.
I due prendono un taxi: mentre percorrono le vie della Grande Mela, l'Ultimo Druido riesce ad avvertire tutto ciò che si muove vicino a lui. In particolare la sua attenzione si concentra su un uomo ad un angolo di strada, ha quarant'anni ma le cicatrici che porta sul suo corpo lo fanno sembrare un settantenne. Odora di latrina, alcool e malattia, cancrena nei suoi piedi ed il vomito come cuscino. Non può leggere, non può scrivere e dorme in un angolo di strada: questa città piace sempre di più a Ludgate. Intanto l'autista del taxi si lamenta, con un marcato accento del luogo, degli immigrati che giungono in questa città: vengono qui ammassati su delle barche, si recano all'ufficio immigrazione e lì gli danno come se nulla fosse la licenza da autista. Non importa il fatto che non conoscano la città, non importa nemmeno che non conoscano bene o affatto l'inglese. Ma Ludgate non gradisce nemmeno questa versione bastardizzata e piena di dialettismi, da scimpanzé, dell'inglese parlato dall'autista e lo insulta nonostante Hemingway tenti di fermarlo. Il taxista, irato, si ferma ed apre la portiera sul lato di Ludgate per dargli una lezione, ma come tocca la maniglia la sua mano viene avvolta dalle fiamme. Poi tutto il suo corpo inizia a bruciare sotto lo sguardo compiaciuto del mistico, finchè di lui non rimane che uno scheletro fumante. Dopo aver abbondantemente vomitato per il disgusto, Hemingway chiede a Ludgate come abbia fatto. Lui risponde che nel corpo umano vi sono dei depositi di fosforo, ha dovuto semplicemente appiccarli: una magia dell'antica tradizione celtico/druidica. Un gioco da ragazzi dunque per lui: poichè è il Druido, il sacro interprete della parola degli dei. Ed ha un lavoro per Hemingway: Ludgate ha desiderio di tornare ad un suo antico interesse, le indagini sulle materie occulte. Ed Hemingway gli procurerà i casi di cui ha bisogno dietro adeguata ricompensa, dollari, il conio avvelenato di questa degradata nazione. Sceglierà solo le indagini che è certo di poter risolvere o che potranno fornirgli ulteriori conoscenze nell'ambito dell'occulto, magnificando così la sua potenza.
Poco dopo, mentre Hemingway è in caccia, Ludgate percorre le vie della città senza una meta precisa: ad un tratto attraversa un ponte e scopre, grazie ai suoi sensi enormemente potenziati, di poter contare le larve che attorniano il corpo di un uomo d'affari assassinato e rinchiuso in un blocco di cemento. Poi l'attenzione del mistico si concentra su un altro insolito spettacolo: in lontananza vi è una donna, vestita con abiti logori e antichi, tuttavia non se ne riesce a scorgere bene il volto. Sta piangendo e nel contempo sta lavando qualcosa nel fiume, degli abiti moderni... gli abiti di Ludgate! Il mistico urla di terrore e fugge: quella era la Lavandaia al Guado, un'apparizione che ha perseguitato i grandi uomini potenti dell'Irlanda sin dai tempi dei Celti. Chiunque la vedesse periva poco tempo dopo: è un portento di morte inevitabile. Proprio quando Ludgate era certo di aver vinto, di essere divenuto uno dei forti... ha intravisto il suo probabile destino. I suoi panni macchiati di sangue.
Da qualche parte: Altra carne è stata aggiunta ed innalza il suo pungente tanfo nel freddo della cappella. Vi è tutto in essa: il sangue di ricchi accademici assorbito dagli avanzi di uno stupratore, il cuore di un fanatico religioso che batte ancora, ventricoli affamati che ancora si allattano alle mammelle dell'aria umida e puzzolente. Accarezzate la carne di un nuovo messia, assaggiatela e gustatela nella vostra bocca.
Parnell's Ruin Pub: Qui si è diretto Hemingway, poichè conosce bene questo posto, pieno zeppo di tizi impregnati di magia da così tanto tempo che riesce a riconoscerli semplicemente dall'odore. Ne scarta alcuni, finchè non annusa un profumo intenso, che può appartenere solo ad una persona che bazzica da anni con le arti mistiche. È una donna, nervosa e piena di rabbia e paura al tempo stesso: il suo territorio è contrassegnato da un profumo indiano, il Respiro di Kali. Hemingway le si avvicina e, dopo alcuni convenevoli, le riferisce che il suo capo, Anthony Ludgate, può risolvere tutti i suoi problemi, poichè lui è praticamente un dio e può affrontare qualsiasi cosa. Provare non le costa nulla, dunque perchè non accettare?
Geis: Il fatto che Ludgate abbia visto la Lavandaia significa che la Natura l'ha accettato come grande potere, al livello di Cuchulain ed altri grandi maghi druidici. Maghi che come lui hanno visto quella donna e sanno che ciò comporta l'essere sottoposti ad un sacro tabù, ad un Geis. Ma non potevano comprenderlo da soli e dovevano sempre rivolgersi ad un altro druido per capirlo. Ma Ludgate è l'Ultimo Druido, non c'è rimasto più nessuno che possa dirgli quale sia il suo Geis.
Ad un tratto gli viene riferito che Hemingway le ha portato una persona che vuole vederlo. La donna si presenta: il suo nome è Nekra Sinclair ed è l'Alta Sacerdotessa di un culto di Kali sito in California. Recentemente alcuni uomini bianchi sono penetrati nella sua cappella ed hanno trafugato alcuni cadaveri. Dopo alcune indagini, la donna ha scoperto che con queste macabre reliquie i bianchi intendono costruire qualcosa di... sacrilego. Una studente di Ludgate non capisce come mai Nekra si scagli così tanto contro i bianchi, visto che anche la pigmentazione della sua pelle è di questo colore. La Sacerdotessa risponde che i suoi genitori erano entrambi neri, ma vennero esposti poco prima del suo concepimento ad una raffica nucleare: così i cromosomi di Nekra si sono mischiati in modo anomalo, dandole un colore di pelle in cui lei comunque non si riconosce. Ludgate è affascinato da Nekra, ma soprattutto dal caso che le ha appena esposto, tuttavia non può sapere se questo lo condurrà di fronte al suo Geis ed alla sua fine.
Da qualche parte: Loro educano la carne. Inserendo in essa rivoli di cavi, immettono nell'intelligenza presente al suo interno il concetto di fine del secolo e le sue meraviglie: l'erotismo degli incidenti d'auto; i finti sedili in pelle fradici, il vetro grigio infranto; aghi e penne; uomini blu nelle tinozze e rappresentazioni di Marilyn morte; matematici esasperati; la lenta danza di Jonestown; stupri di massa e castrazioni rituali. E dalla carne iniziano a comparire alcuni arti, come una mano.
Manhattan: A detta di Nekra, i corpi rubati verranno usati per la costruzione di un falso dio: responsabile di ciò è la Seconda Adunanza, un movimento eretico derivato da un culto siberiano noto come l'Impura Accademia. È un clero cannibale che crede che la conoscenza possa essere trasferita tramite degli alimenti: e perciò divorano letteralmente la carne di accademici, maghi, artisti, psicopatici e lunatici per dare vita ad un dio migliore, più in sintonia con questo tempo, con questa fine di secolo. Inoltre tra i corpi rubati vi erano anche quelli appartenenti a stupratori, assassini, la cui presenza potrebbe risultare destabilizzante. Disgraziatamente, Nekra non ha idea di dove possa ora trovarsi la Seconda Adunanza. Ludgate allora incarica Hemingway e gli altri studenti di individuare la localizzazione della setta.
Da qualche parte: L'Omuncolo viene alla vita, nato dalla stirpe degli angeli e dallo sterco delle lucertole. Sotto la cappella, gole recise cantano oscenità in ritmo gregoriano. Questo è il Secondo Avvento.

CAPITOLO 3:


SOGNAMI (DREAM TO ME)
Warren Ellis (storia)-Leonardo Manco (matite e chine)-D'Israeli (colori)-Marie Javins/Bobbie Chase (supervisione)

Uova si schiudono nelle fibre della carne e lungo tutto il mondo la gente sogna, vede la sua crescita, ammira il proprio personale messia che emerge dai cadaveri macellati di geni e criminali. Intanto Hemingway va a trovare un suo informatore, Montague, intimandogli di rivelargli immediatamente dove si trovi la sede della Seconda Adunanza se non vuole essere picchiato a morte.
Appartamento di Anthony Ludgate: In attesa del ritorno dei suoi studenti, il mistico chiede a Nekra maggiori informazioni sul culto che stanno per affrontare. La donna fa una rivelazione sconvolgente: come accennato prima, la Seconda Adunanza deriva da un altra setta nota come Impura Accademia. Questa setta si trova in Siberia, a Tunguska, e governa il mondo: la realtà, infatti, è che la Terra è un luogo di così inimmaginabile orrore che tutti noi ci suicideremmo se sapessimo la verità, se apprendessimo cosa c'è davvero dietro il velo dell'illusione. L'Accademia, perciò, ha lanciato un incantesimo di portata mondiale che sostiene questa fintamente felice illusione chiamata realtà. Ludgate non crede affatto alle parole di Nekra e bolla il tutto come una disgustosa bugia. Poco dopo ritorna Hemingway, il quale gli riferisce che la Seconda Adunanza si trova in un vecchio edificio sulla Bowery un tempo appartenuto all'Esercito della Salvezza: giù di sotto c'è un taxi, che sa già dove recarsi. Ludgate decide di andare da solo ad affrontare il culto eretico.
Giunto sul luogo, il mistico si trova davanti ad una porta sbarrata, ma con le sue arti magiche la apre con estrema facilità. Poco oltre la soglia vi è un uomo, con svariate armi affilate nelle sue mani, che gli intima di andarsene. Senza arretrare di un passo, Ludgate agita le sue mani ed estrae dal corpo dell'uomo tutta l'acqua in esso contenuta, letteralmente disidratandolo. Andando avanti, il mistico si imbatte in due lupi affamati e sbavanti, ma li uccide con estrema facilità spezzandoli in due. Giunge infine al centro dell'edificio, davanti ai componenti principali della Seconda Adunanza: a loro Ludgate offre la possibilità di suicidarsi, prima che lui li uccida. Uno di essi prende l'avvertimento alla lettera e, rivolgendo un ampia lama contro il suo petto, si impala. Contemporaneamente un altro eretico attacca Ludgate con due grandi pugnali, ma lui se ne libera facilmente cavandogli il sangue. Un altro componente prova a coglierlo di sorpresa, ma invano: il mistico avvolge il suo corpo con delle fiamme e lo brucia vivo. Ne rimangono solo due: il primo si arrende, ma Ludgate non lo sta a sentire. Avverte nel suo stomaco della materia plantare, residuo del suo ultimo pasto, e gliela estrae aprendogli il torace in un'eruzione di sangue e viscere. L'ultimo si piazza davanti alla porta oltre la quale si trova l'Omuncolo, un pugnale librato sopra la sua testa pronto ad essere usato per proteggere l'ultima speranza rimasta a questo mondo. Ludgate nota però che la porta è fatta in legno e, estraendone una scheggia, perfora la testa dell'uomo da parte a parte.
Poi il mistico entra, l'Omuncolo davanti a lui, una massa informa di carne, l'essere che lui è venuto ad uccidere quale apoteosi di un culto eretico, un culto che offende Ludgate. Ma l'Omuncolo ribatte di non essere il prodotto di un'eresia: l'Accademia Impura dice il vero, il mondo reale che loro coprono col loro incantesimo è troppo orribile perchè le menti umane possano sopportarlo, sono loro l'unico baluardo a tenere in vita l'umanità, sono loro che bisogna adorare, non gli dei celtici. Nel cuore di questa Accademia vi sono i Generali del Fumo: teste mozzate, sospese nelle nuvole della nanotecnologia. L'Accademia è al servizio dei Generali, i Generali sono al servizio dell'umanità. Essi provengono da un lontano futuro, dove la scoperta della vera natura del mondo ha portato ad un suicidio di massa. Un suicidio globale. Ludgate tuttavia non crede ad una sola parola di quanto gli è stato appena narrato, ma l'Omuncolo non se ne cura: sa di stare per essere assassinato, voleva solo che il mistico apprendesse ciò che lui sa, per instillargli il dubbio. Ludgate gli urla di stare zitto e lo addita come abominio, come essere senza conoscenza. Un essere che non merita di vivere. E con due potenti raffiche mistiche lo uccide.
Il mistico esce dalla sede dell'Adunanza e torna al suo appartamento, dove riferisce a Nekra ed ai suoi studenti che il suo compito non è ancora terminato: deve distruggere la bugia perpetrata su questo mondo, deve annientare l'Impura Accademia e cancellare ogni traccia della sua eresia. Nekra gli si avvicina, confidandogli di volergli parlare in privato: i due si recano così in un'altra stanza, da dove poco dopo si ode un terribile urlo.

CAPITOLO 4:


NON POTERNE PIÙ (SICK OF IT ALL)
Warren Ellis (storia)-Leonardo Manco (matite e chine)-D'Israeli (colori)-Marie Javins/Bobbie Chase (supervisione)

Tutto quello che Anthony Ludgate voleva era che nessuno gli facesse più del male, che non venisse più umiliato. Sfortunatamente per lui, questo desiderio si sta per avverare.
Redeyes e Hemingway, dopo aver udito l'urlo, si precipitano a controllare cosa sia successo e, una volta aperta la porta, si trovano davanti a Ludgate e Nekra, reduci evidentemente da un rapporto sessuale. Ma le guance di Ludgate sono velate di lacrime: ha appena realizzato il suo Geis. Chiunque abbia un potere che faccia riferimento alla tradizione celtica ha un Geis, un'azione tabù che non deve compiere pena la perdita dei suoi poteri. Una sorta di tallone d'Achille, insomma. Quello di Ludgate era amare una strega e l'ha appena infranto. La missione di Nekra è stata completata: doveva accertarsi se il mistico possedesse un potere distruttivo e poi, se necessario, privarlo di esso. E ride di gioia per quanto ha fatto. Invece Ludgate continua a piangere: gli sono rimasti solo poteri minori e inutili, nonché gli oggetti sacri del suo sacerdozio come i tomi ed una spada. Una spada! Forse c'è ancora una possibilità. La afferra e sbatte Hemingway contro la Grande Quercia poi, impalando l'uomo con la sua arma, invoca la Tripla Deità Celtica, implora loro di accettare questo sacrificio, questo dono di sangue ed anima eseguito secondo l'antico rituale, e di riavere i suoi pieni poteri. Hemingway gli chiede perchè l'abbia fatto, lui lo adorava: ma Ludgate non si aspettava nulla di meno dal suo migliore studente. Vi è un'intensa fiammata, poi un sorriso maligno compare sul volto del mistico: è tornato quello di un tempo, l'essere perfetto di prima. Riesce di nuovo a carpire gli oscuri segreti di chi gli sta davanti: vede che Redeyes è una donna che non vuole l'amore, ma lo rifiuta, e quando un uomo le dimostra di amarla davvero lei lo uccide. Hemingway sarebbe stato la sua diciottesima vittima.
Intanto Baby, un'altra studente di Ludgate, comprensibilmente spaventata di fronte a ciò che sta accadendo, si precipita verso l'uscita: ma come apre la porta numerosi colpi di pistola la centrano in pieno petto, uccidendola sul colpo. Poi nell'appartamento entrano tre sconosciuti. Contemporaneamente Ludgate sta pensando di offrire in sacrificio alla Tripla Deità anche Redeyes, di bruciarla viva estinguendo così i suoi peccati. Ma l'intento del mistico viene vanificato da altri colpi di pistola che vengono sparati contro la schiena della donna assassina, che crolla riversa al suolo priva di vita, un rivolo di sangue che dalla sua bocca scorre sul pavimento. Non si riesce a vedere il volto dell'assassino o degli assassini, essendo comparsa dal nulla una nebbia, che non è certo naturale. Ludgate, con i suoi poteri di controllo degli elementi naturali, disarma ed uccide facilmente l'assassino di Redeyes e Baby, facendo calare la nebbia mistica e trovandosi così di fronte ad un Generale del Fumo, uno dei componenti dell'Impura Accademia, uno dei creatori di quell'illusione che chiamiamo realtà. Il mistico non può più sopportare la loro interferenza, non può più tollerare la loro ignobile eresia: la loro organizzazione è annidata nelle distese siberiane di Tunguska, dove si credono al sicuro. Ma si sbagliano: l'intera Terra è nelle mani di Anthony Ludgate, può trovare chiunque su questo pianeta e far marcire i loro corpi. E così fa: vede, lontano centinaia di miglia da dove si trova, degli esseri che recitano continuamente un incantesimo, l'incantesimo illusorio. Ma tutto ciò sta per finire. Nekra, però, è di diverso parere: afferra la pistola caduta di mano al Generale del Fumo ucciso e spara contro Ludgate, il cui sangue inizia a scorrere sui suoi abiti, come nella profezia con la Lavandaia. C'è ancora tempo, però: lui è Ludgate, è il discendente del dio del sole Lud ed è tempo che segua la sua tradizione. C'è tempo e c'è potere sufficiente... ed un secondo dopo una tremenda esplosione termonucleare investe Tunguska.
L'incantesimo che nasconde la realtà termina all'improvviso e lungo tutto il mondo il velo viene sollevato e vediamo ciò che davvero siamo. Lungo tutto il mondo, mentre il cielo assume il colore della carne marcia e cose terribili sostituiscono la pioggia, l'urlo collettivo inizia e con esso l'idea che il suicidio sia l'unica via per sfuggire ai nostri fetidi corpi. Vomito verde fuoriesce dagli occhi di uno stupefatto Ludgate: è davvero questo ciò che siamo? Così tanto sudiciume, larve invisibili che scorrono in noi, malattie e pestilenze pienamente visibili. Non c'è da stupirsi se siamo esseri senza valore, poichè la verità è che siamo profondamente corrotti. Altri colpi di pistola sparati da Nekra colpiscono un supplichevole Ludgate: non aveva idea che sarebbe andata così, non vuole che gli venga fatto altro male.
Poi improvvisamente il suo corpo torna quello di prima. E davanti al mistico vi è un irato Daimon Hellstrom: Ludgate ha fallito, ancora una volta. Il suo pietoso attacco è riuscito solamente ad interrompere per pochi secondi l'incantesimo dell'Impura Accademia. Pensava davvero che l'aver ottenuto nuovi e terribili poteri non avrebbe attirato l'attenzione di Satana? Hellstrom sperava che con le sue nuove capacità Ludgate fosse maturato e così aveva rianimato Nekra per metterlo alla prova, eh sì era proprio morta (su Vendicatori 7), per scoprire se e quanto instabile fosse divenuto. Suo compito era sottrarre al mistico i suoi poteri nel caso si fosse rivelato pericoloso, cosa che ha dimostrato di essere su scala planetaria. "Sei un lunatico, Ludgate" dice Hellstrom "Un maniaco religioso, una pessima idea che avrebbe dovuto essere abortita alla nascita. In conclusione, sei un fallimento. Ed ora sei morto. E nessuno sentirà la tua mancanza". Così Daimon brucia totalmente il corpo di Anthony Ludgate, le cui ossa verranno trovate qualche tempo dopo in un bidone dell'immondizia.

FINE

A cura di Fabio Volino