QUALCOSA È
CAMBIATO
IL SOMMARIO |
Sicuramente non siamo di fronte a grandi movimenti di massa, a diffusioni
capillari di personaggi e serie, come negli anni sessanta o settanta. Però
si vede che qualcosa è cambiato.
La prima causa, a mio parere, va vista nel progressivo aumento dei prezzi,
che ha permesso di accrescere la qualità dei singoli prodotti. Oggi,
un fumetto qualsiasi è molto più curato di un libro: carta migliore,
rilegatura resistente, colori vivi e brillanti. E tanto materiale di ottima
fattura viene pubblicato: le uscite mensili sono molto più varie di
dieci anni fa, e si è passati dal trinomio manga-supereroi-italiani
ad una pioggia di "sottogeneri". Oggi si legge il manga coreano,
il fumetto americano che non è di supereroi, iniziative italiane slegate
da Bonelli o Disney. E, soprattutto, tante iniziative di piccole case editrici.
Di tutto questo panorama, dobbiamo ringraziare anche l'euro (una volta tanto!),
che non ci ha permesso di accorgerci degli aumenti di prezzo.
La seconda causa è la diffusione culturale del fumetto: grazie ai film,
da Spider-Man in poi, non ci si vergogna più di leggere in pubblico,
o di far sapere che si leggono fumetti, attività da sempre riservata
ai bambini o a coloro che si ritenevano solo dei nerd deficienti. Certi stereotipi
rimangono ("manga porno", "ma l'Uomo Ragno non era morto?"),
ma intanto ci stiamo evolvendo.
In questo panorama, sin qui analizzato in sintesi e senza pretese di completezza,
è desolante l'impreparazione culturale ed organizzativa del "sistema"
fumetto in Italia: dagli editori, che spesso non sanno promuoversi, ai distributori,
che si fanno la guerra senza sapersi fare vera concorrenza, ai negozianti,
cui non è richiesta una preparazione e che, spesso, non sanno neanche
vendere. Questa ultima categoria, forse, ha colpe - ma anche meriti e responsabilità
- maggiori. Perché è quella più in contatto con pubblico,
perché deve cavarsela da sola - senza il supporto degli altri soggetti
sopra citati - per tutto ciò che riguarda la conoscenza del "prodotto".
Ma anche perché - diciamocelo - è talvolta quella più
pigra e meno attenta ai cambiamenti ed alle opportunità offerte.
Meditiamoci un po'!