WARLOCK Vol. III
WARLOCK
1 (10/1999):
ZERO (CIPHER)
Louise Simonson (storia)-Pascual Ferry (matite)-Mark Morales
(chine)-Steve Oliff (colori)-Bobbie Chase (supervisione)
Contea di Westchester: Un gufo
tecnorganico sta sorvolando questa zona situata a nord di New York, inseguito
da degli strani esseri in volo totalmente rivestiti di bianco e con una
maschera che ha un cerchio altrettanto bianco al posto del volto. Costoro
sperano che il gufo atterri presto: camuffare la loro presenza agli umani
presenti sotto è stancante e questo inseguimento va avanti da ore poiché
nessuno di questi esseri è in grado di accedere o bloccare i tracciati di
pensiero alieni del gufo. Finalmente la loro preda atterra, in un cimitero, a
poca distanza da una tomba dove due persone hanno
appena posato un mazzo di fiori. Sulla lapide è iscritto il nome di DOUGLAS
RAMSEY.
Warlock ha tentato di essere umano, di ricordare cosa significasse, ma adesso
sa cos’è: una creatura aliena all’umanità, un essere la cui
stessa presenza sulla Terra è ed è sempre stata una minaccia per ogni
creatura vivente di questo pianeta. Mentre dalla forma di gufo passa ad un aspetto umanoide, Warlock ricorda anche che Doug
Ramsey era un suo grande amico, oltre che suo compagno di squadra nei Nuovi
Mutanti. I genitori del giovane ora piangono sulla sua
tomba mentre posano il mazzo di fiori, che rappresenta sia un ricordo di come
erano le cose in passato, sia un desiderio di voler cambiare le cose. Non poi
così diverso dalle attuali necessità di Warlock: anche lui sta cercando di
trovare nel passato un significato alla sua esistenza per
poter cambiare il futuro, questa cosa sembra stranamente umana. E Doug
in questo è stato il suo insegnante: sapeva meglio di chiunque cosa
significasse essere umani, eroicamente umani fino al punto di sacrificare la
propria vita per salvare quella altrui (V. X-Marvel 33). Ma
forse non tutta l’umanità di Doug Ramsey è morta.
I genitori del giovane si allontanano ed allora
Warlock esce dal suo nascondiglio per avvicinarsi alla tomba del suo amico. Lì,
con gran stupore degli esseri rivestiti di bianco,
allunga le sue spire dorate verso il basso, nei piccoli spazi tra le molecole,
giù verso la bara di Doug: gli è stato detto che il suo amico è stato infettato
con un virus transmodico, del quale potrebbero essere rimasti ancora dei resti.
Se fosse così, allora Warlock può accedere ad essi,
forse in qualche modo Doug può essere fatto rivivere: ha un bisogno disperato
di parlare col suo amico, di chiedergli cosa fare riguardo ad un pericolo per
il mondo intero a causa sua. Una sua colpa, una sua scelta. Warlock scelse
tempo fa di abbandonare suo padre, il Magus, per evitare il rituale di combattimento
che avrebbe causato la morte di uno di loro e perché non aveva alcun desiderio
di guidare
Certo qualcosa di diverso è stato poi riportato in vita, un essere incompleto
le cui memorie sono state sistematicamente cancellate sino a renderlo solo un
numero. Uno zero. Così le sue nano-cellule tecnorganiche furono usate per
infettare col virus transmodico degli umani volontari, in un tentativo di
creare i perfetti guerrieri antimutanti. Ciò che si ottenne invece fu
Warlock esamina il cadavere di Doug Ramsey: gli era stato detto che il suo
amico era stato infettato col virus transmodico, ma qui non c’è n’è traccia
alcuna. Forse gli hanno mentito o forse quelle cellule transmodate sono state
prelevate. Forse è stato lui ad essere stato creato
dalle cellule transmodate di Doug, ma in ogni caso qui non c’è nulla che possa
aiutarlo. Warlock riemerge nel cimitero e subito viene
attaccato dagli esseri rivestiti di bianco, i quali con una raffica energetica
lo colpiscono in pieno petto creandovi un buco. Warlock ripara rapidamente il
danno, ma i suoi avversari sono già pronti per una nuova sortita, tuttavia
l’eroe li anticipa trasformandosi in una creatura di un cartone animato che
aveva visto insieme a Doug Ramsey qualche tempo fa:
una piovra i cui tentacoli terminano con dei guanti da boxe. Warlock distrae
gli esseri rivestiti di bianco con alcuni pugni, poi si trasforma ancora in una mostruoso pterodattilo che getta lo scompiglio nei suoi
avversari quel tanto che basta da permettergli di alzarsi in volo e fuggire.
Gli esseri rivestiti di bianco sono increduli: non hanno mai incontrato
qualcosa del genere ed in pochi istanti si è già allontanato.
Warlock si dirige in volo verso New York, presso l’Istituto di ricerca
Mainspring: a bordo dell’elivelivolo ha appreso che materia Phalanx vivente
continua ad essere segretamente sperimentata in vari
istituti intorno al mondo. Di questi il Progetto Mainspring, varato da un ex
agente SHIELD, è di sicuro il più pericoloso e potrebbe addirittura segnare la
fine del mondo che conosciamo: la fine dei cartoni animati, dei film,
dell’elettricità, nonché della civiltà umana con
milioni di morti. Warlock si sente responsabile di ciò poiché è stato lui a
portare sulla Terra il virus transmodico. Così, sfruttando una ciminiera
spenta, entra nell’Istituto, sempre osservato da lontano dagli esseri rivestiti
di bianco, i quali contattano telepaticamente una certa
Psiren informandola dell’accaduto. Costei invita i suoi compagni a stare calmi:
sperava di evitare ancora per un po’ un confronto con Mainspring, ma se lui e
Warlock si affronteranno bisognerà agire
immediatamente. Così ordina ai suoi uomini di localizzare Warlock all’interno
dell’Istituto, mentre lei manda sul posto una squadra d’attacco.
Nel frattempo l’eroe tecnorganico entra nell’edificio e grida a Mainspring che
è virtualmente impossibile tenerlo fuori. Tuttavia c’è solo un pesante silenzio
ad accoglierlo: anche se il turno di lavoro è terminato e gli operai sono a casa dovrebbero esserci quantomeno delle guardie. Ad un tratto un particolare cattura l’attenzione di Warlock:
cenere grattata via dal filtro della ciminiera, composta da cellule tecnorganiche
morte, prova definitiva che qui si conducono esperimenti sul virus transmodico.
Improvvisamente Warlock viene schiacciato dall’enorme
piede metallico di un colossale robot dalla corazza blu: è il Guardiano 05, il
quale riferisce di un’entrata non autorizzata da parte di un’entità
neutralizzata con un forte impulso elettromagnetico. Tuttavia il robot si
sbaglia, poiché l’eroe è riuscito a scivolare dentro le condutture
di servizio poste sotto il pavimento, lasciando dietro di sé la cenere prima
raccolta come prova della sua distruzione. In ogni caso ora sa perché qui non
ci sono guardie. Il Guardiano analizza la situazione: l’entità distrutta
sembrava possedere una struttura tecnorganica, probabilmente è fuggita dal
Laboratorio A-1. Non essendoci più bagliore vitale, il robot raccoglie i resti
di cenere perché vengano depositati per ulteriori
analisi. Pur con quella sua arma ad impulso, Warlock
avrebbe potuto affrontare il Guardiano, quasi certamente anche sconfiggerlo, ma
non adesso che lo sta conducendo proprio dove lui vuole andare.
Poco dopo il robot e Warlock giungono al Laboratorio A-1: l’Istituto è un vero
labirinto, ma per fortuna l’eroe aveva una guida, altrimenti si sarebbe perso.
L’eroe intuisce anche che, come probabilmente c’erano sensori di movimento
nella stanza dove è entrato, è ancora più probabile che siano qui. Così attende
che il Guardiano si sia allontanato per rilevarli e disattivarli. Riassumendo
la sua forma umanoide, Warlock cammina per i corridoi del laboratorio, felice
di non sentire allarmi o veder arrivare altri Guardiani. La stanza è piena di
gabbie, con al loro interno semplici animali. Poi
l’eroe trova la fonte della materia tecnorganica di Mainspring: una povera
scimmietta indifesa, che piange per la sua condizione. Nella gabbia successiva
tuttavia un’altra sorpresa lo attende: imprigionata al suo interno
c’è una ragazza, anche lei in lacrime. La ragazza non si avvede della presenza
di Warlock, evidentemente il vetro è unidirezionale. L’eroe la analizza: è
pulita, nessuna traccia di infezione transmodica.
Chiunque sia, non ha nulla a che vedere con la sua missione. Warlock si interroga se liberarla o meno, dal momento che
difficilmente questa ragazza riuscirebbe ad uscire da questo Istituto. Tuttavia
c’è anche la possibilità che Mainspring sia riuscito a rendere il virus
trasferibile e questa ragazza potrebbe presto venire
infettata.
Così, pur non essendo del tutto certo che sia una buona idea, Warlock apre la
porta della gabbia. Quando la ragazza lo vede non
riesce a trattenere un grido di sorpresa, poi gli intima di stare lontano.
L’eroe la rassicura, non è qui per farle del male, ma per salvarla, come Luke
Skywalker con la principessa Leila. Warlock posa un sito sulla bocca della
ragazza: meglio non richiamare l’attenzione dei robot Guardiani. Poi le dice
che è libera di andare. La ragazza chiede allora all’eroe chi sia e cosa stia
facendo qui, poiché se conoscesse bene questo posto
saprebbe che da qui è impossibile uscire. Contemporaneamente sul tetto gli
esseri rivestiti di bianco cercano di individuare Warlock: non lo trovano, ma
scoprono la ragazza riuscendo a vedere l’eroe attraverso i suoi occhi. Così
esortano Psiren a mandare qui Fielder e qualche altro peso massimo.
Intanto la ragazza capisce: Warlock è un essere tecnorganico e gli chiede se
intende assimilarla. L’eroe scuote il capo. La ragazza allora gli domanda
nuovamente chi sia: a meno che non sia Phalanx, non
potrà fare nulla. Warlock la esorta a non insultarlo più definendolo Phalanx,
comunque nemmeno lui è certo di cosa sia. L’eroe apre poi la gabbia della
scimmia: ai sensi umani, essa appare viva, ma in termini tecnarchici è già
morta, quindi dovrà semplicemente limitarsi a prosciugare il suo bagliore
vitale. La ragazza non è d’accordo ed esorta la scimmia a venire da lei, la
proteggerà. Con insospettata velocità, la scimmia balza sulla testa di Warlock,
poi si posa sulla spalla della ragazza. L’eroe le dice che è venuto qui per distruggere ogni materia Phalanx generata in questo
Istituto, ma lei ribatte che la povera Chi-Chee non si tocca: ciò che le è
capitato non è colpa sua. Solo in quel momento Warlock nota una cosa: la
ragazza non è rimasta infettata dal contatto con la scimmia, quindi Mainspring
deve aver scoperto un modo per impedire che il virus transmodico si
trasferisca, deve essere questo l’obiettivo principale dei suoi esperimenti.
La ragazza sta per replicare qualcosa quando improvvisamente nel laboratorio
irrompono gli esseri rivestiti di bianco. La ragazza si chiede chi siano e loro
rispondono: sono Psi-Poliziotti e lei e Warlock sono i loro prigionieri. L’eroe
si trasforma in Alien ed attacca i suoi avversari, ma
Fielder piazza attorno a lui un campo elettromagnetico che lo immobilizza sul
posto. La ragazza e la scimmia fuggono, ma Fielder cattura anche l’animale
infettato, mentre lei viene sollevata
telecineticamente da un altro degli Psi-Poliziotti. Librata in aria, va a
toccare inavvertitamente quest’ultimo, il quale viene
immediatamente transmodato. Warlock e gli altri Psi-Poliziotti rimangono sconvolti:
nonostante il suo aspetto ordinario, la ragazza deve far parte di Phalanx o
peggio.
In quel momento a peggiorare ulteriormente le cose irrompono due robot
Guardiani. Con un impulso elettromagnetico, lo Psi-Poliziotto transmodato viene ridotto in polvere, mentre la ragazza si inginocchia e
rimane immobile. L’ attacco dei Guardiani interrompe
la concentrazione di Fielder, perciò il suo campo elettromagnetico si sfalda e
Warlock si ritrova libero. L’eroe osserva la ragazza in stato catatonico: lei è
la fonte del materiale transmodico, lei è il pericolo che è venuto a
distruggere. Basterebbe che la lasciasse alle cure dei Guardiani, finirebbe in
un attimo ed il pericolo che lei rappresenta per
Warlock pensava che, quando avesse scoperto la fonte del materiale transmodico,
il suo passo successivo sarebbe stato ovvio, ora però tutto è cambiato. Cosa può essere la ragazza? Una Typhoid Mary tecnorganica? O
una qualche mutante portatrice sana del virus? Potrebbe causare la distruzione
della Terra, ma è anche una persona con sentimenti umani e con dei diritti. Non
ha scelto lei questo, le è stato imposto. Quando si risveglierà, Warlock le
dirà tutto, magari a lei verranno in mente alcune idee: perché se esiste una
via d’uscita da questo dilemma, l’eroe non sa dove
trovarla.
Spazio, alcune ore dopo: A bordo di un’astronave, Mainspring è irritato:
mentre era impegnato altrove per importanti ricerche, il suo laboratorio del Jersey è andato distrutto e nessuno lo ha informato di
ciò. Due minirobot Guardiani alati gli dicono che aveva dato
ordini espliciti di non essere disturbato per nessuna circostanza.
Mainspring pensa che in futuro dovrà misurare meglio le sue parole, poi osserva
i filmati dell’Istituto recuperati: dello Psi-Poliziotto infettato
nulla rimane se non polvere, mentre di un Guardiano resta intatta solo la
testa. Accedendo alle immagini residue del robot, Mainspring vede Warlock e la
giovane ragazza chiamata Hope. Se quella creatura tecnorganica è coinvolta,
allora senza alcun dubbio la ragazza è ancora viva:
bisogna ispezionare immediatamente l’area e ritrovarli. Mainspring pretende
che, se possibile, la ragazza sia portata a lui viva, ma Warlock deve essere
distrutto.
WARLOCK 2 (11/1999):
MOSTRI (MONSTERS)
Louise Simonson (storia)-Pascual Ferry (matite)-Mark Morales/Don Hillsman
(chine)-Steve Oliff (colori)-Bobbie Chase (supervisione)
Central Park, Manhattan: Warlock esorta Hope a guardare in alto nel cielo, ci sono altri robot Guardiani in arrivo: forse è meglio se la ragazza gli dice chi è e come si è fatta coinvolgere in questa faccenda. Hope rivela che il suo vero nome è Esperanza Ling, i suoi amici la chiamano Hope perché in spagnolo il suo nome significa appunto speranza. Anni fa la sua famiglia giunse qui da Cuba e suo nonno fece una fortuna fondando le Industrie Ling. Un giorno lei ed i suoi genitori si trovavano in vacanza in Svizzera: lì un’intera città era stata infettata col tecnovirus ed assimilata nell’entità-alveare chiamata Phalanx, ma loro non lo sapevano. Così andarono a visitare quello che ritenevano essere un tranquillo villaggio sulle Alpi. Phalanx stava divenendo più potente e cercava nuove entità da infettare ed assimilare: catturò per prima Hope, ma non accadde nulla. Phalanx disse che doveva essere una mutante poiché il virus tecnorganico non l’aveva tramutata. I suoi genitori allora la portarono via, ma vennero transmodati nell’entità-alveare proprio davanti ai suoi occhi. La ragazza svenne per lo shock e, quando riprese i sensi, si ritrovò nella gabbia di Mainspring: lui le disse che i suoi genitori erano morti, così come tutti quelli che avevano contratto il virus, tranne lei. Le fece toccare varie cose, piante, animali come Chi-Chee, ed allora Hope capì cosa era diventata: una portatrice sana del virus transmodico.
Mentre narra ciò, la ragazza
tocca inavvertitamente una rana la quale viene immediatamente
transmodata con suo grande turbamento. Warlock le chiede se è in grado di
controllare questo suo potere. Hope scuote il capo: ci ha provato diverse
volte, ma inutilmente, l’eroe avrebbe dovuto lasciarla in quella gabbia o farla
uccidere dai Guardiani. Warlock le spiega che
L’eroe si dirige verso la zona dei grattacieli, per potersi nascondere dietro questi imponenti edifici e sfuggire alla vista del Guardiano per assumere un aspetto che attiri meno l’attenzione, tuttavia il robot guadagna terreno su di lui. Warlock in effetti si sta chiedendo perché voglia salvare Hope: la parte di Tecnarchia che è in lui impone che essa venga distrutta ed il suo buon senso gli dice che la sopravvivenza stessa della Terra potrebbe dipendere da ciò, tuttavia… Il Guardiano comincia a sparare alcuni raggi energetici, che mancano l’eroe ma vanno a colpire un’auto, la finestra di una chiesa ed un’edicola. Warlock è consapevole che deve far perdere al più presto le sue tracce prima che qualche innocente passante rimanga ferito o peggio. Così con abili manovre di volo l’eroe riesce a distanziare il robot ed a planare in strada dove assume l’aspetto di un taxi. Il Guardiano non è più capace di ritrovarlo e si allontana dalla zona diventando poi invisibile. Hope chiede a Warlock cosa fare ora. Lui le consiglia di guidare attorno al quartiere per un po’. La ragazza approfitta della situazione per fare alcune domande all’eroe, come ad esempio chi sia e come sia rimasto coinvolto in questa faccenda.
Nel frattempo, in una caverna situata nelle profondità della Terra, gli Psi-Poliziotti riferiscono a Psiren della battaglia nell’Istituto Mainspring, terminata in stallo nonostante abbiano incrinato i tubi del gas e fatto esplodere l’edificio. La donna conferma il tutto: loro hanno perso un compagno di squadra, ma Mainspring ha visto distrutto un suo laboratorio e molti Guardiani, senza contare la fuga di Warlock e Hope. Devono ritrovare la ragazza, deve pagare per quello che ha fatto. Un altro Psi-Poliziotto fa notare che non intendeva infettare il loro compagno di squadra col virus transmodico, ha anche tentato di avvertirlo. Psiren tuttavia ribatte che la mancanza di controllo di Hope la rende ancora più pericolosa di quel mostro tecnorganico. In quel momento i sensori rilevano la presenza a Manhattan di Warlock e Hope, nonché di tre robot Guardiani invisibili ad occhio nudo. Psiren raccomanda di stare attenti: Warlock è potente, ma quanti robot può affrontare da solo? Aspetteranno che i Guardiani individuino le loro prede, li indeboliscano, poi irromperanno sulla scena e li distruggeranno.
Central Park, Manhattan: Hope non riesce a credere di essere vicina al famoso Warlock dei Nuovi Mutanti, pensava fosse morto. L’eroe conferma che è stato così, ma poi è stato riportato in vita, o almeno le sue cellule sono state rigenerate e quelli che hanno fatto ciò gli hanno detto di aver usato cellule transmodate per infettare il suo amico Doug Ramsey. Una volta, mentre Warlock stava morendo, lui donò parte del suo bagliore vitale per salvarlo: pensava che tutta la vita fosse sacra. E sempre per salvare un’altra persona è morto: Warlock tentò disperatamente di dargli la sua stessa energia, per farlo rivivere, ma con le persone normali non funziona così. Per quanto l’eroe si sforzi non è in grado di riportare in vita le persone e col tempo ha imparato molto sulla morte umana. Hope gli chiede se ora possa fermarsi, dopotutto è passato molto tempo. L’eroe dice di no: i Guardiani sono ancora là sopra, può avvertirli. Poi però nota il parcheggio di un hotel ed esorta Hope a recarsi lì. Warlock si trasforma in un impermeabile posto attorno al corpo della ragazza: i due si intrufolano in un vicino tour turistico composto da giapponesi con le loro macchine fotografiche e si confondono tra la folla, di modo che i Guardiani non riescano ad individuare la loro esatta posizione. Il tour turistico si dirige presso il Metropolitan Museum of Art: una volta lì dentro, Warlock e Hope si staccheranno dal gruppo e saranno fuori Midtown.
Dentro il museo sono presenti per
affari Tony Stark ed il suo fido assistente Happy
Hogan. La sala dedicata alle opere astratte è al momento vuota e così Warlock e
Hope hanno la possibilità di discutere. L’eroe le dice che è lui la fonte
originale dell’intero virus transmodico sulla Terra, incluso ciò che ha infettato lei ed ucciso i suoi genitori, probabilmente
per questo la odia. Hope afferma che non è colpa di Warlock se è divenuto ciò
che è: è una vittima quanto lei. L’eroe però ribatte che è colpa sua: nessuno lo ha costretto a venire sulla Terra e c’è di peggio:
Tony Stark è a colloquio con gli
amministratori del museo, i quali vorrebbero che
Nel frattempo, sfruttando la sala deserta ed una colonna, Tony Stark indossa l’armatura di Iron Man: una rapida occhiata ai suoi file gli fa trovare il dossier dei Vendicatori su Warlock. Anche la ragazza gli appare vagamente familiare, seppur non ci sia alcun file su di lei, chissà dove l’ha già vista. Hope propone di scappare via, ma ormai è troppo tardi. Altri due Guardiani fanno il loro ingresso ed uno di loro prende di mira la ragazza: spara contro di lei un impulso elettromagnetico, ma Warlock si tuffa e la getta via, prendendo il colpo destinato a lei. La cosa procura un grave danno al suo corpo tecnorganico e gli fa perdere la coesione sulla sua forma. Ciò consente all’altro Guardiano di afferrare senza problemi Hope per i piedi. L’eroe vorrebbe andare in suo soccorso, ma si ritrova per il momento impossibilitato a farlo ed il primo Guardiano si appresta a sparare di nuovo, un colpo che stavolta potrebbe rivelarsi fatale. Iron Man però interviene e con un raggio repulsore decapita il robot, il quale cessa le sue funzioni.
Warlock lo esorta ad andare in aiuto di Hope, mentre lui recupera energia cibandosi di alcune piante del museo. Una volta che l’industriale è partito, l’essere tecnorganico esamina il Guardiano distrutto: ma dentro di esso non c’è più alcuna scintilla di energia, una volta demolito viene eliminata anche la sua fonte di potere, probabilmente per impedire a creature come Warlock di cibarsene. Così l’eroe si trasforma in Superwarlock e parte in volo al salvataggio della sua amica. Nota subito sopra Midtown Iron Man che sta colpendo più volte il secondo robot, seppur senza alcun risultato: questo Guardiano appare più resistente e più veloce, tanto che ad un certo punto sorprende Iron Man e riappare alle sue spalle, pronto a lanciare una scarica distruttiva. Ma Warlock giunge in aiuto dell’eroe e lo porta al sicuro, poi gli propone di unire le forze contro il loro comune nemico. Tony Stark accetta e le due raffiche incrociate dei due eroi annientano il Guardiano. Hope comincia a precipitare verso il suolo, ma Iron Man la raccoglie prontamente. Subito dopo però Warlock la sottrae alla sua presa, intimandogli di non toccarla più: è una fortuna che stia indossando quell’armatura. Tony rimane un attimo sorpreso, poi consiglia all’eroe di prendersi un istante per riposare, non sembra avere un bell’aspetto. Warlock ribatte che non c’è tempo per questo. Prima che l’essere tecnorganico e Hope scompaiano alla vista, Iron Man domanda quali robot hanno affrontato e cosa stia succedendo. Warlock risponde che non è necessario che lui lo scopra e farà meglio a pregare di non conoscere mai la risposta.
Hope si lamenta con l’eroe per il fatto che sia stato così rude col Vendicatore dorato
e gli abbia fatto quegli oscuri e criptici riferimenti, dopotutto è anche
merito suo se lei è salva. Warlock ribatte di avergli detto
solo la verità, per il suo stesso bene: nemmeno la ragazza sa ancora tutto.
L’eroe atterra assieme alla ragazza su un tetto e le spiega che
Hope nota che l’eroe appare molto stanco: ha usato molta della sua energia per l’ultima sortita. La ragazza gli dice che forse era meglio se la lasciava morire. Warlock ribatte che, se lo avesse fatto, Doug non avrebbe approvato, per lui tutta la vita era sacra. L’essere tecnorganico ha sempre più difficoltà nel tenere coesa la sua forma. Hope afferma che, dopo quello che era accaduto ai suoi genitori, per un po’ ha desiderato di morire, ma dopo aver incontrato Warlock non lo pensa più né intende lasciar morire lui: dopotutto deve ancora salvare il mondo. Così tende la sua mano: l’eroe può prendere la sua energia, così come quella di Chi-Chee, se questo può aiutarlo a salvarsi. Warlock ribatte che è troppo debole adesso, se lo facesse potrebbe non essere in grado di fermarsi. Hope non lo sta a sentire e gli afferra la mano, esortandolo a prendere la quantità di energia di cui ha bisogno. Mentre Warlock recupera le forze e riassume il suo aspetto umanoide, per un istante la pelle della ragazza diviene dorata come la sua.
Il procedimento ha termine e per lo sforzo Hope si inginocchia al suolo. Tuttavia la quantità di energia emessa è stata rilevata dal primo Guardiano annientato al museo da Warlock: per quanto senza testa e con la corazza incrinata, è ancora attivo. Il robot compare davanti ai due, ancora troppo deboli per fuggire, ma viene immediatamente e totalmente distrutto da una tremenda raffica energetica. Warlock alza lo sguardo e nota che i responsabili del loro salvataggio sono gli Psi-Poliziotti. Tuttavia gli esseri rivestiti di bianco invitano l’eroe a non esultare troppo: mostri tecnorganici come lui meritano solo la morte. Poi Psiren teletrasporta tutti per una destinazione ignota.
WARLOCK
3 (12/1999):
NEL FUOCO (INTO THE FIRE)
Louise Simonson (storia)-Pascual Ferry (matite)-Mark
Morales/Bud LaRosa (chine)-Steve Oliff (colori)-Bobbie Chase (supervisione)
Astronave di Mainspring: L’uomo tiene in mano un Guardiano distrutto ed è molto deluso: tre robot mandati a catturare la ragazza e distruggere Warlock e ciò che ottiene è solo ferraglia. Gli altri robot cercano di giustificarsi: l’essere tecnorganico è stato aiutato in battaglia da Iron Man, uno dei più grandi eroi di sempre, e dagli Psi-Poliziotti. La parte conclusiva di questo scontro è stata ben documentata: l’ultima trasmissione che Mainspring ha ricevuto mostrava quegli agenti psionici teleportarsi via con la sua preda. In precedenza aveva ritenuto gli Psi-Poliziotti degli inermi buffoni che non rappresentavano una minaccia per la sua operazione, ma da adesso in poi non li sottovaluterà più. Per quanto riguarda Warlock e Hope, invece, bisogna allineare tutti i satelliti perché registrino e triangolino l’emissione di energia della ragazza: prima o poi userà i suoi poteri e quando lo farà verrà individuata e catturata.
Quartier generale degli Psi-Poliziotti: Il teletrasporto ha avuto un effetto stordente su Warlock e Hope, anche per via del fatto che erano provati dalla battaglia coi Guardiani. Psiren esorta i suoi uomini a non stare lì immobili ed a catturare subito i due. L’eroe invita la sua amica a fuggire ed a non toccare nessuno, poi aumenta la sua massa ed usa le sue spire dorate per tentare di bloccare gli Psi-Poliziotti, nonostante il suo attuale stato debilitante. A Fielder viene ordinato di generare un campo di forza per intrappolarlo, ma lui ribatte che adesso Warlock è troppo grande e non è in grado di creare un campo sufficiente a contenerlo. All’esortazione di fare ciò che può, Fielder attiva le sue capacità e, come previsto, genera un campo di forza che imprigiona solo metà della massa di Warlock, anche se ciò strappa comunque un grido di dolore all’eroe. Hope intima agli Psi-Poliziotti di lasciar subito andare il suo amico, altrimenti farà loro ciò che ha fatto al loro collega all’Istituto di ricerca. Intimoriti, gli uomini si ritraggono, ma uno di loro coi suoi poteri blocca la ragazza sul posto, praticamente paralizzandola. Lo sforzo tuttavia lo sfianca e lo costringe ad inginocchiarsi a terra, da dove invita un suo collega, Psimon, a bloccare subito quella ragazza in un campo di forza.
Hope viene imprigionata, ma Warlock è ancora a piede libero, tuttavia la sua attuale condizione lo costringe a ridurre la sua massa. In quel momento Psimon ordina a Fielder di espandere il campo di forza che circonda la ragazza e di scagliarlo a terra attorno all’essere tecnorganico. Il suo compagno esegue e lo shock del contatto col campo fa sì che Warlock inizi a perdere coesione e crolli al suolo. Hope lo esorta a prendere un altro po’ della sua energia, ma lui si rifiuta: le ha preso ciò che lei poteva dare, adesso ha solo bisogno di tempo per riprendere le forze. La ragazza allora si scaglia contro gli Psi-Poliziotti definendoli bulli e codardi: Warlock ha appena affrontato dei robot giganti e per questo ha prosciugato gran parte delle sue energie, altrimenti in un combattimento leale ed a piena potenza avrebbe sconfitto tutti loro. Ciò causa stupore tra gli Psi-Poliziotti: l’essere tecnorganico era solo a metà delle sue capacità eppure hanno faticato tantissimo per metterlo ko, bisogna assicurarsi che una simile creatura non raggiunga la piena potenza. Warlock chiede agli Psi-Poliziotti quale sia esattamente il loro obiettivo e cosa vogliono da lui. Psiren gli risponde che combattono mostri tecnorganici come lui ed i criminali umani che usano questi abomini per creare altri mostri: i vigliacchi che hanno portato la distruzione sulla Terra. Poi la donna ordina ai suoi di imprigionare i due.
Poco dopo Warlock e Hope si
ritrovano all’interno di una sfera di cristallo librata in aria. L’eroe chiede
alla ragazza se prima aveva davvero l’intenzione di infettare gli
Psi-Poliziotti. Lei risponde che voleva solo spaventarsi e quasi ha funzionato.
A sorvegliarli c’è Psimon, il quale si è offerto volontario poiché qualcosa non
gli torna: Psiren ha ordinato loro di non parlare con
questi due, ma per quale motivo? E se volesse nascondere qualcosa? Così va
contro gli ordini e chiede a Hope come mai sia apparentemente normale quando il
suo tocco trasmette ad altri il virus tecnorganico. Gli viene
spiegato che la ragazza era in Svizzera durante l’attacco di Phalanx, che non è
riuscita ad assimilarla, ma l’ha resa una sorta di portatrice sana del virus.
Warlock spiega che stava indagando sulle attività di Mainspring, poiché aveva
appreso che aveva tra le sue mani qualcosa di pericoloso: si è scoperto che
questo qualcosa è Hope. Psimon si domanda come
Hope aggiunge che l’unico modo per garantire la salvezza della Terra sarebbe distruggere tutto il materiale transmodato, compresi loro due: Warlock avrebbe potuto fare ciò, ma ha scelto una strada diversa e di questo la ragazza gli è grata specialmente perché non intende più transmodare alcun essere vivente. Lei è psichicamente connessa a chiunque infetti: quando quello Psi-Poliziotto all’Istituto è stato transmodato e poi distrutto dai Guardiani, ciò l’ha quasi uccisa. Dunque, per il bene suo ed altrui, non deve toccare le persone anche perché è grazie alle sue energie che Mainspring riesce a rintracciarli. In quel momento Psimon nota qualcosa: la faccina triste disegnata da Hope sulla sfera è rimasta incisa, e questo non è normale. Warlock esamina la cosa: il cristallo è inanimato ed il virus tecnorganico non intacca oggetti inanimati, però è proprio ciò che è appena successo. La faccina triste è appena stata transmodata.
Astronave di Mainspring: L’uomo esulta: i suoi satelliti hanno rilevato l’emissione di energia unica di Hope, la preda è stata rintracciata. In questo momento si trova sotto il suolo e guiderà lui i suoi robot all’assalto. Un Guardiano appare dubbioso: dopo tutto quello che gli è accaduto il suo padrone vuole ridiscendere sulla Terra? Mainspring ribatte di non avere altra scelta se intende completare la trasformazione della Terra. Ci sono già stati troppi fallimenti riguardo la cattura di Warlock e Hope e, se questa cosa deve essere fatta bene, deve farla lui personalmente. Così esce dalla sua astronave insieme a decine di robot.
Quartier generale degli Psi-Poliziotti, giardino idroponico: Psimon
chiede a Psiren quale sia il suo piano: usare forse Warlock e Hope come esca
per attirare Mainspring in una trappola ed ucciderli
tutti? La donna gli ricorda che
Tre Psi-Poliziotti uniscono le loro forze e subito distruggono un Guardiano, ma così facendo lasciano il fianco scoperto all’attacco di un altro robot. Psiren tuttavia interviene e li protegge con una bolla psichica dalla raffica del Guardiano: la donna si è appena convinta che Hope è più pericolosa e potente di quanto ritenesse possibile. Bisogna distruggere anche lei. Uno Psi-Poliziotto si propone di farlo: può immobilizzare la ragazza e farla soffocare fino alla morte. Psimon gli ordina di non farlo e di non seguire l’invito di sua sorella: Warlock e Hope odiano Mainspring quanto loro, i loro poteri potrebbero rivelarsi utili alla loro causa. I suoi compagni credono che l’uomo sia impazzito nel proporre una collaborazione con una che ha transmodato uno di loro. Psimon ribatte che costei non è un essere senza nome: è una persona, un’adolescente, e si chiama Hope: non intendeva infettare nessuno ed ha tentato di avvertirli, senza contare che Warlock all’Istituto ha deliberatamente distratto i Guardiani per consentire a loro di fuggire. Quei due non meritano alcun male. Sua sorella ribatte che forse è così ma, quando un cane è rabbioso, non hai altra scelta che abbatterlo.
Mentre i robot continuano ad essere distrutti, Mainspring fa il suo ingresso e nota
Hope dentro la sfera di cristallo: vuole che venga portata subito al suo
cospetto. Psiren pensa che questa battaglia potrebbe anche essere persa,
considerata la gran quantità di Guardiani, ma a qualsiasi costo a Mainspring
non deve essere permesso di catturare vivi Warlock e
Hope si avvicina alla sfera, dove Warlock e Chi-Chee si stanno ancora dibattendo: l’eroe le consiglia di dimenticare lui per il momento e di ricordarsi cosa ha fatto al cristallo. La ragazza inizia così a transmodare la sfera e si chiede come mai il suo amico non sia uscito. Psimon le spiega che è rimasto intrappolato all’interno del campo. Nel vedere la ragazza transmodare materiale non organico, Mainspring esulta: il suo valore si è incrementato a dismisura ed è questo il momento giusto per attaccare con ogni arma disponibile. Hope va catturata e, se qualcuno si frappone, che venga sterminato. La ragazza termina di transmodare la sfera di cristallo, indebolendone così l’integrità strutturale e dando a Psimon la possibilità di liberare Warlock dal campo di stasi. L’uomo deve tuttavia affrontare la presenza di Psiren, che gli impedisce di agire e che lui non riesce a smuovere di un millimetro: sua sorella è troppo potente, sarebbe più facile spostare una montagna. Così tenta un altro approccio: le dice che aveva ragione, che la presenza di Warlock sulla Terra è un male e che le persone che hanno usato lui per creare Phalanx sono dei criminali. Quindi anche l’esistenza di Hope è un male. Psiren si compiace di vedere che suo fratello non mette più in dubbio la sua autorità e questo le fa abbassare la guardia: di poco, ma sufficiente a permettere a Psimon di agire lanciando un colpo psichico.
Psiren grida di disperazione e si protende verso la sfera di cristallo, che però viene comunque distrutta: l’onda d’urto la coglie in pieno e lei rimane immobile a terra gettando suo fratello nello shock. Contemporaneamente due Guardiani riescono ad oltrepassare le linee difensive degli Psi-Poliziotti e ad avvicinarsi ai due fratelli. Uno di questi spara contro di loro una raffica energetica, ma Warlock si frappone davanti a loro e trasformandosi in scudo umano para il colpo, anche se ciò lo debilita profondamente e gli fa nuovamente perdere coesione. Psimon comunque approfitta della situazione e distrugge il robot con un colpo psichico. La testa del Guardiano rotola sul pavimento e l’essere tecnorganico vi allunga una delle sue spire, per assorbirne l’energia prima che questa vada dispersa: la manovra va a buon fine e Warlock recupera pienamente le forze. Altri Guardiani in quel momento arrivano e l’eroe, ormai stanco di loro, si trasforma in un drago e comincia a sparare contro di essi fiammate tecnorganiche che li riducono a pezzetti. Nel frattempo Psiren, ancora riversa a terra, riprende i sensi e dice a suo fratello che sta commettendo un errore: nei loro cuori Warlock e Hope non sono malvagi, ma questo non li rende meno pericolosi, non devono essere salvati. Psimon la prende per mano e le dice che crede ancora a molte delle cose che lei gli ha insegnato: tuttavia Warlock non è come se lo aspettava ed è certo che esista una via migliore di questa.
Poi Psimon si rivolge all’eroe,
esortandolo ad andare via ed a portare con sé quei
robot. Hope invita l’uomo ad unirsi a loro: non può
rimanere qui dopo averli aiutati a fuggire. Warlock si trasforma dunque in una
macchina volante, dentro cui salgono la ragazza, lo
Psi-Poliziotto e
Nel frattempo Warlock e gli altri stanno seminando i Guardiani dirigendosi nello spazio. Hope vorrebbe ancora andare in soccorso di Chi-Chee, ma Psimon le dice che lei è collegata psichicamente con quella piccola scimmia: con un allenamento appropriato imparerà a sfruttare questo legame. Potrebbe essere la chiave che li porterà da Mainspring, quando saranno pronti: se la ragazza riuscisse a controllare queste sue nuove capacità, potrebbero avere in mano l’arma che annienterà quel criminale.
WARLOCK 4 (01/2000):
CONTROLLO (CONTROL)
Louise Simonson (storia)-Pascual Ferry (matite)-Mark Morales
(chine)-Steve Oliff (colori)-Bobbie Chase (supervisione)
Warlock, Hope e Psimon si trovano
in un vicolo, con l’essere tecnorganico nella guisa di un cappotto della
ragazza, dove un uomo sta mettendo in atto una variante del gioco delle tre
carte: qui ci sono tre bicchieri capovolti ed una
piccola pallina, bisogna indovinare sotto quale bicchiere si trova questa
pallina. Ovviamente il gioco è truccato in quanto il
truffatore con un abile gioco di mani nasconde la pallina dentro una delle sue
maniche, dunque vincere è impossibile. Psimon però usa i suoi poteri
telecinetici per ribaltare il pronostico e punta venti dollari: enorme è la
sorpresa del truffatore quando scopre che sotto il bicchiere indicato dal ragazzo c’è davvero
Nel frattempo Warlock si trasforma in una mongolfiera e, dopo aver caricato Psimon e Hope, si libra in aria emettendo anche una luce intermittente come sono solite fare le altre mongolfiere per avvertire della loro presenza. Hope dice che è meglio se si consegna a Mainspring: il suo cosiddetto potere sta peggiorando, transmoda tutto ciò che tocca ed adesso non può più nemmeno mangiare. Psimon ribatte che non la lasceranno morire di fame, lui e Warlock penseranno a qualche soluzione. Ben presto l’aria fredda di New York inizia ad infastidire i due giovani, bisogna trovare al più presto un rifugio, solo che non hanno soldi sufficienti per pernottare in un albergo. Warlock dice che ha appena trovato un posto adatto per tutti loro, una sistemazione temporanea quantomeno, che non costerà nemmeno un cent. L’essere tecnorganico allora assume la forma di uno scivolo, grazie al quale riesce a far giungere a terra senza intoppi Psimon e Hope. Lì vicino c’è un banchetto alimentare, dove con gran sorpresa di Hope il giovane compra coi soldi rimasti dalla vincita precedente solo dei dolci.
Poco dopo Warlock mostra ai due la loro nuova dimora: un edificio fatiscente ed abbandonato, un nascondiglio perfetto poiché nessuno penserebbe di cercarli lì dentro. Una volta stabilitisi all’interno, Psimon spiega ad Hope che il suo potere è venuto alla luce quando è divenuta parte di una infestazione da virus transmodico che le ha donato la capacità di transmodare altre cose. Inizialmente poteva colpire solo gli esseri viventi, in possesso di un bagliore vitale, ma recentemente questo potere si è esteso anche alla materia non organica. L’Uomo Talpa di nascosto ascolta l’intera conversazione. Psimon eleva un campo di forza, di modo da poter bloccare l’emissione di energia transmodica ed impedire di venire rilevati. Poi chiede ad Hope di prendere una barretta energetica: come la tocca essa viene immediatamente transmodata. La ragazza è disperata ed avventatamente transmoda anche parte del pavimento: i Guardiani li troveranno e li uccideranno, oppure lei morirà di fame. Psimon la invita a non farsi prendere dal panico, così peggiora solamente le cose: deve calmare la propria mente, solo così sarà in grado di controllare il proprio potere.
Astronave di Mainspring: Chi-Chee è stata posta ed ammanettata su una sorta di tavolo operatorio, mentre elettrodi sono stati piazzati lungo tutto il suo corpo. Mainspring è soddisfatto: Hope ha finalmente raggiunto il suo vero potenziale e, per questo, lei e la scimmia da lei transmodata condividono un legame psichico. Presto la creatura proverà dolore e Hope avvertirà le sue stesse sensazioni, quindi correrà ciecamente al suo salvataggio: sarà allora che Mainspring la catturerà.
Contemporaneamente Psimon insegna
alla ragazza come far rilassare la propria mente. La cosa sembra andare a buon
fine in quanto Hope prende in mano una barretta
energetica senza transmodarla e la avvicina alla sua bocca per addentarla, ma
in quell’istante Mainspring dà il via agli esperimenti su Chi-Chee e la ragazza
lancia un grido di dolore nel sentire la paura ed il dolore della piccola
scimmia. Come risultato, la barretta viene trasmodata.
Credendo sia stato Psimon a causare ciò, Warlock si trasforma in un cowboy ed ordina al telecineta di abbassare subito il suo campo di
forza: lui esegue senza esitare. Subito dopo Hope torna in sé e dice che va
tutto bene e che la colpa di ciò che le è accaduto non è di Psimon: è per via
di Chi-Chee, Mainspring le sta facendo qualcosa che le sta
procurando molto dolore e terrore, sensazioni che anche lei ha condiviso.
Bisogna andare subito a salvarla. Warlock ribatte che non desidererebbe altro,
ma è certo che Mainspring stia agendo così di proposito, di modo che Hope si
faccia prendere dal panico ed usi il suo potere per
indicare dove si trova: questo però non libererà la scimmia, anzi, farà solo
catturare
Poco dopo Hope si calma e Warlock si trasforma in un comodo letto per farla riposare, mentre Psimon si libra in aria per meditare e per continuare ad aiutare la ragazza a tenere lontana la paura ed il dolore della scimmia. L’essere tecnorganico continua ad incolparsi per aver portato il virus transmodico sulla Terra ed indirettamente aver marchiato la sua amica. Quindi non desidera null’altro che lei impari a controllare il suo potere e Psimon sembra l’uomo adatto per questo compito: c’è bisogno del suo aiuto, eppure a volte Warlock vorrebbe tirargli un pugno in faccia per come si comporta. Nel frattempo all’esterno l’Uomo Talpa ha fatto circondare l’edificio decadente dai suoi talpoidi: è consapevole che non sono al massimo della forma dopo l’esposizione ad alcuni fattori inquinanti del mondo di superficie (V. Fantastici Quattro 170/171), ma questa missione è alla loro portata, se verrà conclusa con successo si rimetteranno in sesto. Così l’Uomo Talpa ordina ai suoi sudditi di far calare l’edificio sottoterra, nelle profondità, ma di farlo con lentezza. I talpoidi però non seguono quest’ultimo ordine e così sia Psimon che Warlock che Hope si accorgono che la loro dimora temporanea sta precipitando nel sottosuolo. L’essere tecnorganico allora si trasforma in una sorta di Omino Michelin volante, al quale si aggrappano i suoi due alleati e con un poderoso balzo sono tutti fuori dalla casa, poco prima che questa impatti col suolo e vada in mille pezzi.
I tre si ritrovano in una caverna, con un fiume che scorre sotto di loro e delle luci provenienti da piante fosforescenti. Poco dopo notano anche i Talpoidi, i quali a loro volta osservano loro tre con curiosità e non fanno caso ai rimproveri dell’Uomo Talpa per il loro comportamento avventato, almeno i suoi ospiti ne sono usciti senza un graffio. Harvey Elder presenta sé stesso ed i suoi sudditi e spiega che hanno “preso in prestito” questa struttura di Manhattan poco tempo fa (V. Fantastici Quattro 184), solo che i talpoidi, resi deboli dall’esposizione a degli agenti inquinanti, l’hanno abbandonata a sé stessa facendo sì che alcuni dei suoi componenti iniziassero a crepare. Nonostante alcune piccole divergenze in passato con i Fantastici Quattro, l’Uomo Talpa si era recato nel mondo di superficie per chiedere il loro aiuto, poi però ha avvistato Warlock ed i suoi compagni ed ha capito che erano loro tre a poter venire in soccorso del suo mondo. Così li ha invitati qui. Per Psimon non è stato affatto un invito, quanto piuttosto un rapimento e per ripicca solleva in aria coi suoi poteri telecinetici l’Uomo Talpa, il quale rimane impressionato dalle sue capacità. Warlock aggiunge che, se voleva il loro aiuto, poteva anche chiederlo e risparmiarsi la fatica di creare un enorme buco nel terreno in cui altre persone potrebbero cadere. Harvey Elder dice che non c’è nulla di cui preoccuparsi: quel buco è stato già in gran parte riempito, l’ultima cosa che vuole è che degli abitanti di superficie vengano qui a ficcare il naso. Hope ribatte che è meglio che non voglia neanche loro tre qui nel suo mondo, poiché hanno sconfitto avversari temibili come i robot Guardiani e gli Psi-Poliziotti.
Improvvisamente i talpoidi si danno alla fuga. L’Uomo Talpa spiega che sono rimasti terrorizzati da ciò che si trova alle spalle dei tre. Warlock e gli altri si voltano e si ritrovano di fronte ad orribili creature, mostri mutati come i licheni per via dell’esposizione agli agenti inquinanti della falda acquifera sotterranea. Harvey Elder fugge mentre l’essere tecnorganico trasforma le sue mani in mitragliatrici e comincia a sparare contro una delle creature, la quale crolla al tappeto. L’Uomo Talpa esorta i tre a fuggire anche loro e di stare attenti ai licheni, ovvero le piante fosforescenti. Psimon prova a chiedere spiegazioni, ma non ne ottiene alcuna. Warlock invita Hope a stare dietro di lui e, qualunque cosa accada, di non toccare questi mostri. Psimon consiglia l’essere tecnorganico di avvolgere la ragazza in un bozzolo protettivo, queste creature continuano ad arrivare in gran numero e per quante ne eliminano altre fanno il loro ingresso e presto potrebbero non essere più in grado di fermarle. Warlock segue il suo consiglio. Ad un tratto un lichene semovente si avvicina a Psimon e, prima che lui possa reagire, lo avvolge completamente: il ragazzo rimane bloccato al suo interno e, dal momento che la pianta è forte ed appiccicosa, non è nemmeno in grado di utilizzare i suoi poteri per liberarsi.
Hope potrebbe salvarlo: se toccasse la pianta la transmoderebbe e sarebbe più facile liberarsi, però la pianta è organica. E se lei non riuscisse a controllare il suo potere? E se Mainspring facesse ancora più male a Chi-Chee e lei perdesse la concentrazione? Il virus tecnorganico allora potrebbe infettare anche Psimon. Warlock esorta Hope a non farsi prendere dal panico e di fare come ha detto il giovane: creare dentro la sua mente una cassa e riporvi al suo interno tutte le paure ed il dolore. Deve transmodare quella pianta come ha fatto col cristallo alla base degli Psi-Poliziotti e far sì che lei controlli il virus e non viceversa. La ragazza decide dunque di intervenire e tocca con una mano la pianta, che immediatamente comincia a transmodarsi: Hope riesce a mettere da parte tutti i suoi timori ed a concentrare il suo potere unicamente sulla pianta la quale alla fine diviene interamente tecnorganica. Terminato ciò, la ragazza chiama a gran voce Psimon, il quale riesce infine a fuoriuscire dalla pianta, del tutto sano e salvo, seppur ricoperto di una patina giallo oro causata dalla polvere transmodica che all’inizio sconvolge Hope.
Il ragazzo torna ad unire le sue forze con quelle di Warlock, tuttavia ci
sono troppi mostri e non si possono fermare tutti telecineticamente. Psimon
però ha in mente qualcos’altro: è un trucco chiamato
L’Uomo Talpa ringrazia i suoi
insoliti alleati: l’inquinamento nell’aria ha creato quelle creature, come ha
pure indebolito i suoi Talpoidi, l’aiuto dei tre era decisamente
necessario. Warlock inoltre ha in mente un’idea per aggiustare
Sorge un nuovo giorno mentre Warlock, Psimon e Hope ritornano in superficie attraverso dei vicini tunnel, fino a giungere nel luogo dove prima vi era la loro dimora temporanea. Dopo aver trovato rifugio sotto un pilone del ponte di Manhattan, l’essere tecnorganico dice a Hope che ormai di lui non c’è più bisogno dal momento che lei ha imparato a controllare i suoi poteri. La ragazza ribatte che, solo perché ora è in grado di badare a sé stessa, non significa che non abbia bisogno di un amico. Dopotutto sono un gruppo. Psimon porge una mela ad Hope e la invita a mangiarla. La ragazza la addenta senza problemi, ma improvvisamente lancia un urlo di dolore: riguarda Chi-Chee, non sa cosa sia accaduto, ma le cose sono decisamente peggiorate.
Astronave di Mainspring: L’uomo si chiede perché non ci sia arrivato prima: la scimmia è infettata con lo stesso virus che ha colpito Hope. Ora l’animale è preda dell’agonia e, se si insiste su questo tasto, lo si potrebbe costringere ad espandere i suoi limiti. In quell’istante il virus si propaga da Chi-Chee e va a colpire un Guardiano, il quale viene immediatamente transmodato. Mainspring è estasiato: chi ha più bisogno della ragazza ora? Finalmente può controllare il virus tecnorganico e portare avanti i suoi piani: prima un Guardiano, poi un intero esercito di loro, infine il mondo.
WARLOCK 5 (02/2000):
VOLONTÀ (WILL)
Louise Simonson (storia)-Pascual Ferry (matite)-Mark Morales/Scott Koblish/Don
Hillsman (chine)-Steve Oliff (colori)-Bobbie Chase (supervisione)
Astronave di Mainspring: L’uomo ha intravisto il destino dei suoi robot Guardiano, un miracolo chiamato virus tecnomeccanico. Il virus che Hope ha contratto era tecnorganico, ma lei lo ha fatto mutare, lo ha cambiato e ha passato questo fardello alla scimmia da lei chiamata Chi-Chee: è una mutazione che permette a chi la possiede di transmodare non solo esseri organici, ma anche entità non organiche come i robot. Questa infezione dovrebbe consentire a Mainspring di usare il Guardiano transmodato per modificare altri oggetti, ma sfortunatamente c’è un problema: il robot è inerte, incapace di obbedire a qualsiasi ordine. Mainspring se ne chiede il motivo: forse non ha sufficiente potenza? O forse la capacità di passare il virus ad altri esseri non organici richiede anche un atto di volontà?
Manhattan: Warlock, Hope e Psimon hanno trovato rifugio in una scuola, chiusa per la festività del Giorno del Ringraziamento. Qui hanno potuto darsi una rinfrescata e Psimon ha potuto portare avanti senza problemi l’allenamento della ragazza. Nel vedere i due fluttuare in un campo di forza insieme a dei libri e a delle mele, Warlock constata che a Hope piace davvero Psimon: del resto è una persona a posto ed i suoi poteri sono davvero utili, potendo emettere un campo di forza che impedisce a Mainspring di rintracciarli. Adesso lei è più tranquilla, più in controllo, e guarda Psimon con occhi diversi, come se fosse un grande eroe: lo stesso sguardo che un tempo lanciava a Warlock. Ma l’essere tecnorganico si domanda come possa essere un eroe per lei, considerato che è stato lui a portare sulla Terra il virus transmodico e, indirettamente, ad infettarla. Psimon intanto esorta Hope a transmodare un libro, ma non una mela, compito che lei esegue con facilità.
Warlock continua a riflettere: forse Hope tornerebbe a guardarlo in quel modo se fosse un umano. E così assume le fattezze di Leonardo Di Caprio, un attore per cui la ragazza impazzisce. Poi però diventa una strana e buffa creatura, anche se l’ultima cosa che vuole è che Hope lo veda come un pagliaccio. In quell’istante Warlock si avvede che inavvertitamente la ragazza ha esteso i suoi poteri aldilà del campo di forza ed ha transmodato una piccola colonna, così le urla di smetterla subito. Psimon, il quale non si è avvisto della cosa, se la prende molto ed afferma che Hope si stava comportando benissimo prima che l’essere tecnorganico la spaventasse. Preda della rabbia, Warlock si trasforma in un orribile mostro alieno ed assorbe il palo transmodato, spiegando cosa è accaduto. Psimon ribatte che allora non c’è modo migliore per Hope per imparare a controllare i suoi poteri che allenarsi in un ambiente sicuro. Warlock controbatte che non c’è niente di sicuro quando si tratta di Phalanx, Psimon non ha idea di cosa significhi: nel virus c’è un comando nascosto per sovrastare e trasformare ogni altra forma di vita, Cameron Hodge pensava di poterlo controllare ma ha fatto una brutta fine. In quel momento Hope, in lacrime, implora ai suoi due amici di smetterla.
Microverso, Sub-Atomica: Psycho-Man con sollievo constata che le scosse che hanno recentemente perseguitato il suo mondo si stanno placando, mentre la massa del Microverso si dissolve, cambia e si trasforma in una reazione a catena che mette in pericolo la stabilità del tutto. Viene da chiedersi cosa abbia causato ciò, o chi. Poco dopo i sensori di Psycho-Man localizzano la fonte del problema dentro un universo più grande: è un essere che emana una specifica traccia energetica che minaccia l’esistenza stessa di Sub-Atomica. Psycho-Man ha intenzione di trovare questo distruttore e fermarlo, o meglio, incanalare il suo potere per poter divenire ancora più temibile.
Manhattan: Warlock si chiede perché prima sia scattato in quel modo. Hope e Psimon sono andati a prendersi una pizza e lui li ha detestati per questo. Non era così preda di uno scatto di nervi quando stava coi Nuovi Mutanti ed aveva tanti amici. In quell’istante l’essere tecnorganico nota una lavagna piena di formule matematiche: con suo stupore si accorge di capirli ed interpretarli tutti. Forse la personalità di Doug è divenuta parte di lui, così come la sua capacità mutante di comprendere i linguaggi, anche quelli più particolari come quello della fisica. Warlock è cambiato, in più di un senso. Poco dopo Psimon e Hope ritornano, ansiosi di riferirgli una cosa. Come vede l’essere tecnorganico, la ragazza lo abbraccia: può sentire dove si trova Chi-Chee, a bordo di un satellite orbitante di Mainspring. Forse possono ora chiedere in prestito un’astronave a Tony Stark e andare a cercarla.
Così i tre si recano presso l’azienda del facoltoso imprenditore, situata vicino al Chrysler Building, ma non c’è nessuno, anche se per fare impressione Warlock assume l’aspetto di King Kong. Poi Hope si ricorda di Iron Man, la guardia del corpo di Tony Stark: forse lui sa dove si trova il suo datore di lavoro. Si recano perciò al Palazzo dei Vendicatori, ma Jarvis li informa che Iron Man è attualmente impegnato in una missione con gli eroi più potenti della Terra (V. Fantastici Quattro 188), ma verrà avvertito della loro visita. In quel momento una folata di vento fa sbattere un foglio di carta contro la faccia di Warlock: l’essere lo esamina e scopre che è un volantino che pubblicizza una convention dedicata alle risorse tecnologiche più avanzate, forse lì avranno ciò che serve loro.
Così i tre si recano all’esposizione, con l’eroe che assume la forma del cappotto di Hope. Psimon è impressionato dalla tecnologia che lo circonda, mentre Hope è preoccupata per la notevole quantità di persone presenti, non vuole che accidentalmente qualcuno rimanga transmodato. Poco dopo Warlock nota una ragazza in lontananza e crede di riconoscerla: sembra Kitty Pryde, del resto lei adora i computer, è così che lei e Doug Ramsey si sono conosciuti. Non vuole che lei lo veda, potrebbe ancora essere arrabbiata con lui per il fatto che l’ultima volta che si sono visti se ne sia andato senza dare una spiegazione, probabilmente non capirebbe. Poco dopo i tre si ritrovano davanti a ciò che serve loro, un enorme computer in grado di rintracciare satelliti ed analizzare anomalie spaziali: Warlock chiede a Psimon di accedere al suo sistema, da lì in poi ci penserà lui.
Alla mostra è presente anche Peter Parker, poiché colui che ha progettato il computer è un suo caro amico dai tempi della scuola. Improvvisamente il suo senso di ragno inizia a pizzicare alla grande: la gente sta fuggendo, preda di un’ondata di paura che sta circondando la sala anche se qui dentro non c’è alcun pericolo. Tuttavia Peter ha già sentito una cosa del genere prima d’ora e, se è chi pensa, questo è un lavoro per l’Uomo Ragno e la sua fida macchina fotografica. Anche Hope e Psimon avvertono la sovrastante, quasi palpabile paura: è un attacco psichico proveniente da una fonte esterna. Grazie ai suoi poteri, Psimon riesce a resistergli, seppur a fatica, ma la ragazza si fa prendere immediatamente dal panico e Warlock è costretto a trattenerla. In quell’istante giunge sulla scena l’Uomo Ragno, che invita i tre a combattere questa sensazione di paura irreale, in quanto essa emana da Psycho-Man: è un inventore originario di un’altra dimensione, ideatore di un congegno capace di irradiare le emozioni di odio, dubbio e paura, la sua preferita. A conferma delle parole di Peter Parker, in quel momento Psycho-Man appare: dunque la fonte del caos molecolare di Sub-Atomica è una semplice ragazzina. Un potere fenomenale sprecato per qualcuno le cui reazioni sono facilmente prevedibili, è bastata una semplice sensazione di paura per rivelare la sua presenza.
Astronave di Mainspring: Un robot Guardiano entra nella sala privata del misterioso essere: aveva chiesto di non essere disturbato, ma è appena stata rilevata la traccia energetica di Hope, finalmente si è a conoscenza del luogo esatto in cui si trova. Mainspring pensa che deve ancora trovare la chiave che attiverà il suo miracolo tecnorganico per avere alla propria portata il potere che costui rappresenta: credeva in lui di aver trovato tutto ciò di cui aveva bisogno, ma forse si sbagliava. Così Mainspring ordina che venga subito radunata una truppa di Guardiani: non importa a quale costo, ma la ragazza deve essere portata al suo cospetto.
New York: Psycho-Man intensifica il potere della sua arma, mettendo in ginocchio Warlock e l’Uomo Ragno, mentre Hope è quasi in stato catatonico ed inizia a transmodare il pavimento. Psimon tenta una strategia: isola la sua paura ed impiega tutta la sua concentrazione per creare una barriera psichica protettiva. La manovra ha successo, ma non durerà a lungo, così Psimon lancia un attacco psichico contro Psycho-Man, mentre l’Uomo Ragno spara contro il criminale una sua ragnatela. Psycho-Man deride il tessiragnatele: il suo patetico piano di utilizzare la ragnatela per sottrargli l’arma è miseramente fallito, non può competere con la sua forza. Peter Parker ribatte che non è così: la sua ragnatela ha premuto e bloccato il pulsante dell’odio, che ora è a piena forza, e sta pompando in loro odio sufficiente a far desiderare loro di uccidere il nemico. Psycho-Man trasale: l’odio è un sentimento potente e pericoloso, specialmente quando è diretto contro di lui. Potrebbe perdere il suo armamentario, le sue vittime o addirittura la sua stessa vita. Così il criminale decide di portare questa disputa ad un nuovo livello: ed in un lampo di luce svaniscono tutti.
Gli eroi si ritrovano ad essere rimpiccioliti a livello molecolare e trasportati a bordo della nave di Psycho-Man, sito del suo originario simulatore di emozioni: molto più grande, potente, efficace e completo di allucinazioni. Il criminale attiva la paura e gli eroi si ritrovano perseguitati dalle loro fobie: Hope vede tutto il mondo transmodato a causa sua; Psimon pensa che ciò sia colpa sua poiché ha aiutato il nemico a causare questa disgrazia; anche Warlock si attribuisce la colpa di ciò, in quanto ha portato lui Phalanx sulla Terra. L’Uomo Ragno è il primo a riprendersi ed esorta i suoi alleati a fare altrettanto: quello che stanno vedendo non è reale, ma solo la loro personale visione di un mondo pieno di orrore che continua a girare nelle loro teste. Warlock e Psimon riescono in qualche modo a riprendere possesso delle loro facoltà, ma lo stesso non si può dire di Hope: nella sua mente vede gente che urla e poi viene distrutta. Inevitabilmente inizia a transmodare la materia attorno a sé. L’Uomo Ragno esorta Psycho-Man a smetterla subito, così facendo sta solo perdendo la sua nave.
Il criminale invece attiva una nuova sensazione: il dubbio, una forma più mitigata di paura, ma comunque un potente mezzo di controllo, un sentimento paralizzante. Ma non funziona: dovunque guardi, Hope vede il disastro, ha provato a combattere le sue paure ma non c’è riuscita. Così la materia transmodica che fuoriesce da lei aumenta a dismisura, con gran sgomento di Psycho-Man. Psimon invita il criminale a guardare ciò che il suo raggio del dubbio ha creato: lui ha imparato a convivere con esso da una vita intera ed è riuscito comunque a compiere delle scelte. L’Uomo Ragno aggiunge che si vive anche con la consapevolezza di creare il proprio peggior incubo. Warlock si rivolge a Psycho-Man, dicendogli che il dubbio non può scalfire loro: hanno commesso tutti gravi errori e si convive col dubbio ogni giorno della propria vita. Ma Hope è una ragazza così giovane, gentile e sensibile: avverte queste sensazioni più di loro poiché non le ha ancora davvero provate. Psycho-Man allora pensa che sia necessario confinare il soggetto ed effettuare alcuni test, ma Psimon approfittando della sua distrazione manda telecineticamente Hope contro di lui. La ragazza tocca il simulatore di emozioni, e come conseguenza viene immediatamente transmodato ed assorbito da Warlock. Psycho-Man si dispera: tutto il controllo che aveva sulle masse è scomparso, come continuerà ora i suoi esperimenti? È stato ingannato, manipolato, non vuole più avere attorno a sé questi eroi.
Così Psycho-Man preme un pulsante della sua armatura e l’Uomo Ragno e gli altri si ritrovano a compiere il viaggio di ritorno al loro mondo, fino a giungere nel museo da cui era iniziato tutto. Qui una persona richiama l’attenzione di Warlock: è Kitty Pryde, dunque l’eroe non si era sbagliato prima. I due ex compagni di squadra si abbracciano, suscitando il sospetto di Hope, ma prima che possano raccontarsi cosa è accaduto si ode uno strano mormorio. Subito dopo una vetrata del museo viene infranta ed irrompono i robot Guardiano. Shadowcat dice a Warlock che, dopo che si saranno occupati di questi mostri, farà meglio a spiegarle chi sono e cosa diavolo sta accadendo.
WARLOCK 6 (03/2000):
SCHIZOFRENIA (SPLIT PERSONALITIES)
Louise Simonson (storia)-Pascual Ferry (matite)-Mark Morales
(chine)-Steve Oliff (colori)-Bobbie Chase (supervisione)
Astronave di Mainspring: Un robot Guardiano riferisce che una truppa di suoi simili ha appena fatto irruzione nel museo dove si trovano Warlock e gli altri, i quali in questo momento sono sotto attacco. Mainspring tuttavia pensa che questo non risolva il suo problema principale: il robot transmodato rimane qui, inutile e paralizzato, e lui non ne intuisce il motivo. Il virus tecnorganico ha reso la sua struttura infinitamente più complessa, con ogni cellula che necessita di una infusione diretta di energia. Forse la soluzione è questa, basta solo più energia. Il robot interrompe la sua meditazione e Mainspring lo distrugge, poiché su uno degli schermi è apparsa una immagine che ha catturato la sua attenzione: una testa mezza seppellita nella sabbia, potrebbe rappresentare la risposta a tutti i suoi problemi. Perciò ordina ai suoi robot che gli venga portata.
New York: I Guardiani attaccano Shadowcat, l’Uomo Ragno, Warlock ed i suoi compagni. Hope, terrorizzata, chiede che vengano tenuti lontano da lei. Gli eroi sembrano avere facile gioco sui robot, ma uno di loro riesce ad oltrepassare le loro difese ed a lanciarsi contro Hope: la ragazza lo tocca ed inevitabilmente ne attiva la transmutazione, che rapidamente si estende anche al pavimento, cosa che suscita la curiosità e lo stupore di Kitty Pryde. In breve tempo tutti i Guardiani vengono messi fuori gioco e Hope chiede a Psimon di essere sollevata dal pavimento tramite un campo di forza: è molto stanca e non vuole combinare altri disastri. Il suo amico la accontenta e così gli eroi si allontanano dalla scena del disastro, mentre la folla presente nel museo è ancora scioccata per quanto accaduto poco prima. Warlock comincia ad assorbire la materia transmodica rilasciata da Hope e ringrazia l’Uomo Ragno per l’aiuto che ha dato loro. Peter Parker sparisce dunque dalla scena, non prima di aver recuperato la sua macchina fotografica che ha scattato alcune foto interessanti da rivendere. Conclusa la sua opera, Warlock e gli altri tentano di uscire dal museo, ma si imbattono in alcune guardie che, convinte siano loro la causa del disastro, senza esitare cominciano a sparare. Shadowcat ha una via d’uscita: può rendere tutti quanti intangibili e portarli nei grandi tunnel sotto la città. Hope non pensa sia una buona idea: non può rischiare di toccarla e transmodarla. Warlock la invita a non farsi prendere dal panico: può farcela, tutto quello che deve fare è rimanere calma. Psimon la incoraggia ulteriormente afferrandole la mano e prendendo poi la mano di Shadowcat: Kitty Pryde dunque rende tutti intangibili e li fa dirigere verso il basso.
New Mexico: Un Guardiano afferra ciò che Mainspring desidera: la testa di Bastion, recentemente decapitata dal cavaliere di Apocalisse noto come Morte (V. Wolverine 126). Appare disabilitato ed inerte, quale uso può avere? Improvvisamente gli occhi di Bastion si illuminano e subito dopo il robot riceve un raggio energetico contro la sua testa, che va in mille pezzi. Poi posiziona la testa di Bastion sopra il suo collo robotico: cavi penzolanti si protendono per intrecciarsi ed interfacciarsi coi cavi di controllo del Guardiano. Gli altri robot osservano increduli la scena e, quando chiedono spiegazioni, Bastion li distrugge con un raggio energetico. In mezzo ad una tempesta elettromagnetica di parti robotiche, la figura cresce e muta, interfacciandosi con la programmazione dei Guardiani, assimilando ciò che può e bypassando ciò che non può. Poi dalle labbra di Bastion fuoriesce una sola parola: potere.
New York: Shadowcat porta tutti in un condotto fognario. Psimon avverte che questo è un posto maledetto, molta gente è morta qui. Kitty spiega che è avvenuto durante il Massacro Mutante dei Morlock ad opera dei Marauders. Poi la ragazza chiede a Warlock chi lo stia perseguitando.
New Mexico: Il riformatosi Bastion sfreccia verso est a velocità supersonica: analizzando le comunicazioni, le trova piene di racconti di distruzione mutante e fuga da un museo di New York. Ora dunque sa dove deve andare: Manhattan.
New York: Warlock ha appena finito di raccontare a Shadowcat le sue ultime vicissitudini. Mainspring si vede, grazie ad Hope, al comando di un esercito di mostri robotici transmodati, ma non ha davvero idea di quello che accade e perciò continua a mandare dei robot per catturare la ragazza. Contemporaneamente Bastion atterra nel centro di Manhattan, suscitando il terrore dei passanti. Una pattuglia della polizia è presente sul posto e gli intima di alzare le mani, ma per tutta risposta Bastion distrugge l’auto con un raggio energetico emesso dalle sue braccia. Il capo della Operazione Zero Tolerance poi si blocca, analizzando la zona per individuare le persone che sta cercando, fino a trovarle nel sottosuolo: così, modificando e comprimendo il suo nuovo corpo robotico, si infiltra in una grata per scendere nel vicolo sottostante.
Intanto i compagni di Warlock si riposano dopo le ultime fatiche, mentre l’essere tecnorganico rimane di guardia. La sua prontezza di riflessi gli permette di avvertire l’arrivo di una raffica al plasma e di elevare uno scudo per pararla, mentre il rumore sveglia gli altri. Bastion osserva i suoi avversari: Hope, la preda; Warlock, l’alieno; Psimon, lo psi-poliziotto; la presenza di Shadowcat è un bonus inaspettato. Bastion si prepara a lanciare una seconda raffica e, per evitare che causi danni in questa stretta struttura, Warlock si trasforma in una piccola astronave per proteggere i suoi amici e fugge. Il criminale tuttavia li tallona da vicino. Non lo si può condurre nel mezzo di Manhattan a seminare altra distruzione, va sconfitto qui ed ora. Warlock perciò gli lancia contro alcune raffiche, ma queste non generano alcun effetto: Bastion è schermato da dei campi di forza. Il criminale controbatte con delle raffiche concussive contro le pareti, nel tentativo di far crollare la parte superiore della struttura sulle sue prede: ci riesce, ma Warlock grazie alla sua agilità riesce ad evitare che lui ed i suoi compagni vengano schiacciati. Tuttavia la manovra di Bastion lo ha confinato a terra, non può più volare.
Non avendo riconosciuto il
criminale, gli eroi notano che nessun Guardiano può fare cose del genere, è
come se il loro avversario provenisse dal futuro. E se fosse Nimrod,
Nel vedere che la tattica di Shadowcat non ha funzionato e che Bastion è più forte che mai, Hope si fa prendere dalla paura e dalla rabbia e, notando Warlock in pericolo, si lancia contro Bastion e ne transmoda il corpo robotico. Warlock gli spara contro e lo riduce in mille pezzi, poi assorbe la materia transmodica creata dalla ragazza. Ed alla fine di Bastion resta intatta solo la testa. Quel corpo che ha preso in prestito era di qualità inferiore, ma la sua essenza rimane viva ed inattaccabile: la magia del Seggio Periglioso che lo ha trasformato gli ha anche conferito qualcosa di molto simile ad una vita eterna. Una vita che Bastion impiegherà per distruggere tutti i suoi nemici. Hope esorta Warlock a guardare bene il loro avversario: è un mostro, un abominio senza vita, solo dei pezzi di altri robot messi insieme. L’eroe pensa che con queste definizioni la ragazza potrebbe anche parlare di lui. Psimon afferma che con un essere del genere non possono sapere cosa voglia dire essere vivo. Hope non vuole sentire ragioni: Bastion è malvagio e pericoloso ed odia le persone solo perché sono diverse. Basta che Warlock glielo chieda e lei riuscirà a transmodarlo, anche se è protetto da una magia, poi l’eroe potrà assorbirne l’energia ed eliminarlo cosicché non farà più male a nessuno. Warlock però non è d’accordo: per quanto malvagio sia Bastion, loro non possono fare questo, non se è vivo. Shadowcat concorda col suo ex compagno di squadra: loro non uccidono, la domanda vera è se Bastion è una macchina può essere ucciso? E c’è una risposta: quando lei le attraversa, le macchine ed i computer vanno in tilt. Kitty con una mano trapassa la testa del criminale, spegnendone gli occhi luminosi: se era una macchina adesso è storia. Poi la mutante rende intangibile la testa e la piazza in un buco sotto il terreno: demone o robot, ora Bastion è seppellito e dimenticato. Warlock tuttavia si chiede come abbia fatto a fondersi con un robot Guardiano.
Poco dopo Warlock si trasforma in una mongolfiera e carica Psimon e Hope. Ora devono portare la battaglia nel covo di Mainspring e rivalersi su di lui. Dietro consiglio di Shadowcat, si dirigeranno all’Isola Muir in Scozia: lì ci sono computer in grado di localizzare il satellite del criminale. E c’è anche Rahne, un’altra ex compagna di squadra dell’eroe, la ragazza per cui Doug Ramsey ha dato la sua vita. A Warlock manca molto e non vede l’ora di rincontrarla.
Alcune ore dopo, circondato dai suoi Guardiani, Mainspring percorre il condotto fognario sede della recente battaglia tra Bastion e gli eroi. I robot individuano la traccia energetica di Hope, nel luogo dove il trasmettitore del Guardiano posseduto dal criminale ha smesso di funzionare. Il tunnel è pieno di inutile polvere tecno-meccanica, ma la testa deve essere rimasta intatta poiché ci sono ancora deboli emissioni di energia. Alla fine un robot trova Bastion nel luogo dove Kitty lo ha seppellito e lo riporta alla luce. Mainspring è soddisfatto: Bastion ha imparato una preziosa lezione e non rifiuterà più il potere che lui può offrirgli. Presto, molto presto, diventerà un affidabile alleato.
WARLOCK 7 (04/2000):
NEL FRATTEMPO (MEANWHILE)
Louise Simonson (storia)-Pascual Ferry (matite)-Mark
Morales/Al Milgrom/Harry Candelario (chine)-Steve Oliff (colori)-Bobbie Chase
(supervisione)
Isola Muir: Wolfsbane abbraccia Warlock, felice per il fatto che lui sia ritornato ma chiamandolo Douglock. Hope è un po’ indispettita: prima quella bella brunetta ed adesso questa lupa mannara. Warlock presenta ai suoi compagni Rahne, amica ed ex compagna di squadra. Wolfsbane ribatte però che era più di un’amica: Doug gli ha salvato la vita, è morto per lei. Hope controbatte che quello non è Doug, né Douglock, semplicemente Warlock. Psimon si dice molto felice per il fatto di poter incontrare Rahne, ma qui fuori fa molto freddo, forse è meglio spostare la conversazione all’interno. Wolfsbane e Hope prendono ognuna un braccio di Warlock, il quale per evitare guai si districa dalla sue ragazze e si fionda nel laboratorio di Moira MacTaggart, che saluta ed a cui presenta i suoi amici. Psimon rimane incantato dalla grandezza del laboratorio e dagli strumenti tecnologici in esso presenti. Dopo che le presentazioni si sono concluse, Moira fa accomodare Hope su una macchina, che testerà le sue capacità mutanti. Rahne ne approfitta per appartarsi con Warlock e parlare con lui, chiedendogli se davvero in lui non c’è più la personalità di Doug. L’eroe risponde che si sente entrambe le persone, ma se non altro ora sa chi è davvero e questo lo rende più felice, anche se con ciò c’è anche la consapevolezza che l’invasione Phalanx che ha ucciso tutte quelle persone ed infettato Hope è colpa sua, poiché lui ha portato il virus transmodico su questo pianeta quando era più giovane ed ingenuo. Però ciò non deve essere una scusa se rischia di causare la distruzione della Terra: così Warlock si collega ai potenti computer del laboratorio, nella speranza di rintracciare la base di Mainspring.
Astronave di Mainspring: Il robot trasformato da Chi-Chee si è rivelato una grande delusione per il criminale, in quanto ancora privo di vita: dopo molte ricerche, Mainspring ha scoperto che le sue cellule modificate richiedono una costante infusione di energia ed un’interfaccia di controllo bio-meccanico. Elementi che potrebbero essere forniti da Bastion. Mainspring tiene tra le sue mani ciò che potrebbe rappresentare la soluzione ai suoi problemi: il criminale lo attiva, nella speranza di raggiungere un accordo vantaggioso per entrambi.
Isola Muir: Hope non è molto felice di sottoporsi a questi test, ma Psimon la incoraggia. Così solleva in aria la ragazza tramite un campo di forza per impedire che venga rintracciata, poi la esorta a mostrare a Moira ciò che è in grado di fare. Hope non si fa ulteriormente pregare, scatenando al massimo le sue capacità e transmodando la locale unità Cerebro. Moira rimane sconvolta e Hope dice che nulla, né i computer né le persone, sono al sicuro da lei. Psimon ribatte che questo non è vero: di solito ha un discreto controllo sui propri poteri, cosa è successo? La ragazza risponde che già prima d’ora qualcuno aveva testato le sue capacità: Mainspring. Cambiare le cose, le piante, gli animali, la faceva soffrire e ricorda che fino a poco tempo prima era un soggetto in gabbia: queste sensazioni sono ritornate e le fanno venire voglia di distruggere tutto. Forse nemmeno Mainspring poteva immaginare quanto davvero mostruosa sarebbe diventata.
Astronave di Mainspring: La testa di Bastion viene
fatta librare su un campo di proiezione visiva. Prima di procedere, Mainspring
vuole sapere con chi ha davvero a che fare, così gli chiede chi sia. Bastion
risponde che è un caccia-mutanti, il bastione dell’umanità contro le impurità
genetiche. In quel momento sotto la testa compare un corpo, filtrato dalla luce
riflessa. Mainspring intuisce che questa è solo la membrana esterna della
programmazione di Bastion, una semplice chimera di percezione facilmente
abbattibile. Così afferma che Bastion è solo l’illusione di un uomo, che sta
vivendo una bugia: quel programma deve essere cancellato. Il caccia-mutanti
esegue. Dunque Mainspring gli chiede nuovamente chi
sia. Stavolta la risposta è Nimrod, sentinella e guardiano, strenuo difensore
dell’umanità presente e futura. Mainspring pensa che la sua psiche sia come una
matrioska: ogni programma sovrascrive l’altro e funge da complemento per il
successivo. Tuttavia la cosa non è incompatibile con i suoi obiettivi: anche se
dovessero rimanere dei residui della programmazione base, non dovrebbero
sorgere dei problemi. Perciò chiede che Nimrod venga
cancellato. La sentinella esegue ed alle sue spalle
compare l’ologramma della testa di un gigantesco robot. Così Mainspring gli
chiede nuovamente chi sia. Questa volta la risposta è Master Mold,
Isola Muir: Sola in una stanza, Hope medita sulla sua condizione: si sta comportando come un mostro sin da quando Psycho-Man ha usato su di lei i raggi emotivi, però essi sono stati usati anche su Psimon e Warlock e loro sono usciti dal condizionamento, dunque perché lei non riesce a fare altrettanto? Forse perché è rosa dalla gelosia: Shadowcat e Wolfsbane sono belle, intelligenti, sofisticate e nel controllo dei propri poteri, anche Psimon è rimasto intrigato da loro. Lei invece sta sprecando tempo a preoccuparsi del suo posto nel mondo quando potrebbe distruggere delle vite con un semplice tocco, è sconvolta. In quel momento Rahne entra nella sala e le chiede se stia bene: Moira stava effettuando quei test solo per aiutarla, non per sfruttarla. Hope la invita a non toccarla: il contatto con lei è pericoloso. Wolfsbane le chiede se abbia mai davvero sentito parlare di un potere mutante, perché il suo è incredibile: può alterare la composizione molecolare e la struttura di ciò che tocca. La ragazza non pensa che sia così incredibile e glielo dimostra transmodando un bicchiere. Rahne ribatte che, secondo Moira, Hope continua a fare ciò perché ha vissuto un’esperienza traumatica, ma che probabilmente potrebbe cambiare le cose in altri modi, anche in forme non transmodiche. Wolfsbane la esorta a provarci prima di uscire dalla stanza. Ad Hope occorrono ore di meditazione, di prove, di sperimentazioni: certe cose non accadono di improvviso. Ma alla fine ci riesce e per lei è come un miracolo: il bicchiere transmodato è tornato ad essere composto di vetro.
Astronave di Mainspring: Il criminale adatta il corpo del robot transmodato perché riceva l’interfaccia bio-meccanica che un tempo era Bastion. Poi, quando tutto è pronto, Mainspring prende tra le sue mani la testa di Bastion, abbassandola come se fosse una corona: i cavi si intrecciano e si fondono col corpo robotico, una fusione perfetta. Gli occhi di Bastion risplendono di un rosso fuoco, simbolo di una rabbia interna troppo fiera per essere negata, poi diventano neri. Infine il caccia-mutanti rinasce a nuova vita ed esulta: serviva potere per completare la fase finale e di quello ne ha in abbondanza. Attraverso Mainspring, ha riscoperto la sua vera forma ed ora si prepara a portare avanti i suoi piani. Ma il criminale ribatte che adesso non è più Bastion, ma Template, ed a sua immagine modellerà l’impero che verrà. Presto, insieme, loro due trasformeranno questo mondo.
Isola Muir, alcuni giorni dopo: Grazie al supporto di Psimon, Warlock e Wolfsbane, Hope ha recuperato pienamente il controllo delle proprie capacità ed il suo equilibrio interno. La ragazza chiede a Rahne se a volte non desideri tornare indietro, solo per essere normale. Lei risponde che accade molto di rado, anche perché l’uomo che l’ha cresciuta era un vero mostro: essere una mutante l’ha fatta notare da Moira e probabilmente le ha salvato la vita. Inoltre pensa che ci sia una ragione per cui è stata creata così, perché possa fare la differenza e rendere il mondo un posto migliore. Hope perciò le fa capire che, secondo lei, le cose accadono per una ragione. Wolfsbane conferma, non può credere altrimenti. Ad un tratto Warlock interrompe il loro colloquio: ce l’ha fatta, ha localizzato il satellite di Mainspring.
Astronave di Mainspring: Template si è interfacciato con successo al satellite di Mainspring ed ha imparato a modificare il suo ambiente, ad estendere il proprio controllo tecno-meccanico. Per Mainspring è ora pronto ad una sfida più ardua: deve solo selezionare un sito di prova, isolato ma ricco di tecnologia computeristica. Poi Template si interfaccerà con un computer scelto, lo infetterà rimodellandolo a suo piacimento e lo consegnerà alla volontà di Mainspring. Improvvisamente un Guardiano avverte che sono stati rilevati: un intruso ha oltrepassato le loro difese e sta cercando di penetrare nel loro sistema. Mainspring chiede da dove questo tentativo di hackeraggio abbia origine. Quando il robot risponde che l’intruso sta operando dall’Isola Muir, il criminale ha trovato il luogo perfetto per il suo sito di prova.
Isola Muir: Hope si complimenta con Warlock per quello che è riuscito a fare, ma improvvisamente Template si infiltra in uno dei computer di Moira e lo rimodella fino a fargli assumere il suo aspetto. Warlock gli scarica contro una raffica che gli procura alcuni fori nella sua struttura, eppure pare non aver avvertito nulla. Psimon allora lo fa trapassare da un campo di forza, nella speranza di prosciugare le sue energie: tuttavia Template si libera facilmente da questo impedimento, poi cerca di infiltrarsi nei generatori dell’isola. Warlock agisce prontamente e, mutando un suo braccio in una lama affilata, decapita il robot. Hope si protende per toccare la testa, ma questa torna ad essere materiale transmodico prima che lei possa agire. L’eroe tecnorganico capisce: quella era solo una proiezione, una sorta di burattino, il vero Template è ancora nello spazio con Mainspring. Ed ha con sé il virus trans-meccanico ed il potere di trasmetterlo a suo piacimento a qualsiasi computer, bisogna agire al più presto. Così Warlock si trasforma in un’astronave ed i suoi amici vi salgono a bordo: l’insolito mezzo sfreccia verso lo spazio. L’eroe spera di raggiungere il satellite e fermare i piani di Mainspring prima che l’inferno si scateni sulla Terra.
Spazio profondo: C’era una volta un mondo blu e scintillante, non
molto differente dal nostro. Diversamente dalla Terra, però, aveva sperimentato
l’invasione di esseri alieni che si definivano
Oltre l’orbita terrestre: Gli eroi notano che un portello del satellite è aperto: è di certo una trappola, ma non possono permettersi di esitare. Mainspring ha un piano e non è uno sprovveduto, anche se spesso ha sottovalutato le loro capacità. Così Warlock entra nel covo del criminale, che è lì ad aspettare lui ed i suoi amici circondato da svariati Guardiani. I suoi servi faranno del loro meglio per tenerli impegnati qui, mentre Template inizierà ad estendere il suo dominio sulla Terra.
WARLOCK 8 (05/2000):
ERRORE UMANO (HUMAN ERROR)
Louise Simonson (storia)-Pascual Ferry (matite)-Mark Morales
(chine)-Steve Oliff (colori)-Bobbie Chase (supervisione)
Warlock, Psimon, Hope e Wolfsbane cercano a fatica di contrastare gli attacchi di Mainspring, Template e dei robot Guardiani. Soprattutto Template si rivela un osso duro poiché, con le sue capacità di interfaccia, sembra essere in più posti contemporaneamente. Psimon vede la situazione come disperata, ma Warlock gli ricorda le più recenti battaglie contro Bastion e come ne siano usciti vincitori. Hope comunque propone per il momento di abbandonare la battaglia e dare un’occhiata al satellite. Wolfsbane concorda con lei: magari così facendo troveranno un modo per sconfiggere i loro nemici. Warlock decide di assecondarle e si trasforma in un’enorme creatura sulla cui schiena salgono i suoi amici, prima che l’eroe si lanci di gran lena dentro le viscere delle struttura: Hope gli indica dove andare, avverte la presenza di Chi-Chee e vuole liberarla. Gli eroi percorrono un lungo corridoio, fino a giungere in un’ampia sala piena di schermi dal soffitto al pavimento che riprendono più che altro ciò che sta accadendo a Manhattan. Hope nota immediatamente Chi-Chee e la scimmia, rivedendo la sua amica, le salta in braccio.
Warlock invece si avvede di qualcos’altro, quella che appare come un’immagine torreggiante di Template quasi nascosta dalle fitte ombre della struttura: all’inizio sembra essere parte dei macchinari, poi gli eroi capiscono che è lui il meccanismo e la sua immensa presenza domina la stanza. Template è immobile, la sua concentrazione totalmente impegnata, come un ragno in una tela che controlla l’intero satellite: se non viene fermato subito, presto potrebbe prendere il controllo di tutto. Ad un tratto su uno schermo compare l’immagine di Wall Street, segno che Template si è infiltrato nei suoi sistemi informatici così come aveva fatto sull’Isola Muir. Gli eroi rimangono talmente sconvolti da ciò che non si avvedono alle loro spalle dell’arrivo di Mainspring, il quale li mette tutti ko con una potente raffica di un cannone energetico. L’attacco alla borsa di New York è solo un diversivo mentre lui grazie a Template va alla conquista del mondo.
New York: L’immagine dominante di Template si materializza dentro le sale della borsa di Wall Street. Il pavimento di questa struttura è una rete di centri di informazione computerizzati ed ora il lacchè di Mainspring controlla tutto questo. Sul posto accorrono i Vendicatori e l’Uomo Ragno, in un disperato tentativo di fermare la minaccia. Scarlet usa i suoi poteri magici cercando un punto debole che non sembra esistere; Giant-Man consiglia ad Iron Man di allontanarsi: questa creatura sta cercando di raggiungere con i suoi cavi l’armatura computerizzata dell’eroe per poterla trasformare; Tony Stark decide comunque di provare a distruggere questa cosa insieme a Warbird; She-Hulk è confusa: questo non è il solito robot, altrimenti lei e Triathlon l’avrebbero già ridotto a pezzettini; Peter Parker e Wasp sono altrettanto confusi, poiché non hanno veramente idea con chi hanno a che fare: quell’essere è come una immagine tombale del dio della finanza e colui che controlla l’economia mondiale controlla il mondo stesso. Le dimensioni di Template aumentano, rendendolo meno robotico e più architetturale, fino a quando sfonda il tetto dell’edificio e sembra quasi toccare il cielo.
Astronave di Mainspring: Warlock e gli altri riprendono i sensi e si ritrovano imprigionati dentro campi di forza librati in aria, giusto in tempo per vedere la devastazione causata da Template. Mainspring dice loro che sono stati folli ad opporsi a lui. Per Warlock questo è solo l’inizio di un più grande incubo. Il criminale gli chiede se la cosa sia così grave: l’umanità è così cieca, così incline agli errori a causa del suo pensiero critico. E l’eroe, sperimentando l’umanità di seconda mano, è di tutti il più incline a commettere sbagli. Il mondo, insomma, è divenuto un posto pericoloso, ma Mainspring intende rimediare a questa situazione, rendere il pianeta un posto sicuro. Template comincia a costruire una torre, da cui emetterà il richiamo che porterà distruzione sulla Terra.
Contemporaneamente, ad anni luce
di distanza, il Magus ha appena ripulito un altro mondo infettato dalla
Phalanx, la quale era stata accolta come un dono. In poco tempo dunque i suoi
abitanti avevano raggiunto la massa critica e si erano fusi per costruire una
torre, che aveva mandato un richiamo. Un richiamo udito dal Magus, per cui
Astronave di Mainspring: Il criminale ordina a Template di cessare la costruzione della torre, ma non viene ascoltato poiché l’ex Bastion, preda dell’estasi, non fa altro che seguire l’imperativo Phalanx. Psimon dice che bisogna subito uscire da questi campi di forza, ma per quanto gli eroi ci provino è inutile. Hope tuttavia ricorda loro che Mainspring ha dimenticato il suo collegamento psichico con Chi-Chee. Prima, la ragazza aveva esortato la scimmia a fuggire, adesso la richiama indietro. Hope conosce Mainspring ed i suoi progetti e sa quali pulsanti vanno premuti perché loro si ritrovino liberi: Chi-Chee preme quei pulsanti, vi è un lampo accecante, infine gli eroi sono nuovamente liberi di agire. Warlock propone di andare subito a sconfiggere Template, nella speranza di essere ancora in tempo, ma Mainspring glielo sconsiglia: un errore umano ha creato il disastro che lo ha quasi distrutto e lo ha reso ciò che è, e simili errori ripetuti nel tempo hanno quasi distrutto il mondo. Perciò in Template ha inserito un programma di sicurezza negli affari umani, un programma per proteggere e preservare. Warlock invita il criminale a guardare in faccia la realtà: non ha più il controllo di Template e loro lo abbatteranno a qualsiasi costo. Mainspring però non è d’accordo e manda contro gli eroi i suoi Guardiani. Mentre la battaglia impazza, Hope fa notare che esseri tecno-meccanici come questi hanno bisogno di molto potere, quindi qual è la fonte di energia di Template? Warlock ha tutta l’intenzione di scoprirlo e manda un tentacolo meccanico dentro una delle copie di Template.
Nel frattempo sulla Terra la
torre ha raggiunto dimensioni colossali e crepita di energia, mentre tutta
Manhattan precipita nell’oscurità. Poco dopo Warlock si rivolge nuovamente a
Mainspring: è riuscito ad accedere al sistema di Template e, usando i suoi
poteri di decifrazione, ha capito che non è più quello di prima. Il programma
di Mainspring è stato cancellato ed è stato sovrascritto dall’imperativo
Phalanx. Ed ha anche trovato la fonte di energia: è Mainspring stesso ed è
grazie a ciò che ha il controllo su di sé. Quello che è stato fatto da Template
può essere disfatto unicamente da lui. La gemma rossa
situata al centro della fronte di Mainspring brilla di
energia mentre lotta per riottenere il controllo. Questa battaglia di volontà
si riflette nell’aspetto esteriore del satellite dal momento
che la sua membrana tecnorganica cambia continuamente forma ed aspetto,
con l’equilibrio del potere che si sposta da Template a Mainspring. Ma alla
fine è il primo a prevalere ed il criminale, con un
grido di dolore, si inginocchia sul pavimento: Phalanx ha vinto e tutti i sogni
di gloria di Mainspring sono andati in fumo. Il criminale capisce infine che
Warlock aveva ragione sul virus e sul richiamo, ma avrebbe dovuto intuirlo da
solo: il creatore umano è per definizione difettoso e così le sue creazioni.
Contemporaneamente, ad anni luce
di distanza, il Magus interrompe per un istante il suo viaggio interstellare,
mentre il segnale Phalanx si indebolisce, seppur per
un istante. Ma anche se fosse scomparso totalmente, saprebbe comunque
dove si trovano
Orbita terrestre: Piogge di detriti del satellite bruciano come stelle cadenti mentre entrano nell’atmosfera: uno show di luci che dovrebbe rappresentare una celebrazione di una vittoria, ma non è cosi. Manhattan è ancora avvolta nell’oscurità e la torre svetta alta nel cielo. Warlock ed i suoi amici atterrano, riunendosi ai Vendicatori ed all’Uomo Ragno, ai quali spiegano in breve la situazione. Template è diventato come una sorta di cancro: l’energia è il suo sostegno vitale e ciò che gli permette di crescere, bisogna sottrarlo da questa fonte di potere. Poco dopo Iron Man individua i cavi che paiono i canali di energia principali di Template e gli eroi passano all’azione: Hope tramuta un cavo in vetro, il quale viene fatto a pezzi da She-Hulk, non prima però che l’Uomo Ragno lo abbia avvolto con la ragnatela per evitare che alcune schegge vaganti feriscano qualcuno. Ad un tratto però uno dei cavi di Template avvolge Wolfsbane, la quale non riesce a liberarsi: l’ex Bastion ha percepito la minaccia rappresentata dagli eroi e sta tentando di prosciugare la loro energia elettromagnetica. Hope riesce a liberare Rahne e gli altri eroi vengono avvertiti di questo nuovo sviluppo. La battaglia contro il tempo continua, ma sembra persa in partenza perché sempre più materiale non organico viene assorbito e convertito da Template e la torre diviene sempre più alta, il segnale sempre più forte.
Warlock capisce che deve trovare un modo per arrivare al potere di Template e disconnetterlo dalla sua fonte. Così l’eroe affonda nel terreno, le sue cellule tecno-organiche che fluttuano tra molecole di granito mentre va sempre più in profondità. Con sensi inumani percepisce molto più sotto un intrico di cavi tecno-meccanici e le linee di energia che li alimentano. Warlock perciò espande la sua massa, avvolgendo l’intrico, e si infiltra nella fonte di potere interrompendo il flusso di energia verso la torre ed assorbendolo dentro di sé. L’eroe inizia a risplendere, luminoso come una nova, mentre più in alto le luci della torre si affievoliscono e la crescita si interrompe. Poi, con un incredibile atto di volontà, Warlock scaglia l’energia assorbita contro i cavi tecno-meccanici riducendoli in cenere e fondendo il granito circostante. Il terreno sotto la torre trema e si muove. Warlock riemerge in superficie proprio mentre anche l’ultima luce della struttura si spegne, avvertendo tutti che la struttura sta per esplodere. Così è, ma con un semplice gesto Scarlet manipola le forze che modellano la nostra realtà: e mentre i frammenti della torre precipitano, diventano polvere tecno-meccanica e vengono catturati da un vortice che li trasporta verso il mare, ponendo così fine alla minaccia.
Dopo che le ultime spiegazioni sono state date, i Vendicatori e l’Uomo Ragno ritornano alle loro rispettive case, mentre la notte sta quasi per finire. Dalla cima di uno dei grattacieli scintillanti di Manhattan, Rahne, Hope e Psimon attendono l’alba con rinnovato ottimismo. Ma improvvisamente emerge la titanica figura del Magus, causando la disperazione di Warlock: per sconfiggerlo avranno bisogno di tutto l’aiuto possibile.
WARLOCK 9 (06/2000):
EPILOGO (ENDGAME)
Louise Simonson (storia)-Pascual Ferry (matite)-Mark Morales
(chine)-Steve Oliff (colori)-Bobbie Chase (supervisione)
Anni fa, Warlock ignorò la regola più importante del combattimento Tecnarca: mai lasciare in vita il tuo nemico sconfitto, specialmente se questo nemico è tuo padre. Ora nei cieli sopra Manhattan il Magus è tornato per annientare suo figlio ed il mondo in cui ha deciso di restare. Il padre di Warlock dice che la torre Phalanx è stata distrutta, ma da questo pianeta proviene ancora il puzzo di abominio e per questo merita l’annichilimento. L’eroe assume le maggiori dimensioni possibili e si lancia contro il Magus, trapassandolo da parte a parte all’altezza del petto: un colpo letale per molti, ma per un essere come suo padre nulla più che un’esortazione a combattere. Così il Magus intrappola suo figlio nelle spire intrecciate del suo immenso corpo, attirandolo a sé di modo da poterlo divorare. Warlock allora assume la forma di una gigantesca anguilla, dalla forma scivolosa, e rilascia una potente scarica elettrica che costringe il Magus ad abbandonare la presa. Mentre l’eroe cade al suolo, suo padre gli dice che non è più suo figlio, solo un abominio ibrido che ha assunto il suo aspetto. Questo non è più un combattimento, semplicemente una decontaminazione. Il Magus rilascia delle raffiche energetiche che vanno a colpire anche il tetto sopra cui si trovano Psimon, Hope e Wolfsbane: per evitare il peggio il giovane avvolge sé stesso e le sue due amiche in un campo telecinetico e vola via, ma quando atterra su un altro tetto trova ad attenderlo sua sorella Psiren e gli Psi-Poliziotti. Psiren ne approfitta subito per bloccare suo fratello in un campo di forza: il tempo delle dispute è passato, la battaglia che sta avvenendo ora è ciò che gli Psi-Poliziotti hanno cercato di impedire. Psimon ha abbandonato questa causa per aiutare Warlock ed è a questo che lo ha portato la sua ribellione. Lui ribatte che così facendo ha sconfitto insieme ai suoi compagni Mainspring e Template, inoltre ha abbattuto la torre Phalanx: allearsi con Warlock e Hope è stata la cosa più saggia che potesse fare. Poi abbatte il campo di forza che lo trattiene, per quanto sua sorella sia potente non può più imprigionarlo. Psiren si congratula con lui per il fatto che abbia finalmente trovato il suo potere personale, quella voce che cancella la volontà altrui. Hope la zittisce: con che coraggio critica e si lamenta mentre Warlock è là sopra, a rischiare la sua vita per salvare il mondo? O decide di aiutare, oppure può andarsene. Psiren chiede alla ragazza quale aiuto possa dare contro un colosso come il Magus.
Nel frattempo Warlock continua a mutare forma ed aspetto, attacca e si allontana con una rapidità tale che l’occhio umano non è in grado di seguirlo. Suo padre nota che i suoi poteri sono cresciuti dal loro ultimo scontro, ma non rappresenta comunque una minaccia poiché può privarlo facilmente del suo bagliore vitale. Così ficca un braccio dentro la bocca di suo figlio, che però in quel momento si trasforma in un enorme serpente e morde, staccando un braccio al suo avversario. Il Magus urla di dolore: può agevolmente far ricrescere un altro arto, ma l’onta rimane. Tuttavia poco dopo Warlock ritorna alla sua forma originale e comincia a precipitare in basso: il braccio era un’esca, le sue cellule erano avvelenate con una variazione dello stesso virus che un tempo l’eroe usò per far regredire suo padre fino allo stato infantile. Una variazione preparata appositamente dal Magus per suo figlio. In pochi istanti l’eroe regredisce e, prima che precipiti al suolo, Psimon lo avvolge in una bolla telecinetica. Approfittando dello stato di debolezza di suo figlio, il Magus lancia alcune raffiche energetiche, ma gli Psi-Poliziotti elevano un potente campo di forza che impedisce ad esse di colpire il loro bersaglio. Psimon esorta sua sorella a teleportare tutti via di qui.
Psiren esegue ed il gruppo si ritrova in Egitto, davanti alle statue di Abu Simbel. Un debilitato Warlock dice che non sfuggiranno a lungo al Magus, suo padre verrà presto e lui non ha più la forza di affrontarlo: il suo bagliore vitale sta diminuendo, presto sarà la sua fine. Hope non vuole saperne: deve pur esserci un antidoto. Poi nota che il suo amico continua a cambiare tono di voce e chiede a Rahne il perché. Wolfsbane ritiene che la parte di Warlock stia regredendo, ma la personalità di Doug Ramsey sia rimasta grossomodo intatta, tuttavia condividendo entrambi lo stesso corpo stanno tutti perdendo l’energia di cui ‘Doug’ ha bisogno per pensare. Hope chiede allora se il potere di Cypher possa essere ancora in funzione. Rahne risponde che è probabile, anche se non capisce a cosa possa servire. La ragazza ribatte che devono far vedere al Magus questo mondo attraverso gli occhi di suo figlio, per fargli capire che distruggerlo è sbagliato: Rahne le ha detto che le cose accadono per una ragione, ora ha compreso il perché. Il Magus compare poco dopo sulla scena e Psiren è costretta di nuovo a teleportare tutti: dietro consiglio, la destinazione è una zona sismicamente attiva, un’isola circondata dalle acque.
Hope rimette in piedi Warlock e lo esorta ad assorbire l’energia geotermale del posto infiltrandosi nel terreno. L’eroe assume forma liquida e penetra nelle fessure del suolo, riemergendone poco dopo sostanzialmente intatto, anche se il virus è ancora attivo: in ogni caso la personalità di Doug Ramsey è ancora ben presente. Hope poi gli dice che deve avvolgersi intorno a lui, come faceva un tempo con Doug. Trasformandosi in un piccolo dinosauro dalla lunga coda, Warlock esegue. In quel momento giunge il Magus. Gli Psi-Poliziotti lo attaccano subito: proteggendosi grazie a dei campi di forza, costoro scagliano una raffica coordinata di energia dritto contro il petto del padre di Warlock. Il Magus si fa prendere dall’ira, gridando per la furia, e così Psimon scaglia Warlock e Hope dentro la sua bocca come fossero missili viventi. L’eroe affonda dentro l’immenso corpo di suo padre, modificando continuamente la sua forma nel tentativo disperato di sfuggire al doloroso assalto delle cellule che divorano la sua essenza. Protetta totalmente da Warlock da questo pericolo, Hope cerca comunque di non pensare a ciò che sta accadendo intorno a lei, trattiene semplicemente il respiro ed attende. Poi chiede al suo alleato di lasciarla uscire e farle fare ciò che sa fare meglio: come in risposta Warlock apre il suo corpo in due e la ragazza è libera, libera di emergere in una terrificante nuova realtà, di avvertire una devastante sensazione di claustrofobia, di provare panico. Libera di incanalare questo flusso di pura adrenalina in una furia di trasmutazione.
All’esterno il Magus ha avvertito
la presenza di Hope, ma non se ne preoccupa: presto suo figlio verrà annientato e lui potrà divorare la femmina umana che
quell’abominio ha cercato di proteggere. Ma alcuni
istanti dopo l’essere inizia ad avvertire i letali effetti dei poteri di Hope.
Altre persone possono creare un virus. Ci è voluto
l’apporto di tutti: l’idea di Wolfsbane, la forza di Psimon, l’essenza ibrida
di Warlock e la sua capacità di trasformare tutto ciò che tocca. Warlock la
circonda, la forma del suo essere scorre dentro di lei: lo conosce come conosce
sé stessa, sa di essere al sicuro con lui. Le cellule
del Magus diventano quelle dell’eroe, il che vuol dire salvezza, sopravvivenza
per il genere umano e
Il Magus lancia un altro grido di dolore, mentre Psimon esorta gli Psi-Poliziotti ad avvolgerlo in un campo di forza elettromagnetico ed a prosciugarlo dei suoi poteri: con un ultimo urlo di disperazione, l’essere si fionda nello spazio per evitare il peggio e scompare rapidamente alla vista. Psiren abbraccia suo fratello: è stato magnifico e, grazie alle sue sagge scelte, il mondo è salvo. Wolfsbane tuttavia afferma che il costo è stato troppo alto, poiché non c’è più traccia di Warlock e Hope, non potrebbe sopportare di perdere di nuovo il suo amico. Ma l’eroe, riapparendo in quel momento con la ragazza tra le sue braccia, la tranquillizza: è tutto a posto, Hope ha salvato il mondo e lui stesso. Psimon sarà orgoglioso di lei: aveva paura, ma non ha permesso che il terrore avesse la meglio su di lei ed è rimasta sempre nel controllo delle proprie facoltà, infine gli ha fornito una cellula del Magus grazie al quale è riuscito a liberarsi del virus con cui era stato infettato. Hope riapre gli occhi: non morirà oggi e finchè lei e Warlock staranno insieme rimarranno al sicuro e si prenderanno cura l’uno dell’altra.
Psiren si rivolge a suo fratello: ora che questa vicenda è conclusa può tornare a far parte degli Psi-Poliziotti, anche Hope sarà la benvenuta. Psimon chiede se anche Warlock può entrare a far parte dell’organizzazione: di fronte al rigido silenzio di sua sorella, decide di rifiutare l’offerta. Una volta che la donna e gli Psi-Poliziotti se ne sono andati, Rahne chiede ai suoi amici cosa faranno ora. Warlock risponde che, mentre era a bordo dell’elivelivolo SHIELD, ha appreso di un altro esperimento tecnorganico, pericoloso come quello di Mainspring. Però prima di occuparsene potrebbero fermarsi un po’ qui: è un luogo pacifico, con frutti sugli alberi da mangiare, sole ed onde del mare. Almeno per un giorno potrebbero riposarsi ed andare a farsi una nuotata. Tutti quanti accettano la proposta e si tuffano in acqua.
Questo è tutto, amicidisè.
FINE
A cura di Fabio Volino