BISHOP THE LAST X-MAN
BISHOP
THE LAST X-MAN 1 (10/1999):
IL TEMPO AMA UN EROE (TIME LOVES A HERO)
Joseph Harris (storia)-Georges Jeanty (matite)-Art Thibert/Allen
Martinez (chine)-Jason Wright (colori)-Jason Liebig (supervisione)
Notte fonda: dei bambini sono radunati
attorno ad un fuoco e, per placare la loro paura, un uomo decide di
raccontare loro una storia. Una storia su un grande uomo, che cadde ma
poi si rialzò; un eroe nato nel fuoco che viveva in un tempo
che non gli apparteneva...
Due ragazzi lanciano una bomba molotov contro Alfiere, fuggendo non
appena avviene l'esplosione. L'eroe con tutta calma oltrepassa le
fiamme e rassicura via radio sua sorella Shard sulla sua condizione.
Lei con tono preoccupato lo esorta ad attendere i rinforzi, ma lui non
vuole saperne: quei ragazzi sono ricercati e saranno già
lontani quando arriveranno i rinforzi. Così Alfiere entra in
un edificio dove i due si sono rifugiati, ma ne trova uno riverso sul
pavimento privo di vita: la carne del suo corpo è essiccata,
come se qualcuno l'avesse prosciugata e l'avesse poi abbandonata al
sole. In quel momento alle spalle dell'eroe compare l'altro fuggiasco:
ha in mano un mitragliatore e non esita a fare fuoco. Alfiere evita a
fatica i proiettili, i quali però colpiscono il fragile
pavimento su cui sta rotolando, col risultato che si crea un buco in
cui il mutante precipita. L'impatto col suolo è doloroso, ma
non tale da fargli perdere i sensi. Quando l'eroe si rialza qualcuno
deride la sua avventatezza: è Trevor Fitzroy, il quale
afferma che sarà sempre un passo avanti ad Alfiere,
poichè le sue mosse sono prevedibili. Così ha
attinto alla forza vitale di quel ragazzo per creare un portale che
funga da via di fuga. In quel momento Alfiere nota un pannello
dell'elettricità e lo tocca per assorbirne l'energia, che
poi reincalana verso Fitzroy, il quale però ha
già oltrepassato il portale. Il tremendo colpo di Alfiere
inoltre ha indebolito la struttura dell'edificio, il quale inizia a
franare. E solo in quel momento l'eroe si avvede che non è
solo, ci sono anche dei bambini qui dentro, che non hanno alcuna via di
scampo. Poi il pavimento crolla sotto i suoi piedi...
E l'eroe si risveglia urlando nella sua camera all'Istituto Xavier: la
sua testa gira in modo vorticoso, non è la prima volta che
ha vissuto quest'incubo e l'epilogo è sempre identico. Dopo
mesi passati a vagare nello spazio, Alfiere è ritornato
sulla Terra, tradito da Deathbird ed abbandonato nel deserto (V.
Incredibili X-Men 118). Così è tornato a casa,
dagli X-Men, suoi eroi e compagni di squadra. Il grido ha svegliato
Tempesta, che entrando nella camera dell'eroe gli chiede se vada tutto
bene, non è da lui urlare nel cuore della notte e tremare.
Alfiere le confessa che, da quando è tornato qui, non ha
dormito molto bene, perchè c'è una faccenda in
sospeso che continua a tormentarlo. Trevor Fitzroy: deve trovarlo,
avrebbe dovuto farlo molto tempo fa. Ed ora questa battaglia tra lui ed
il suo antico nemico deve finire: un tempo era come lui, un soldato di
XSE, che combatteva per il sogno di Xavier ed un futuro migliore. Poi
ha tradito tutti i suoi alleati, con conseguenze letali. Quando Alfiere
era più giovane ed avventato pensava di poterlo eliminare da
solo, ma si sbagliava ed alcune persone sono morte a causa di questo.
In seguito l'eroe guidò un gruppo composto dai suoi uomini
migliori nel passato, in quest'era, in un secondo tentativo di uccidere
Fitzroy. Ed ancora una volta fallì. È giunto il
tempo che la caccia riprenda. E per essa Alfiere avrà una
preziosa alleata al suo fianco, sua sorella Shard, ed in caso di
necessità non esiterà a chiedere l'aiuto degli
X-Men. Poi l'uomo consegna a Tempesta la fibbia della sua cintura con
sopra stampata una X: Ororo dovrà conservarla fino al suo
ritorno. Perchè lui ritornerà. Infine Alfiere
prende le sue cose e si allontana dall'Istituto.
New York: Alfiere esce da una stazione della
metropolitana, emergendo in un quartiere affollato dove dovrebbe
trovarsi sua sorella. Mentre era nello spazio, X-Factor si è
sciolta e Shard è rimasta sola, non sa nemmeno se suo
fratello è vivo o morto. Ha lasciato tuttavia un biglietto
con su scritto come trovarla, anche se le sue parole apparivano strane,
scritte di fretta, preoccupate. Il biglietto porta Alfiere presso
un'abitazione diroccata, dall'aria calda e densa che copre tutto il
resto. Sale al primo piano e vi trova un bambino che, alla sua vista,
fugge terrorizzato. L'eroe lo lascia perdere e si reca presso la stanza
indicata nel biglietto: apre la porta e trova sua sorella riversa sul
pavimento, sbavante. Alfiere la prende tra le sue braccia e vede il suo
corpo tremare visibilmente, dunque è ancora viva. Schiocca
dunque le dita per far riprendere i sensi a Shard, ma lei ribatte
lanciando una raffica energetica che va a colpire la parete alle spalle
dell'eroe. Alfiere prova dunque a placare Shard, che smette infine di
agitarsi dopo aver riconosciuto suo fratello. In lacrime, gli rivela
che non è riuscito a fermarlo, è diventato
più potente che mai ed il potere lo ha portato alla follia.
Si tratta di Trevor Fitzroy. Nel sentire questo nome, Alfiere si rialza
in piedi e chiede a Shard dove si trovi il suo nemico. La donna
dà una fugace occhiata ad una porta, da cui proviene un
terribile odore, e l'eroe la apre, il pomolo che brucia al tocco:
dentro ci sono decine di cadaveri, intere famiglie a cui Fitzroy ha
sottratto la forza vitale, lasciando dietro di sé solo dei
gusci vuoti. Shard si ritrae: Fitzroy sapeva che Alfiere sarebbe venuto
a cercarla ed era pronto a riceverlo.
Come a voler sottolineare le sue parole, in quel momento al centro
della stanza si apre un portale, da cui esce una truppa di robot
rivestiti di una tonaca bianca, che invitano i due fratelli a morire
per mano del Cronomante. Vengono sparati alcuni raggi energetici, che
colpiscono di striscio Alfiere, che riesce però a sopportare
il dolore ed a contrattaccare. Afferra dunque un'arma dei letali robot,
che vengono gettati via con una potente manata. Altri però
compaiono alle sue spalle ed ai suoi fianchi e si preparano a sparare,
venendo tuttavia in parte distrutti da una raffica energetica di Shard.
La ragazza si rende poi intangibile e i robot le passano attraverso:
non è lei la loro principale preoccupazione. Vengono sparati
altri colpi, ma Alfiere si protegge con un divano poi, sfondando una
finestra, si getta di sotto, la sua caduta attutita da un bidone
dell'immondizia.
L'eroe esce dal bidone e vede davanti a sé aprirsi un altro
portale da cui escono altri robot. Stavolta non indugia e, prima che
gli sgherri di Fitzroy possano agire, si lancia contro di loro, dando
dei pugni e strappando le loro teste. Un robot inizia a sparare raggi
energetici, ma Alfiere li evita e rientra nell'abitazione diroccata:
qui crea un buco nel pavimento e vi si cala. I robot rimanenti si
radunano tutti attorno all'apertura, mentre Shard esorta suo fratello a
fuggire, non riusciranno mai a fermarli. Alfiere invece non intende
ancora gettare la spugna: nota un pannello dell'elettricità
e ne assorbe l'energia, che scarica poi in pieno contro i robot. L'eroe
riemerge dunque dal buco e continua nei suoi assalti, mentre le pareti
della casa iniziano ad incrinarsi ed il soffitto a perdere pezzi. In
quel momento Alfiere nota il ragazzo che aveva incrociato entrando
nella casa e lo afferra, proteggendolo dai detriti cadenti. I due si
ritrovano immersi nell'oscurità, bloccati dalle macerie.
Alfiere riesce solo a sapere il nome del ragazzo, Michael, prima che
l'intera abitazione crolli sulle loro teste.
Un altro luogo: I robot informano il Cronomante che
l'obiettivo è stato rimosso dal suo tempo, poi oltrepassano
un portale. Una volta che sono spariti alla vista, un'altra persona
compare sulla scena: Shard, che più volte chiama suo
fratello, non ricevendo alcuna risposta.
Alfiere riapre gli occhi, sanguinante e dolorante, ma ancora vivo.
Nessuna traccia invece di Michael. Si trova in un paesaggio deserto,
dove un enorme sole giallo sta per tramontare. Mentre si rialza, l'eroe
ode dei pesanti rumori: sono gli zoccoli dei cavalli di una carrozza,
che si ferma di fronte a lui. I due guidatori gli intimano di farsi
subito da parte, stanno portando una persona importante alla reggia del
Cronomante e non possono ritardare. Per sottolineare ulteriormente
l'avvertimento, imbracciano dei fucili e li puntano contro il mutante.
In quel momento sulla scena irrompono altre due persone: un gigante
muto dalla pelle grigia ed un giovane ragazzo sul cui occhio destro
è tatuata una M, esattamente come quella di Alfiere. Sono
qui per rapinare la carrozza e, per far capire che fanno sul serio, il
ragazzo emette una fiammata dalle sue mani che fa perdere ai guidatori
del mezzo la presa sui fucili.
Alfiere si getta da parte per evitare di rimanere ferito, ma
improvvisamente una macchia nera inizia a girare attorno a lui. Una
macchia che ben presto assume forma umana. L'eroe prova a discutere, ma
la macchia è troppo veloce e lo colpisce dietro la testa.
Alfiere cade a terra e nota che il suo assalitore è una
donna, anche lei membro della banda di ladri. Ed anche lei ha una M
tatuata sull'occhio destro. E nel notare questo stesso simbolo sul
volto di Alfiere inizia a dubitare che faccia parte della scorta della
carrozza. Contemporaneamente il ragazzo ed il gigante stanno
terrorizzando i guidatori della carrozza ed il suo occupante
perchè tirino fuori i soldi. La donna richiama la loro
attenzione ed Alfiere ne approfitta per spararle contro una raffica
energetica: ma lei ridiventa una macchia ed inizia a girare a gran
velocità attorno all'eroe per confonderlo ed intontirlo.
Alfiere prova a lottare, ma invano, e poco dopo perde i sensi.
Sfruttando questo anomalo diversivo, la carrozza si allontana dalla
scena, con gran disappunto dei rapinatori. Il ragazzo, Scorch, si
lamenta con la donna, Jinx, per il mancato successo, mentre il gigante,
Nom, prende tra le sue braccia Alfiere. Jinx propone di portare il
mutante con loro, cosa che suscita il disappunto di Scorch: non possono
rischiare che il loro campo venga scoperto, meglio lasciarlo agli
avvoltoi. Jinx allora esorta il ragazzo a guardare attentamente
Alfiere: anche lui porta il marchio e, diversamente da loro, il suo
è permanente. Scorch riconosce la stranezza della cosa e
mette per il momento da parte ogni protesta.
Epilogo: In un alto castello i robot riferiscono a
Trevor Fitzroy della loro battaglia contro Alfiere e della sua
probabile fine. In quel momento arriva l'occupante della carrozza, che
si scusa per il ritardo e narra quanto gli è accaduto.
Fitzroy, incuriosito, gli afferra una mano e lo prosciuga della sua
forza vitale, attingendo così anche ai suoi ricordi. Poi un
sorriso maligno si dipinge sul suo volto mentre gira una clessidra:
Alfiere è qui, in questo audace nuovo mondo.
BISHOP
THE LAST X-MAN 2 (11/1999):
VORREI TU FOSSI QUI (WISH YOU WERE HERE)
Joseph Harris (storia)-Georges Jeanty (matite)-Art Thibert/Allen
Martinez (chine)-Jason Wright (colori)-Jason Liebig (supervisione)
Il futuro: Alfiere
riprende i sensi e vede davanti a sé dei bambini,
incuriositi dal suo aspetto e che provano a parlargli. A voce bassa
l'eroe chiede aiuto, ma i bambini si allontanano dopo che una possente
voce li ha esortati ad uscire. Poi davanti al mutante compare la
sinistra faccia del gigante Nom. In quel momento Alfiere riapre
totalmente gli occhi e scopre di essere stato strettamente legato ad un
tavolo e che le sue ferite sono state curate e bendate. Scorch,
convinto che il mutante sia un agente del Cronomante, incendia un suo
dito e lo avvicina al suo volto, nel tentativo di scoprirne di
più su di lui. Ma viene fermato telepaticamente da una
donna, Link, che introduce nella tenda un personaggio avvolto da una
lunga tonaca. Costui getta bruscamente da parte Scorch, poi si avvicina
ad Alfiere, il quale lo riconosce subito: è il Testimone.
Soddisfatto, quest'ultimo si allontana, esortando i suoi compagni a
slegare il mutante.
Poco dopo Scorch, Jinx e Link si scambiano le loro impressioni sullo
straniero: sin da piccoli i loro genitori hanno raccontato loro delle
leggende, su un guerriero proveniente da un'altra era che si sarebbe
unito alla loro lotta. La telepate ha provato a sondare la mente di
Alfiere, ma era così confusa che non è riuscita a
scoprire niente. In ogni caso, se davvero ora hanno una leggenda nelle
loro fila, lo scopriranno. Più in là Alfiere ed
il Testimone stanno discutendo: l'eroe chiede spiegazioni su dove si
trovi in questo momento, in quale era, ma le risposte del Testimone
sono così enigmatiche ed insoddisfacenti che ben presto lo
fanno arrabbiare. Così tenta di smascherare il Testimone,
per scoprire se sia davvero Gambit, come sospetta da sempre, ma costui
blocca la sua mano e lo allontana da sé. Lo invita poi a
riflettere: non è estraneo ai viaggi nel tempo e tutti hanno
un elemento in comune, la preda che Alfiere ha tentato di catturare.
Fitzroy. Il Cronomante ha trovato un tempo senza l'eroe e ne ha preso
il controllo, lo ha reso suo. Ora però ha ritrovato Alfiere,
che deve decidere cosa fare, da che parte stare. L'eroe non risponde e
si allontana, Jinx decide di seguirlo.
I due camminano per un po' in silenzio, notando i vari giovani
occupanti del campo. Futuri mutanti, futuri ladri, nessuno
può dirlo. Jinx presenta Alfiere a due persone anziane, due
coniugi di nome Merrian e Morgan che vivono qui da quasi due anni.
Conducevano una vita dura, faticavano a portare il cibo sulle loro
tavole, ma avevano speranza e questo permetteva loro di andare avanti.
Poi le cose cambiarono, in peggio: i robot del Cronomante giunsero
furtivi come la notte ed i cittadini li osservarono in silenzio mentre
si muovevano lungo la città, una casa dopo l'altra. Tutti
avevano pagato le proprie tasse, tutti avevano avuto la loro dose di
sofferenza, dunque nessuno sapeva cosa volevano. Morgan
esortò sua moglie a nascondere loro figlio, un neonato, ma
prima che lei potesse farlo le truppe del Cronomante entrarono in casa
loro e portarono via il bambino. Nel ricordare ciò Merrian
scoppia in lacrime e Jinx la consola, mentre Alfiere rimane incredulo
di fronte alle azioni di Fitzroy. Scorch, giunto sul posto, gli chiede
se sia venuto qui per fermarlo. Però, se lo sta inseguendo
da così tanto tempo, come mai non l'ha ancora catturato? Se
Alfiere è davvero una leggenda, se è davvero
l'ultimo X-Man, perchè c'è un Cronomante?
Perchè gli ha permesso di esistere? L'eroe ribatte che
è una lunga e complicata storia. Scorch gli dice che di
solito si fida del giudizio di Jinx, ma visto come sono andate
ultimamente le cose non è certo di potersi fidare di
Alfiere. La donna esorta il suo compagno ad andarsene, ma lui rimane ed
aggiunge che a suo dire lei si è ammorbidita, non
è più la guerriera di un tempo: se lei vuole
seguire questo straniero faccia pure, ma lui non seguirà
nessuno e non accetterà in questo accampamento stranieri che
non sappiano dimostrare il loro valore. Alfiere dice a Scorch che non
ha alcuna intenzione di combatterlo, il ragazzo ribatte che non
è nemmeno certo che l'eroe sia in grado di farlo.
Castello del Cronomante: Shard ha freddo e paura. I
robot sono venuti a prenderla quando era in stato di debolezza e
l'hanno portata in una cella sotterranea del palazzo: la ragazza non ha
idea di dove sia, nè del motivo per cui si trova qui. Seppur
non incatenata, Shard per quanto si sforzi è totalmente
incapace di muoversi. Ad un tratto la porta della cella si apre e,
spalleggiato da due robot, fa il suo ingresso Trevor Fitzroy, che
invita subito i suoi guardiaspalla a lasciare soli lui e la ragazza.
Dopo che l'ordine è stato eseguito, Fitzroy si avvicina a
Shard e l'accarezza gentilmente con una mano su una guancia: gli
dispiace per le cose che lei gli ha visto fare e spera che col tempo
lei possa perdonarlo in qualche modo. Anche se adesso si trova in una
situazione spiacevole e pensa a lui come un mostro per ciò
che ha fatto. Poi Fitzroy agita due dita in aria ed improvvisamente
Shard è nuovamente in grado di muoversi: subito lei prova a
colpirlo con un raggio energetico, ma il criminale blocca il tempo, poi
crea un piccolo portale spaziale che trasferisce all'esterno il raggio.
Il Cronomante non vuole litigare con lei, che di certo vorrà
sapere come una persona come lui sia diventata capace di compiere
simili cose, come possa ora aspirare ad una tale grandezza ed essere
così forte ed audace. Ha commesso degli errori, ha compiuto
cose terribili e darebbe qualsiasi cosa per cambiare il passato: Shard
certo non gli crede e lui non la incolpa per questo. Anche se il tempo
potrà guarire queste ferite, Fitzoy aveva così
tanto e l'ha gettato al vento: la ricchezza, una carriera nella XSE,
l'amore. Una relazione con lei. Ora tuttavia è
più forte che mai ed ha dei piani per loro due, piani che
col tempo condividerà con lei: Alfiere non potrà
interferire in questo, perchè è morto. Detto
questo, Fitzroy esce dalla cella e chiude la porta, lasciando Shard
piena di dubbi ed ancora preda del freddo.
Accampamento dei ribelli: La gente del campo si
è radunata per assistere allo scontro tra Alfiere e Scorch e
li esorta a combattere. Jinx osserva il tutto appollaiata sul ramo di
un albero. Scorch ha smesso di credere negli eroi sin da quando era un
bambino: non ha bisogno di loro, come non ne ha bisogno questo
accampamento. I miti non portano il cibo a tavola e le leggende non
allontanano le miserie della vita. Scorch crede solo nella forza e
nella propria volontà. Alfiere non è qui per sua
scelta e non desidera affatto essere considerato un mito, ma
aiuterà Scorch se lui glielo permetterà. Il
ragazzo incendia le sue mani e si lancia contro l'eroe: è
forte e la rabbia dentro di lui divampa come il fuoco. Ma questa rabbia
lo rende anche cieco. Alfiere dunque lo sorprende facilmente e lo
sbatte a terra, invitandolo a smetterla: non è lui il suo
nemico. Scorch controbatte colpendo l'eroe con un calcio al volto e
rotolando via. Poi si rialza in piedi ed incendia la sua testa. Da
lontano Link ed il Testimone osservano il combattimento. La ragazza si
chiede se non sia il caso di mettervi fine. L'uomo misterioso le dice
di farli continuare ancora un po': potrebbero venire a sapere qualcosa
di più su Alfiere e a Scorch non farà male una
bella lezione.
Alfiere si ritrova circondato dalle fiamme, sulle quali compare il
volto di Scorch, che si domanda quanto calore l'eroe possa assorbire
prima che la carne venga strappata dalle sue ossa. Alfiere gli ribatte
che lui non ha alcuna idea di come funzionano i suoi poteri: lui
reincanala l'energia e più ne assorbe più forte
diventa. L'eroe comincia dunque ad assimilare le fiamme, mentre Scorch
inizia ad indebolirsi. La luce emanata è quasi accecante.
Alla fine Alfiere scarica tutta l'energia assorbita contro Scorch, che
rotola all'indietro e va a sbattere contro un albero. La battaglia
è finita. Preoccupato, Alfiere chiede a Scorch se stia bene,
ma lui lo esorta a non toccarlo: il loro scontro ha dato un'ulteriore
prova che lui avrebbe potuto fermare tempo fa il Cronomante, ma non lo
ha fatto. Invita dunque Jinx a chiedergli se ciò sia vero.
Castello del Cronomante: Fitzroy gioca con una
clessidra, facendo passare la sabbia da una parte all'altra, anche se a
volte un granello più grande degli altri rimane bloccato nel
mezzo interrompendo il flusso ed occorre un po' di persuasione per
farlo passare oltre. Una motivazione. Per tutti questi anni Fitzroy ha
temuto Alfiere, ma loro due non sono più gli uomini di un
tempo, e lui non ha più paura. L'eroe capirà
questo, ad ogni costo.
Accampamento dei ribelli: Due ragazzi stanno
giocando a palla quando questa rimbalza più lontano del
previsto. Una bambina va a prenderla, ma si ritrova davanti ai robot
del Cronomante. Intanto poco lontano da lì Alfiere sta
osservando il tramonto quando Jinx gli si avvicina e gli raccomanda di
tornare al campo, i boschi non sono sicuri di notte. L'eroe tuttavia
continua a pensare all'accusa di Scorch: è vero, avrebbe
potuto fermare Fitzroy molto tempo fa. Jinx gli porge un pacchetto:
quando era una ragazzina viveva per le strade rubando per mangiare e
lottando per sopravvivere. Ogni giorno viveva nella paura. Ma sua madre
le raccontava delle storie, su Alfiere e sui suoi alleati. Poi un
giorno ha ritrovato un oggetto particolare, che è giusto che
ora consegni all'eroe, poichè per lui significa
più di ogni altra cosa. Alfiere apre il pacchetto e rimane
stupito nel rivedere la fibbia della cintura che aveva consegnato a
Tempesta. Jinx gli dice che in questo mondo tutti appaiono sperduti e
tutti sono alla ricerca di qualcosa in cui credere. Ed Alfiere non ha
forse realizzato grandi cose in due ere temporali differenti?
La donna si china per baciare l'eroe, ma improvvisamente si ode un ramo
spezzarsi vicino ad un albero. Jinx estrae allora la sua staffa e,
prima che Alfiere possa fermarla, a supervelocità si dirige
verso la foresta: Jinx abbranca un atterrito Michael, il ragazzo
trovato da Alfiere in quella abitazione diroccata di New York, il quale
balbettando dice di aver visto una luce e di essere stato catapultato
qui. L'eroe dice a Jinx di conoscere il ragazzo e di abbandonare la
presa. Subito dopo dalla foresta proviene una violenta esplosione, il
terreno trema e l'aria diventa più densa e fetida. Jinx
lancia un'esclamazione di stupore: l'accampamento sta bruciando.
BISHOP
THE LAST X-MAN 3 (12/1999):
DA QUESTA PARTE (WALK THIS WAY)
Joseph Harris (storia)-Georges Jeanty (matite)-Art Thibert/Allen
Martinez (chine)-Jason Wright (colori)-Jason Liebig (supervisione)
Jinx ed Alfiere iniziano a dirigersi
verso l'accampamento e Michael li segue, correndo a perdifiato. Ben
presto però perde di vista i due e, quando una piccola
esplosione avviene a qualche metro da lui, comincia a farsi prendere
dal panico. Continua a correre verso l'accampamento, ma prima che possa
arrivarvi due forti mani lo afferrano e lo portano dietro un albero:
è Alfiere, il quale gli dice di ascoltarlo attentamente. Sa
che si sente sperduto e che sta provando una forte paura, ma se
continua ad agire di testa propria le cose peggioreranno. Ora deve
rimanere qui nascosto, coprirsi gli occhi, non emettere alcun suono ed
uscire solo quando l'eroe glielo dirà. Michael lancia di
sfuggita uno sguardo verso il campo e vede una pattuglia delle
Cronotruppe che con una delle loro armi inceneriscono uno dei
rifugiati, mentre già altri cadaveri sono sparsi sul
terreno. In quel momento, a gran velocità, Jinx oltrepassa
Michael e Alfiere, che inizia a seguirla raccomandando nuovamente al
ragazzo di stare attento. Lui annuisce.
Con incredibile agilità Jinx distrugge un robot del
Cronomante, facendolo a pezzi con la sua staffa energetica.
Contemporaneamente Scorch esce dalla foresta ed emana dalle sue mani
due potenti fiammate che liquefano molti componenti delle Cronotruppe.
Alfiere gli chiede cosa stia accadendo, il ragazzo spiega che questi
mostri sono venuti qui per cercare lui, l'ultimo X-Man. Dalla tenda del
Testimone, Link osserva il massacro ed esorta il suo mentore ad
andarsene. Lui le dice che non è il momento di fuggire: ora
più che mai deve essere pronta e ricordare le lezioni che ha
appreso, ne avrà bisogno molto presto. Il gigante Nom si
ritrova circondato dalle Cronotruppe e viene più volte
colpito dalle loro armi energetiche, ma la sua pelle iperresistente lo
protegge. In suo aiuto arriva una sempre più determinata
Jinx, che con la sua staffa distrugge un altro robot. Nom dunque si
riprende e parte al contrattacco, iniziando con la sua forza ed i suoi
pugni ad abbattere svariati robot. Lungo un pendio, Jinx perde
l'equilibrio e cade a terra: quando rialza gli occhi una tremenda vista
la attende. Una fossa comune dove sono stati gettati e bruciati decine
di corpi.
Link vede i suoi compagni ed i suoi amici morire e si chiede cosa possa
fare. Il Testimone la esorta a prendere i sopravvissuti e portarli a
Dunduine, la città oltre le pianure. La donna è
insicura: non sa se tutti la seguiranno e nessuno è mai
sopravvissuto a quel viaggio attraverso la foresta. Improvvisamente un
robot penetra nella tenda: il Testimone ordina alla sua protetta di
uscire subito, cosa che lei fa. Il misterioso uomo poi si avvicina al
robot ed inizia a caricarlo di energia cinetica: poco dopo vi
è una tremenda esplosione, mentre una disperata Link lancia
un grido telepatico che tutti odono. Lo sente anche Alfiere, ma quel
grido si confonde in mezzo a decine di altri poichè morte e
distruzione sono ovunque: l'eroe tiene tra le sue braccia una morente
Merrian per circa un minuto, un minuto che sembra durare
un'eternità. Alfiere prova a salvarla, ma la buona
volontà da sola non basta a fermare una grave emorragia di
sangue, nè a guarire ossa rotte. Sottovoce, Alfiere dice che
tutto quello che sta accadendo è colpa sua. Da lontano
Michael osserva la tragica scena, ma ad un tratto ode dei sinistri
rumori alle sue spalle.
Cronofortezza: L'essere noto come Bantam percorre di
gran carriera i corridoi del castello, poichè non vuole
arrivare in ritardo ed essere punito per questo. Tanta è la
fretta che inciampa e rovescia i papiri che sta portando: rapidamente
li raccoglie e riprende la sua corsa. Bantam giunge infine nella sala
del trono, dove Fitzroy sta giocando con una clessidra, e dopo aver
oltrepassato non senza difficoltà due guardie robot
riferisce al suo padrone che i nobili hanno alcune preoccupazioni. Il
Cronomante guarda fuori dalla sua finestra, adora i tramonti che fanno
sembrare tutto così semplice e primitivo e mettono tutte le
cose sotto una nuova luce. I nobili potranno avere i loro problemi, ma
anche lui ha i suoi: se Bantam gli si avvicina glieli
sussurrerà in un orecchio. Con esitazione, Bantam compie
qualche passo in avanti e dice che i nobili hanno mandato numerose
lettere e petizioni: sono turbati dalle intenzioni di Fitzroy.
Soprattutto questo ultimo attacco al campo dei ribelli, sembra
più dettato da brama di sangue o da follia. Il Cronomante
ribatte che lui è oltre la follia ed afferra Bantam per la
gola: ora lo punirà per il suo comportamento irriverente.
Accampamento dei ribelli: I suoni della battaglia
lentamente si placano, il massacro sta per avere termine. Ad un tratto
Alfiere ode il grido di aiuto di Michael: due robot lo hanno catturato
e stanno per fargli attraversare un portale spaziale. Preda dell'ira e
della furia della battaglia, Alfiere balza urlando contro uno dei
robot, sferrandogli un calcio e schiacciandogli la testa. Poi afferra
la staffa dell'altro robot: non ha idea di come funziona, ma sa che
attraverso di essa scorre energia. L'eroe la assorbe e la utilizza per
fare a pezzi il secondo robot, mentre il portale si chiude ed un ancora
spaventato Michael è salvo.
Cronofortezza: Riverso in un angolo, Bantam chiede a
Fitzroy perchè l'abbia pestato: ha lavorato così
tanto per lui, senza di lui il Cronomante non riuscirebbe ad ancorarsi
ai portali temporali, ha bisogno di lui. Il Cronomante spiega che per
tutta la sua vita lui è stato in fuga, a nascondersi tra le
ombre e trovare qualsiasi cosa per sopravvivere. Non è mai
stato abbastanza forte ed abbastanza uomo da affrontare qualcuno faccia
a faccia. Bantam ribatte che ora però Fitzroy è
più forte che mai: se Alfiere rappresenta per lui ancora una
minaccia, allora che lo uccida. Può farlo facilmente, non
agire ora sarebbe da folli. Fitzroy ribatte che questa vicenda va oltre
la follia: vuole spezzare il suo nemico, fisicamente e moralmente,
tormentarlo su quelle questioni di responsabilità a cui la
sua mente ed il suo cuore sono strettamente legati. E poi
sarà pronto, odierà Fitzroy più che
mai e questo sarà un bene perchè allora
andrà a cercarlo ed il Cronomante gli mostrerà
quanto forte davvero è diventato e quanto lontano intenda
arrivare.
Ancora una volta Bantam dice a Fitzroy che ha bisogno di lui per questo
piano. Lui scuote la testa: forse in passato aveva bisogno di Bantam,
ma ora per ogni giorno che passa lui diviene sempre più
potente e sa benissimo di cosa ha bisogno e di cosa no. In quel momento
due robot entrano nella sala portando con sè cinque
prigionieri, cinque bambini provenienti dal campo dei rifugiati. I
frutti della guerra, secondo Fitzroy, che provvede a cancellare la M
dipinta sull'occhio di una ragazza. Il Cronomante dice poi a Bantam ed
alle sue Cronotruppe di essere lasciato solo: si siede sul trono e
chiede ai bambini di prendersi per mano. Loro con paura e cautela lo
fanno. Fitzroy si domanda quale di questi ragazzi che portano un
marchio siano davvero speciali e tende una mano, con cui assorbe le
energie vitali dei bambini. Da fuori Bantam osserva la scena con
sguardo terrorizzato.
Accampamento dei ribelli: Per ore Alfiere e gli
altri scavano tombe per coloro che sono caduti: Michael osserva il
tutto e si sente inutile. Alla fine si avvicina ad Alfiere e gli chiede
se stia bene. L'eroe ribatte che, se lui è qui lontano da
casa, è per colpa sua e giura che farà di tutto
per riportarlo al suo mondo. Michael ringrazia comunque Alfiere per
avergli salvato la vita ben due volte, poi gli chiede se
andrà alla caccia del responsabile di questo massacro, non
può permettergli di fuggire. Esasperato da quanto accaduto,
Alfiere ad alta voce dice al ragazzo che ci sono molti altri robot
pronti ad attaccarli, quella di oggi era solo un'avanguardia, e
lavorano tutti per qualcuno che lo odia più di ogni altra
cosa. Non è lui a dare la caccia a loro, sono loro a dare la
caccia a lui e spazzeranno via chiunque si frapponga sulla loro strada,
sia essa la sorella dell'eroe o la sfortunata gente di questo campo.
Oggi sono morte delle persone che hanno avuto la sfortuna di incontrare
Alfiere e la pessima idea di accoglierlo tra loro: il loro sangue
è sulle sue mani e non è facile convivere con
ciò. Michael ha una idea diversa: sono morte
perchè stavano proteggendo uno dei buoni e questo li rende
eroi a loro volta. Pensavano che Alfiere fosse qualcuno di speciale e
lui non può permettere che siano morte per nulla. Non
è stato l'eroe ad uccidere queste persone, loro cercavano
solo qualcosa in cui credere. Poi Michael raccoglie la fibbia della
cintura con sopra stampata una X che era caduta a terra e la riconsegna
ad Alfiere.
Lì vicino vi sono solo singhiozzi e lacrime, mentre Link
è inginocchiata sul terreno dove un tempo c'era la tenda del
Testimone. Scorch, Nom e Jinx le si avvicinano e le chiedono cosa
debbano fare ora. Link riferisce l'ultimo messaggio del Testimone:
recarsi a Dunduine. Nel sentire questo nome Scorch inorridisce:
è un luogo lontano e pericoloso. In quel momento interviene
Alfiere, che ha reindossato la fibbia: andranno a Dunduine, ci
arriveranno anche strisciando se necessario. Scorch con tono seccato
gli chiede cosa faranno poi: rimarranno seduti ad aspettare? Le truppe
del Cronomante sono troppo forti e li hanno spezzati. Alfiere ribatte
che avranno la loro rivincita e provvederà lui stesso
affinchè ciò succeda: in loro vede le premesse di
qualcosa di più grande. I loro cuori bramano vendetta e la
rabbia brucia dentro di loro: non dovranno mai dimenticare queste
sensazioni, lui non gliele farà dimenticare. Sono tutti nati
speciali ed è tempo che imparino cosa voglia dire. Si sono
nascosti tra le ombre per troppo tempo, per paura di un mondo che li
temeva, dietro un marchio pesante come quelle ombre. Così
Alfiere cancella le M dipinte sugli occhi dei suoi compagni e vi
ridisegna una X: questo è un marchio che può
ridare coraggio. Lui è Alfiere e lo definiscono l'ultimo
X-Man, una leggenda: ora non più, ora sono uniti in questa
impresa. Andrà alla ricerca di Fitzroy, ma non lo
farà da solo.
BISHOP
THE LAST X-MAN 4 (01/2000):
OLTRE LE COLLINE E MOLTO LONTANO (OVER THE HILLS AND FAR AWAY)
Joseph Harris (storia)-Georges Jeanty/Charlie Adlard (matite)-Art
Thibert (chine)-Jason Wright (colori)-Jason Liebig (supervisione)
Alfiere, Jinx, Link e Scorch si trovano
su una piattaforma nel bel mezzo del deserto. Non si riesce a vedere
nulla all'orizzonte e Link pensa che forse verranno fuori di notte. Nom
non è tra loro, è disperso. Alfiere pensa a come
tutto sia accaduto così in fretta.
Il giorno precedente: Alfiere e la sua banda sono in
marcia attraverso il deserto, sotto un sole cocente, invisibili agli
altri e soprattutto a possibili predatori grazie ai poteri telepatici
di Link. Ad un tratto il gruppo si ferma e Scorch se ne domanda il
motivo: sono fatti di carne e qui in giro sulle Alte Pianure ci sono
molte creature, mostri che si cibano di carne. Subito dopo i forti mal
di testa per l'eccessivo sfruttamento dei suoi poteri, impongono a Link
di desistere e così il gruppetto torna visibile. Alfiere si
dà un'occhiata intorno e, presumendo che il sole tramonti
ancora ad occidente, allora l'ovest termina nelle montagne che si
trovano davanti a loro. Il sole sta tramontando rapidamente, meglio
accamparsi qui, anche perchè non vede da nessuna parte la
città perduta. Scorch propone di tornare indietro: ha
sentito molte storie su Dunduine e nessuna era piacevole, il Testimone
doveva essere impazzito a volersi far recare lì. Inoltre gli
è parso di aver intravisto segni di una colonia a sud,
potrebbero rifugiarsi lì per la notte e riposare. Jinx
ribatte che non troverebbero nulla lì, solo ossa, e presto
le loro potrebbero aggiungersi alla massa, inoltre brutte cose
potrebbero attenderla a sud. Michael si chiede come mai tutti quelli
che vivono qui non sappiano da che parte andare.
Ad un tratto Alfiere si posiziona vicino ad una piccola altura ed
invita il gigante muto Nom a lasciare la presa sul carretto che ha
trasportato tutti loro sin qui ed invita i suoi compagni a scendere.
Michael si reca da lui, ma non vede niente. L'eroe gira la sua testa
verso destra e così anche lui vede una città
circondata da mura che si erge nel bel mezzo del deserto: Alfiere pensa
che quella sia Dunduine, meglio però andare a dare
un'occhiata. Il gruppo si avvicina dunque agli immensi cancelli della
città: quando sono a pochi metri questi si aprono. Jinx
rimane impressionata dalla grandezza delle mura, la fa sentire
così piccola, anche se all'interno gli edifici e le
strutture, che peraltro appaiono decadenti, non sono altrettanto
giganti. Per le strade non c'è nessuno. Alfiere invita tutti
a stare in guardia. Improvvisamente una voce piena di gioia
dà il benvenuto ai nuovi visitatori: tutti si mettono in
guardia, mentre un apprensivo Alfiere posiziona Michael alle sue spalle
per proteggerlo da eventuali pericoli.
Poi compaiono quattro uomini vestiti come gli antichi romani. Colui che
aveva dato il benvenuto ride e dice che nessuno di loro ha intenzione
di combattere: si chiama Duncan Jericho ed è il sindaco di
questa città. Chiede scusa per le guardie che sono con lui,
non ricevono spesso dei visitatori anche se le porte sono sempre
aperte. Infine dà nuovamente loro il benvenuto a Dunduine.
Il suo saluto va soprattutto al gigante Nom, il quale però
rimane muto. Alfiere spiega che il suo amico non è molto
ciarliero, ma è comunque stanco ed affamato come tutti loro.
Avrebbero proprio bisogno di una buona notte di riposo dopo la lunga
strada che hanno percorso. Jericho afferma che non c'è alcun
problema: qui l'eroe ed i suoi amici potranno cibarsi e riposare quanto
desiderano, a Dunduine la parola d'ordine è
ospitalità. Il tono di voce fin troppo allegro del sindaco
dà da pensare a Jinx, la quale sottovoce confida a Scorch
che secondo lei qui c'è qualcosa che non va. Il ragazzo
però in questo momento vuole solo un letto caldo, se la sua
amica vuole tornare sulle Alte Pianure che faccia pure. Alfiere chiede
se qualcuno abbia mai sentito parlare del Testimone, ma Jericho
sorridendo scuote la testa. Mentre il gruppo percorre le strade della
città, su di esso si appuntano gli occhi curiosi dei pochi
cittadini che si nascondono nelle ombre e nei vicoli o che si
intravedono tra le fessure di porte semiaperte. La cosa li mette a
disagio.
Poco dopo, dunque, una volta sistemati nelle loro nuove stanze, Jinx
dice che questa situazione le piace sempre meno: questa Dunduine sembra
quasi una città fantasma e non può fare a meno di
chiedersi perchè. Inoltre, se hanno così tanto
spazio, perchè portarli in un'area appartata della
città? Scorch ne ha abbastanza delle paranoie della sua
amica, almeno qui c'è pace e quiete. Alfiere si trova
d'accordo con lui: il Testimone ha detto loro di andare a Dunduine e,
dal momento che il sole stava tramontando, non erano rimaste molte
opzioni. Poi l'eroe chiede a Link un parere. La ragazza spiega che non
riesce ad ottenere una chiara lettura mentale degli abitanti della
città, anche se Duncan Jericho appariva genuino nella sua
felicità di vederli qui: probabilmente c'è in
ballo qualcosa a Dunduine, ma purtroppo lo sforzo di dover utilizzare i
suoi poteri tutto il giorno l'ha prostrata. Magari domani, quando la
sua testa smetterà di battere come un tamburo,
scoprirà qualcos'altro. Anche Alfiere propone di riposarsi e
cercare domattina le risposte alle loro domande. Dopotutto hanno Nom a
proteggerli e mezzi più convenzionali: l'eroe conficca
dunque una lama affilata in una parete.
Essendo la stanza troppo piccola, il gigante muto è stato
messo di guardia all'esterno. Ad un tratto ode un leggero suono, come
di passi, poi un altro strano rumore. Nom si reca a controllare e
scopre che la causa di tutto è un semplice gatto: il gigante
sorride. Contemporaneamente Scorch si sveglia e si chiede cosa stia
combinando il suo amico. Nom prende il gattino tra le sue braccia e
decide di dare un'occhiata intorno. Improvvisamente il gigante si
ritrova sopra di una piattaforma di legno, al centro di una sorta di
immenso cerchio scavato nel suolo circondato da una recinzione. Poi il
pavimento inizia a tremare, per via di alcune macchine che si sono
attivate: il gatto si fa prendere dal panico e salta giù
dalle braccia di Nom, che rimane solo. Subito dopo la piattaforma
inizia a sollevarsi in alto, molto in alto, ben oltre le mura della
città, fino a quando è impossibile saltare
giù da essa senza ricavarne gravi danni o peggio. Nom si
inginocchia e guarda in basso, ma poi ode un rumore alle sue spalle: si
volta e qualcosa lo attacca. Poi la piattaforma torna ad essere vuota.
Da sotto Nom ha osservato l'intera scena e scioccato chiama a gran voce
il suo amico, non ricevendo alcuna risposta. Torna di corsa nella sua
stanza per avvertire gli altri, ma come entra qualcuno lo sorprende e
gli punta un coltello alla gola: è Alfiere, il quale intima
con rabbia al ragazzo di non provare più a sgattaiolare
dentro in questo modo. L'eroe lascia così la presa e chiede
a Scorch cosa c'è che non vada. Lui risponde di aver seguito
Nom e di aver visto una cosa orribile. In quel momento si svegliano
anche Link, Michael e Jinx: Scorch si scusa con quest'ultima, i suoi
sospetti erano fondati. Alfiere guarda fuori dalla stanza e nota
l'arrivo di Duncan Jericho, il quale rivela a Scorch di aver appena
visto i Kith ed è fortunato ad essere ancora vivo. Il
giovane prova ad assalirlo, ma Alfiere lo trattiene, mentre anche
Jericho afferma che non c'è bisogno di essere ostili: un
tempo suo padre gli disse che la chiave per la leadership era
nell'attuazione della diplomazia, ma è il coraggio di
prendere decisioni difficili quando ogni altro sforzo è
fallito che separa un vero leader dalle persone che lo seguono. Scorch
è sempre più irato ed i suoi occhi letteralmente
si infiammano, mentre intima a Jericho di rivelare loro cosa
è accaduto a Nom, altrimenti lo ridurrà in
cenere. Anche Alfiere vuole delle risposte e le vuole ora.
Duncan Jericho invita il gruppo ad ascoltarlo attentamente,
poichè così capiranno il peso e la sofferenza che
questa leadership gli ha imposto. Generazioni fa la gente di Dunduine
costruì la sua città, circondata da alte mura per
proteggersi dagli attacchi e dal duro ambiente circostante. Per anni
queste mura tennero la popolazione al sicuro, ma nessuno avrebbe mai
immaginato che gli assalitori sarebbero arrivati dal cielo. Dunduine
infatti venne attaccata da un'entità oscura nota come i
Kith: sono un'antica razza, o almeno così si dice. Sono
selvaggi e inesorabili. Ben presto la popolazione di Dunduine fu alla
loro mercè. Alfiere domanda al sindaco perchè,
visto che i Kith sono così spietati, la città
è ancora abitata. Jericho spiega che non hanno altro posto
dove andare: hanno visto i territori circostanti, non andrebbero
lontano. La gente di Dunduine ha costruito questa città ed
ha fatto del suo meglio per difenderla, ma il padre di Jericho gli ha
insegnato che un leader è pieno di risorse. E quando
Dunduine non potè più essere difesa, la sua
popolazione fece un patto col diavolo.
Gli abitanti di questa città sono forti e coraggiosi,
sapevano cosa andava fatto: scelsero loro stessi le persone da
sacrificare, poche vittime per salvarne potenzialmente molte altre. Un
mix di giovani e vecchi, forti e deboli, tanto i Kith non fanno
distinzioni. Il processo di selezione è semplice: un tempo
se ne occupava il padre di Jericho, ora questa incombenza spetta a lui.
Una pratica che segue scrupolosamente, essere un leader significa anche
prendere queste decisioni: bisogna non seguire le proprie emozioni,
altrimenti gli imperi cadono. Questo è un compito a cui
Duncan Jericho non si è mai sottratto, anche quando si
è trattato di sacrificare sua moglie e suo figlio. Mentre
lacrime scorrono sul volto del sindaco, Alfiere gli dice che comprende
il suo dolore e gli promette che lui ed il suo gruppo si uniranno alla
lotta contro i Kith e troveranno un modo per sconfiggerli. Jericho
ribatte all'eroe che non ha capito la situazione: non c'è
altra scelta che pagare il tributo ai Kith, almeno per oggi la sua
gente verrà risparmiata.
In quel momento le guardie di sicurezza circondano il gruppo, puntando
contro le lance. Scorch si infiamma e facilmente distrugge gli scudi di
metallo delle guardie ed i bastoni di legno delle lance. Alfiere
afferra Jericho e lo sbatte contro un muro, intimandogli di porre fine
a questa follia. Intanto Jinx con la sua velocità disarma
alcune guardie, mentre Michael si fa prendere dal panico e fugge: lui
proviene da New York, non ha chiesto lui di venire qui. Link lo segue
ed incappa in due guardie, alle quali grazie ai suoi poteri telepatici
ordina di rimanere ferme e non farle del male. Le due guardie eseguono
e Scorch si appresta ad ucciderle per avere la sua vendetta. Link prova
a farlo ragionare, ma sembra non esserci verso. Riverso a terra, Duncan
Jericho ripete di non avere altra scelta ed augura all'eroe di non
dover mai un giorno prendere decisioni simili nella sua vita. In quel
momento arriva di corsa Michael per avvertire Alfiere delle intenzioni
di Scorch.
L'eroe ferma il giovane impetuoso: ha appena avuto un'idea che potrebbe
ridare loro Nom. Un'idea azzardata per cui è giusto avere
paura. Scorch ritorna normale: lui non ha paura di nulla. Poco dopo
Alfiere ed il suo gruppo camminano per le strade di Dunduine, con gli
occhi di tutti gli atterriti cittadini puntati su di loro: l'eroe
consiglia ai suoi alleati di non guardarli, la loro paura è
contagiosa. Michael vorrebbe andare con loro, ma Alfiere gli dice che
non è il caso: il ragazzo capisce. Duncan Jericho dice che
è probabile che i Kith catturino vive le loro prede: non
condivide l'ottimismo dell'eroe, ma si occuperà di Michael
in sua assenza. Una assenza che, a detta di Alfiere, sarà
breve. Il gruppo si posiziona sulla piattaforma, che si solleva in
aria, mentre i cittadini di Dunduine trattengono il respiro. Jinx si
chiede come i Kith possano capire che loro sono qui, forse percepiscono
il loro odore. A Scorch questo non importa, conta solo che quelle
bestie arrivino e lo portino da Nom. Improvvisamente Alfiere nota
qualcosa in lontananza: una macchia nera, sembra fumo solido. Quando
vede meglio ciò che è l'eroe rimane scioccato.
L'entità oscura cala sui quattro, che in pochi secondi
scompaiono alla vista con gran stupore e terrore di Michael.
BISHOP
THE LAST X-MAN 5 (02/2000):
NELLA SALA DEL RE DELLA MONTAGNA (IN THE HALL OF THE MOUNTAIN KING)
Joseph Harris (storia)-Georges Jeanty (matite)-Art Thibert/Allen
Martinez (chine)-Jason Wright (colori)-Jason Liebig (supervisione)
I Kith, creature simili agli
pterodattili della preistoria, portano Alfiere ed i suoi sui picchi
delle montagne più alte, dove hanno scavato i loro covi. Qui
il gruppo viene portato al cospetto del re dei Kith, la più
grande delle creature: costui osserva le nuove prede e capisce che non
sono come il resto dei cittadini di Dunduine, questa carne è
giunta fin qui con uno scopo. Alfiere conferma tutto: non sono nativi
di Dunduine e non fanno parte dell'accordo tra gli abitanti di quella
città e la razza alata. Sono venuti fin qui di loro
spontanea volontà poichè vorrebbero fare un patto
col sovrano. Il re dei Kith sbuffa, il suo modo di ridere: lui
è Kalin Karth Kith, secondogenito di Kol, erede del trono ed
ideatore dell'accordo. Nonchè divoratore di uomini. E questa
carne vorrebbe fare un patto con lui? Alfiere spiega che sono giunti
fin qui per contrattare il rilascio di un loro amico, inoltre sono
venuti ad avvertire il sovrano di un pericolo che rischia di minacciare
tutti loro.
Kalin non gli crede, vede l'eroe tremare come tutti gli altri uomini
che sono venuti qui e pensavano di poter essere coraggiosi. Loro sono
gli ultimi Kith: lui non ha figli, dunque più nessun Kith
solcherà i cieli. Per questo catturano le loro prede, non
hanno più nulla da perdere. Comunque vuole saperne di
più su questa presunta minaccia. Alfiere dice che i Kith
sono una razza potente, questo è vero, ma anche i cieli sono
in pericolo di fronte a questa minaccia: gli alti covi, l'aria della
montagna, l'eredità di Kol e l'esistenza dei Kith sono messi
in pericolo dall'uomo noto come il Cronomante. È un folle,
che depreda un mondo disorientato e non preparato adeguatamente a
resistergli. Unite però le razze di questo mondo saranno in
grado di affrontarlo ad armi pari, dunque Alfiere chiede a Kalin di
allearsi con loro. Mentre l'eroe parla Link prova a percepire qualcosa
coi suoi poteri telepatici: rileva qualcosa, ma proviene da sotto,
forse è Nom. La ragazza prova a sondare la mente del re ed
apprende che le cose non sono come sembrano, che i cittadini di
Dunduine sono ancora tutti vivi. Ma subito dopo aver scoperto
ciò Link lancia un grido e si inginocchia a terra per il
troppo dolore. È stato Kalin ad imperdirle di sondare oltre
entrando nella sua testa. Alfiere chiede al sovrano di lasciarla stare.
Kalin ribatte che l'eroe ed il suo gruppo pensavano di essere diversi
dagli abitanti di Dunduine, ma hanno trovato pane per i loro denti.
Volevano fare un patto con lui? I Kith hanno una offerta migliore. Poi
alle spalle del sovrano compaiono dei robot.
Dunduine: Michael osserva la piattaforma di legno,
consapevole di essere stato lasciato solo e terrorizzato all'idea che i
suoi amici non tornino più. Duncan Jericho gli promette che
il coraggio dei suoi alleati non verrà dimenticato, poi lo
invita ad andare in giro per la città e godersi questa pace
temporanea prima dellla prossima selezione. Michael inizia a camminare
per le strade, senza speranza o direzione, e chiedendosi cosa
accadrà ora: è così perso nei suoi
pensieri che non nota che una figura incappucciata, un cui occhio
brilla, lo sta seguendo. Gli arriva presto alle spalle e richiama la
sua attenzione: Michael chiede di essere lasciato in pace, ma
improvvisamente alle sue spalle compare un'altra figura incappucciata.
I due misteriosi esseri circondano il ragazzo con le loro braccia ed un
leggero brivido comincia a percorrere le gambe di Michael. Infine i tre
scompaiono nel nulla.
Covo dei Kith: Rapidamente le Cronotruppe circondano
il gruppo di Alfiere. Scorch incendia una sua mano, pronto a combattere
ed a ridurre in cenere quei robot. L'eroe lo invita a calmarsi, poi
torna a rivolgersi a Kalin dicendogli che ha commesso un errore. Il re
dei Kith non è d'accordo: la sua razza può
contare su pochi componenti e, se dovranno andarsene, lo faranno con la
parte vincitrice. È Alfiere invece ad aver commesso un
errore. Improvvisamente Jinx attacca Kalin con la sua staffa e, grazie
alla sua velocità, si piazza alle sue spalle in un batter
d'occhio. Anche Kalin tuttavia è rapido e, colpendo la
ragazza con le sue ali, le fa perdere l'equilibrio e la presa sulla sua
staffa, poi la afferra prima che cada a terra. Per molto tempo i Kith
hanno governato sui cieli oltre le pianure e non intendono sparire. Il
Cronomante ha fatto un patto con loro: se lo aiuteranno a saccheggiare
Dunduine, lascerà i cieli agli ultimi Kith. Per Kalin questo
è un buon accordo.
Mentre la staffa di Jinx rotola ai piedi di Alfiere, il sovrano dei
Kith attira a sè la ragazza, pronto a cibarsene. L'eroe
afferra la staffa e ne assorbe l'energia, poi richiama l'attenzione di
Kalin, chiedendogli di riconsiderare la sua offerta. Altrimenti gli
scaricherà contro una tremenda raffica. Un altro Kith cerca
di sorprendere Alfiere alle spalle, ma Scorch prova a fermarlo: tutto
inutile, con un piede la creatura colpisce l'eroe alla schiena
facendogli perdere l'equilibrio. Alfiere perde il controllo
sull'energia accumulata, la quale viene liberata sul terreno causando
una piccola frana e forti tremori. Kalin ed i suoi sudditi volano via
al sicuro, mentre sia il pavimento che il soffitto cominciano a
collassare. Di conseguenza Alfiere ed i suoi seguaci incappano in una
buca e cominciano a precipitare in basso, ma l'eroe rimbalza contro
alcune rocce e viene allontanato dai suoi compagni. L'atterraggio
è doloroso, ma poco dopo Jinx, Link e Scorch si rialzano
senza averne ricavato gravi danni. Dopo aver notato la scomparsa di
Alfiere, scoprono qualcosa di agghiacciante: davanti a loro ci sono
delle persone imprigionate in una sorta di sacche rosse trasparenti.
Sono in stasi e sono i cittadini perduti di Dunduine.
Contemporaneamente anche Alfiere si riprende in un'altra sezione della
caverna, liberandosi da alcune rocce che lo avevano seppellito. Come i
suoi compagni anche lui è integro. Subito ode un rumore di
catene e chiede chi ci sia. Gli risponde una voce oscura, la quale gli
pone la stessa domanda. Alfiere afferma di non essere venuto qui con
intenzioni ostili e si avvicina alla figura. Intanto Link ha analizzato
i pensieri degli abitanti di Dunduine: sono deboli, quasi inesistenti
per via della lunga prigionia. Comunque sono vivi, anche se a malapena.
Scorch infiamma una sua mano per illuminare il luogo ed ispezionarlo al
meglio, dal momento che è certo che Nom è qui da
qualche parte. Link prova a rilevare i pensieri di Alfiere, ma Scorch
la esorta a scovare prima Nom: lei ci prova, ma qui ci sono tante
persone e più lei si sforza più costoro avvertono
la sua presenza. È come un richiamo all'unisono, delicato e
fragoroso allo stesso tempo. Alla fine comunque Link trova Nom in una
delle sacche di stasi. Scorch gli si avvicina e chiede alle sue due
compagne di contare gli altri: se ne andranno via di qui e verranno
anche i cittadini rapiti, tutti quanti. Questa follia deve finire.
Nel frattempo Alfiere scopre che il prigioniero incatenato è
un Kith, il quale sondando la mente dell'eroe avverte che ha attirato
su di sé l'ira di Kalin e per questo è da
considerarsi un alleato. Perchè lui è Kinlan
Karth Kith, primogenito di Kol e legittimo erede al trono. Alfiere sta
cercando di fermare suo fratello e questa è una ragione
sufficiente perchè lui lo aiuti. Alfiere spiega che i suoi
amici sono qui da qualche parte, perduti in queste caverne, e chiede a
Kinlan se riesca ad individuarli. Kinlan afferma di poter trovare molte
cose: dolore e paura convivono in queste caverne per colpa delle azioni
di suo fratello. Loro padre guidava con orgoglio il popolo dei Kith e,
alla sua morte, Kinlan ha cercato di seguire il suo esempio: ma Kalin
ha intravisto una possibilità di predominio e
perciò l'ha incatenato qui. I Kith sono una razza dalla
lunga vita, ma scarsamente prolifica: questo mondo sta fiorendo, si sta
ricreando ed il tempo della razza alata è quasi scaduto.
Kinlan ha provato a lasciare un'eredità di rispetto, ma
è stata distrutta dalla gelosia di suo fratello. I Kith si
stanno avviando all'estinzione e Kalin lascerà alla memoria
un'eredità di vergogna e disprezzo. Alfiere prova a spezzare
le pesanti e vecchie catene, ma non ci riesce. Kinlan lo esorta a
dirigersi in un tunnel alle sue spalle per trovare lì
l'aiuto di cui entrambi hanno bisogno.
Scorch crea una lama infiammata e con essa libera Nom dalla sacca di
stasi. Il gigante rotola a terra e Link usa i suoi poteri per
confortarlo ed esortarlo a riprendere le forze: col tempo si
riprenderà. Contemporaneamente Jinx ha liberato tutti gli
altri prigionieri, perlopiù bambini, dalle sacche di stasi e
promette loro che li riporterà a casa. Improvvisamente i due
uomini incappucciati che avevano catturato Michael compaiono alle
spalle dei quattro alleati di Alfiere. Uno dei due lancia i suoi
poteri, sotto forma di cerchio dorato, contro i quattro che iniziano a
provare lo stesso brivido avvertito da Michael. Link prova a sondare le
menti degli incappucciati, ma è come se fossero lavagne
bianche. Poi i quattro svaniscono nel nulla. Immediatamente dopo
Alfiere giunge sul posto e vi trova gli abitanti di Dunduine, i quali
gli esprimono il loro desiderio di tornare a casa. L'eroe chiede che ne
sia stato dei suoi amici. Una bambina si fa avanti, presentandosi come
Justina Jericho, la figlia di Duncan e spiega quello che è
appena accaduto. Poi chiede di essere riportata da suo padre. Alfiere
sa che queste persone sono stanche dopo la tragica esperienza vissuta e
li riporterà al più presto a casa, ma prima ha
bisogno del loro aiuto. Ha bisogno della loro forza.
Dunduine: Link, Jinx, Scorch e Nom si
rimaterializzano in una delle fogne della città. Su uno dei
muri c'è una scritta mezza cancellata, ma si legge
chiaramente la parola HELLFIRE. Improvvisamente Michael compare alle
loro spalle e chiede loro dove sia Alfiere. Un uomo dietro di lui lo
invita a non preoccuparsi, Alfiere arriverà molto presto.
Quando riconoscono la sua identità i quattro rimangono
scioccati: è il Testimone. Scorch gli chiede dove siano
finiti e perchè siano stati portati qui quando c'erano delle
persone da salvare nel covo dei Kith, ma altri tre incappucciati
compaiono alle spalle del Testimone, il quale afferma che le risposte
arriveranno a tempo debito. Uno degli incappucciati, che è
una donna ed indossa un mantello rosso, spiega che c'è una
città da difendere: se non fosse per Alfiere ed i suoi
alleati, il Cronomante conquisterebbe tutto. Per questo il Clan
Infernale li ha portati qui. Michael osserva fuori da una grata e vede
tutti gli abitanti di Dunduine correre in preda al panico: dall'alto
sono iniziate a calare delle ombre che hanno oscurato la luce del
giorno. Ombre che hanno nome Kith e che stanno attaccando la
città, realizzando le paure peggiori della gente di
Dunduine. Poi però alle loro spalle compare Alfiere, a
cavallo di Kinlan Karth Kith: l'eroe esorta il suo insolito alleato a
volare più veloce. C'è una città da
salvare. La speranza rinasce.
BISHOP
THE LAST X-MAN 6 (03/2000):
LA BATTAGLIA ETERNA (THE BATTLE OF EVERMORE!)
Joseph Harris (storia)-Michael Ryan (matite)-Andrew Pepoy (chine)-Jason
Wright (colori)-Mike Marts (supervisione)
Piove morte su Dunduine, sotto forma
degli alati Kith. La gente, preda del panico, fugge: qualcuno cade, ma
quasi nessuno si preoccupa di evitarlo e viene calpestato. Scorch, Nom
e Jinx escono dalle fogne: il ragazzo raccomanda alla sua alleata di
stare ben stretta al muro, nemmeno la forza di Nom può
impedire che vengano travolti dalla folla terrorizzata. I tre notano i
Kith guidati da Kalin, a cavallo dei quali ci sono alcuni robot delle
Cronotruppe, ma poi all'orizzonte scrutano qualcos'altro: Alfiere a
cavallo di Kinlan Karth Kith. Costoro attaccano una delle creature
alate, colpendola alla schiena: il Kith perde l'equilibrio ed insieme
al robot che stava trasportando precipita in basso, verso Dunduine.
Kinlan dice all'eroe che combatterà fino all'ultimo respiro,
ma da soli non riusciranno a trionfare. Alfiere ribatte che non sono
affatto soli.
L'eroismo di Alfiere colpisce positivamente i suoi alleati, i quali
capiscono anche che da solo non può farcela. Le creature
alate circondano il gruppetto ed alcuni cittadini, ma Scorch si
infiamma e coi suoi poteri distrugge uno dei Kith. Il ragazzo
è felice di ciò che ha fatto, ma non si avvede di
un altro Kith che lo sorprende alle spalle: il robot così lo
colpisce con la sua staffa alla schiena, costringendolo ad abbandonare
il suo stato infiammato e ad inginocchiarsi. Jinx gli è
subito vicino: è rimasta impressionata dal suo gesto, ma ora
deve riprendersi e lasciare spazio ad altri. Nom si piazza davanti a
loro e sradica il sostegno di un'impalcatura di legno per ricavarne una
lancia di fortuna: il terreno trema mentre il gigante si prepara
all'attacco imminente. Uno dei Kith plana verso di lui, ma Nom con
rapidità conficca la lancia nel suo petto ed in quello del
robot che stava trasportando. La creatura alata vola oltre, spezzando
la lancia, ma la sua fuga è di breve durata: lei ed il robot
crollano immediatamente dopo al suolo, privi di vita.
Lentamente i cittadini di Dunduine si radunano per vedere i mostri
caduti e, altrettanto lentamente, capiscono che questi nemici possono
essere battuti. Così quando poco dopo cinque robot arrivano
sulla scena pronti a combattere, loro per la prima volta da tempo
immemore non hanno paura. Raccolgono staffe di acciaio, bastoni di
legno, qualsiasi cosa che possa servire come un'arma: Scorch li guida
in battaglia dicendo loro che, se vogliono ottenere la
libertà, dovranno lottare. E loro lo fanno, lanciandosi
contro le Cronotruppe e colpendole con le loro armi improvvisate e con
la forza che nasce dalla speranza. Duncan Jericho è
incredulo: i suoi concittadini stanno reagendo. Ed invita la sua scorta
a guardarli e a prendere esempio da loro. Un membro della scorta
promette che lo faranno, non appena Jericho sarà stato
portato al sicuro. In quel momento Kinlan e Alfiere volano sopra la
testa del sindaco della città: l'eroe gli lancia un saluto.
Jericho rimane sorpreso e favorevolmente stupito, esortando i suoi
uomini a gettarsi in battaglia. Alfiere ce l'ha fatta, in qualche modo
ce l'ha fatta.
Da una grata delle fogne Michael osserva la battaglia e, emozionato,
informa il Testimone che Alfiere e gli altri stanno vincendo. L'uomo
misterioso si limita ad avvertirlo di stare attento e di allontanarsi
da lì. In quel momento arriva Link, la quale dice che
là sopra c'è in atto una battaglia sì
tremenda, ma che va combattuta. Però un dubbio la tormenta:
se il Cronomante è alleato con i Kith, allora
perchè costoro non li hanno uccisi quando li hanno
catturati? Erano praticamente alla loro mercè. Il Testimone
ritiene che Fitzroy non voglia veder morire tutto il gruppo, solo
Alfiere: c'è una vecchia diatriba tra lui e l'eroe. Link
allora si chiede perchè i Kith stiano attaccando. A
risponderle è la donna col cappuccio e mantello rosso: in
questo mondo esiste un potere ed una bilancia degli equilibri. A volte
però un'entità potente cerca di sovvertire
quest'equilibrio, per far sì che il resto del mondo si
inchini ad un nuovo status quo o reagisca. Ma il Clan Infernale non si
inchina a nessuno e per questo il Cronomante attacca. Ed è
sempre per questo che Alfiere e gli altri sono stati portati qui:
perchè potessero dare vita al cambiamento. La donna chiede
poi agli altri due incappucciati, Fold e Trickster, di portarla in
superficie. In breve i tre svaniscono. Il Testimone è felice
che Link ed i suoi amici abbiano seguito il suo consiglio venendo a
Dunduine: il Cronomante è divenuto troppo potente e dunque
l'equilibrio dei poteri va ripristinato. Link è grata al
Testimone per esserle sempre stata vicino: non ha idea di cosa lui stia
combinando col Clan Infernale, ma tenterà di adattarsi.
Tuttavia non può fare a meno di chiedersi, se il Cronomante
è la potente entità che va abbattuta,
perchè attacca il Testimone?
Intanto Alfiere si complimenta con Kinlan: ai suoi occhi ha
ripristinato l'onore del suo popolo ed il buon nome di suo padre. Il
figlio di Kol è consapevole che il tempo del suo popolo
è quasi concluso: suo padre si sarebbe vergognato nel vedere
come esso si è ridotto, ma orgoglioso di sapere che suo
figlio vi ha posto fine. L'eroe gli promette che racconterà
ovunque la leggenda dei Kith. Poi Kinlan si alza in volo: è
rimasta per lui un'ultima cosa da fare. Alfiere gli augura buona
fortuna. In città Jinx informa Scorch che a quanto pare i
Kith si sono dispersi: il ragazzo è d'accordo con lei,
tuttavia questa battaglia non è ancora terminata. In aria i
Kith rimanenti si interrogano su cosa fare: Kalin li ha guidati alla
guerra, ma ora sembra che li stia portando anche alla sconfitta. E alle
ultime creature alate rimaste fedeli a Kalin questa cosa non piace,
così si voltano e si allontanano da Dunduine: il loro
sovrano li definisce tutti codarsi e si augura che muoiano
nell'ignominia. Improvvisamente Kinlan sorprende suo fratello alle
spalle e gli sferra un'artigliata al volto.
Nel frattempo Alfiere sta percorrendo le vie della città. Le
Cronotruppe provano a sorprenderlo alle spalle, ma lui avverte il
leggero ticchettio emesso dalle loro armature e voltandosi sferra un
calcio ad un robot. Le Cronotruppe cominciano a sparare contro l'eroe,
il quale inizia a fuggire. Contemporaneamente Kalin grida con rabbia a
suo fratello che l'impero dei Kith appartiene a lui. Kinlan gli fa
notare che tutti lo hanno abbandonato: i Kith riconoscono la sconfitta
e la disgrazia quando la vedono. Il primogenito di Kol sferra dunque
un'altra artigliata al petto del fratello, così forte da
sbalzare il robot che stava trasportando. A Dunduine, le Cronotruppe
hanno bloccato Alfiere in un vicolo cieco e gli sparano contro: l'eroe
alza istintivamente le braccia per proteggersi, ma incredibilmente
nessuno dei proiettili lo colpisce. Alfiere alza lo sguardo in alto e
nota la donna col cappuccio rosso, la quale ha usato i suoi poteri per
impedire che Alfiere rimanesse ferito. Poi atterra e si piazza davanti
a lui.
Kinlan dice a suo fratello che è stato suo prigioniero per
troppo tempo, mentre lui conquistava un trono che non gli apparteneva e
trascinava i Kith alla disgrazia. Kalin si arrende, ma Kinlan non lo
sta a sentire: lo ferisce ancora al petto con un'artigliata, poi lo
scaglia con violenza contro una delle mura di Dunduine. Intanto Alfiere
chiede alla donna chi sia: lei risponde di chiamarsi Sammara Shaw. In
quel momento però il muro contro cui era stato lanciato
Kalin inizia a crollare: Sammara allora afferra Alfiere e lo trascina
al sicuro in volo. La parete invece crolla del tutto, schiacciando le
Cronotruppe e distruggendole tutte, mentre alle loro spalle
c'è il corpo senza vita di Kalin Karth Kith.
Sammara porta a terra Alfiere, davanti ai suoi compagni. Subito dopo
Kinlan richiama la sua attenzione: se mai avesse bisogno del suo aiuto
non deve far altro che guardare in cielo. Poi sparisce all'orizzonte
augurandogli buona fortuna. In quel momento arriva Duncan Jericho:
Alfiere gli dice che ha un muro da ricostruire, ma ora Dunduine
è libera e, se mai i Kith dovessero decidere di riattaccare,
può contare su di lui e sul suo gruppo. Poi l'eroe osserva
aldilà della parete crollata, poichè stanno per
arrivare gli ex prigionieri della creature alate: Jericho avvista
immediatamente sua figlia Justina e corre ad abbracciarla.
Contemporaneamente Jinx raccoglie ciò che rimane delle
uniformi bianche delle Cronotruppe e le viene in mente un'idea,
chiedendo a Scorch di aiutarla a realizzarla.
Dunduine è stata liberata, ma Alfiere ha ancora molte
domande che necessitano di risposte: risposte che potrebbero arrivare
dal Testimone, che compare alle sue spalle accompagnato da Michael.
L'eroe si sincera delle buone condizioni del ragazzo, poi si prepara ad
interrogare il Testimone. Ma viene interrotto dalla ricomparsa di
Sammara Shaw, Fold e Trickster: la donna dice ad Alfiere di
risparmiarsi le domande per dopo, lontano da coloro che non hanno
bisogno di conoscere le risposte. Fold e Trickster dunque teleportano
tutti lontano da Dunduine. I cittadini osservano con stupore la
scomparsa dei loro salvatori, mentre Duncan Jericho e sua figlia li
ringraziano osservando la bandiera sollevata da Scorch e Jinx con sopra
impresso il simbolo degli X-Men.
BISHOP
THE LAST X-MAN 7 (04/2000):
UN NUOVO GIORNO È PASSATO (A NEW DAY YESTERDAY)
Joseph Harris (storia)-Georges Jeanty (matite)-Art Thibert/Allen
Martinez (chine)-Jason Wright (colori)-Mike Marts (supervisione)
Link e Michael osservano fuori da una
finestra di un edificio in stile gotico dove Sammara Shaw ha
trasportato loro e gli altri componenti del gruppo al termine della
battaglia di Dunduine: non possono far altro che ascoltare la pioggia
che batte sul selciato ed ammirare la vegetazione che circonda
l'edificio. Un ambiente tranquillo e pacifico ed allo stesso tempo
familiare. Michael chiede a Link se sappia dove si trovino, lei
risponde di non saperlo: il nome di questo luogo è stato o
da tempo dimenticato o negato in maniera così categorica che
i pensieri di coloro che lo hanno rinnegato non possono essere letti.
Non le piace stare qui. Una sensazione condivisa da Michael e da Jinx,
la quale ha ancora lo stomaco sottosopra dopo il lungo teletrasporto.
La ragazza si rivolge al Testimone, il quale è seduto su una
poltrona: lo credevano morto, ma in qualche modo è tornato e
non da solo, non gli nasconde che il comportamento da lui tenuto l'ha
fatta sentire tradita. L'uomo del mistero le chiede se si sentisse
tradita anche il giorno in cui l'ha trovata, sola e spaventata, quando
era solo una ragazzina; oppure nei giorni in cui l'accolse sotto la sua
ala protettiva, insegnandole a rubare ed a rimanere viva. Prima che
incontrasse il Testimone, Jinx era solo una sperduta cocca di mamma,
così come gli altri suoi compagni: ma lui li ha presi con
sè e li ha resi speciali. Alfiere ha bisogno che il suo
gruppo si fidi del Testimone, anche se per ora possono solo aspettare.
Di fronte a loro Fold e Trickster, fratello e sorella, sorvegliano una
porta oltre la quale c'è una stanza in cui si sono rifugiati
Alfiere e Sammara Shaw. L'eroe, di fronte ad un camino acceso, afferma
di gradire questo posto privilegiato, ma sapere esattamente dove
è stato portato lo farebbe sentire molto meglio. La donna
riempie due calici di vino e si complimenta con l'eroe per la sua
cautela, la quale ben si unisce alla sua forza ed al suo coraggio.
Alfiere prende in mano il calice e dice che, se Sammara Shaw
è davvero chi il Testimone afferma che sia, ci sono pochi
dubbi riguardo ai suoi obiettivi, dopotutto Alfiere ha già
conosciuto un paio di componenti della famiglia Shaw. E ripone in
Sammara la stessa fiducia che ha riposto in loro, praticamente
inesistente. La donna spiega che stanno affrontando una minaccia
comune, che è riuscita a sfuggire all'eroe in ben tre
periodi temporali differenti: l'ascesa al potere del Cronomante
è stata terribile e le atrocità da lui commesse
non hanno posto in una civiltà che sta lottando per
rinascere.
Il potere che Fitzroy possiede non ha posto in un mondo che ha poche
risorse per bilanciarlo: ma poco è meglio di niente, da qui
dunque l'interesse per Alfiere. Sammara chiede all'eroe se lui sappia
come trovare il Cronomante, ricevendone una risposta negativa. La donna
ha un piano che potrebbe riparare a questa mancanza, ma prima vuole
mettere alla prova Alfiere. Finora ha sconfitto i Kith e liberato
un'intera città, guadagnandosi alleati che racconteranno
della sua impresa ad altre persone: così facendo l'eroe ha
superato le aspettative del Clan Infernale e di Sammara. Alfiere infine
capisce: le Cronotruppe non sono venute a Dunduine per lui, ma per
Sammara. Lei conferma: il Cronomante è un pazzo ed i suoi
nemici sono alleati del Clan. Poi si toglie i vestiti, suscitando lo
stupore di Alfiere. La donna gli accarezza gentilmente una guancia:
è intrigata dall'eroe e non ha bisogno del vino per
esercitare la sua influenza. Uno dei suoi occhi comincia a brillare.
Fuori dalla stanza, Jinx prova ad oltrepassare la guardia di Fold e
Trickster, ma Scorch glielo sconsiglia: tanto non la lasceranno andare
oltre. Però a lui andrebbe di fare una passeggiata e spera
che la sua compagna voglia accompagnarlo. Jinx accetta ed i due escono
dall'edificio. Michael chiede a Link dove stiano andando, lei spiega
che la storia di Jinx e Scorch sarebbe molto lunga da raccontare.
All'esterno Jinx racconta a Scorch che, quando era una bambina, era
solita stare fuori sotto la pioggia fino a quando era fradicia e sua
madre veniva a cercarla dicendole che il mondo è
più pericoloso quando è bagnato. Una
raccomandazione che anche Scorch ha sentito più volte, pur
non avendone mai capito il significato. Jinx gli spiega che forse vuol
dire che, se ti prendi un raffreddore, rischi di morire. Il ragazzo
apre una mano e le gocce di pioggia che picchiano su di essa diventano
vapore: Scorch ha sempre odiato la pioggia. Quando era piccolo, ricorda
che altri bambini lo costringevano a rimanere sott'acqua. Avevano visto
ciò che poteva fare e speravano di estinguere le fiamme
oppure annegarlo. Scorch posa una mano sulla spalla di Jinx, ma lei si
allontana da lui: non ha dimenticato il passato. A Dunduine, per un
istante, si è sentita di nuovo una ragazzina nel vedere il
coraggio e la spregiudicatezza di Scorch. Poi però ha
ricordato quanto entrambi siano cresciuti: cambieranno questo mondo in
un modo o nell'altro e non possono rischiare di commettere gli stessi
errori. Scorch china il capo, poi nota alle sue spalle Nom e gli chiede
seccato cosa abbia da guardare.
Intanto Alfiere riprende i sensi e tossisce. Apre gli occhi e vede una
torcia appesa ad un muro: capisce che Sammara probabilmente lo ha
drogato, confermando il detto che non bisogna mai fidarsi di uno Shaw.
L'eroe afferra la torcia e guarda in alto, scoprendo che è
stato calato in un profondo ed oscuro tunnel. Chiama aiuto, ma nessuno
gli risponde. Allora si inoltra nelle profondità del tunnel,
scoprendo che si incrocia con altri tunnel e notando svariate rotaie e
qualche vagone della metropolitana distrutto. Improvvisamente un occhio
robotico avvista Alfiere ed una voce altrettanto robotica afferma che
è stata rilevata attività mutante e che si stanno
approntando adeguate contromisure. L'eroe trasale di fronte a
ciò che gli sta di fronte, mentre una luce artificiale lo
illumina.
Contemporaneamente Michael si rivolge al Testimone, dicendosi
preoccupato per la sua lunga assenza. L'uomo misterioso ribatte che
presto Alfiere sarà sull'orlo della grandezza ed il resto
del gruppo sarà con lui: non è solito ricevere la
fiducia degli altri, e non si aspetta che comincino ora, ma
andrà così. Link contatta telepaticamente il
Testimone, dicendogli che non si è mai pienamente fidata di
lui e quello che sta accadendo ora non sta contribuendo a migliorare le
cose. Improvvisamente la ragazza si inginocchia gridando di dolore:
Sammara entra nella stanza e le intima di non provare più a
comportarsi in quel modo inospitale. Che tenga per sè i suoi
pensieri, altrimenti dovrà condividere anche quelli del
Clan. Jinx, arrabbiata per l'assenza di Alfiere e la mancanza di
risposte, cerca di attaccare Sammara, ma costei la afferra con
incredibile rapidità alla gola avvertendola di non provare
mai più ad alzare un dito contro di lei. Il Clan
è fondamentale per il destino di questo mondo,
più di quanto chiunque possa immaginare. Poi la scaraventa a
terra. Tocca a Scorch e Nom tentare allora una sortita contro Sammara,
ma lei li blocca coi suoi poteri telepatici. Improvvisamente
però la donna viene colpita alle spalle dal Testimone, il
quale le consiglia di smetterla prima che qualcuno come lui la
costringa con la forza a stare ferma.
Intanto Alfiere rimane scioccato nel vedere davanti a sè una
Sentinella, anche se costei soffre di qualche chiaro malfunzionamento
ed è mezza rotta. Il robot punta una sua mano contro il
mutante, come se stesse preparandosi a far fuoco, solo che
improvvisamente crolla a terra. Il danno subito è critico ed
i sistemi si stanno deteriorando, ma l'obiettivo non è
ancora compromesso. Alfiere sta per approfittare della situazione per
scappare, ma poi la Sentinella lo identifica e gli dice che finalmente
uno degli X-Men è giunto. È giunto per lei.
Di sopra nel frattempo Sammara con rabbia dice al Testimone che nemmeno
la sua gente si fida di lui, anche perchè non hanno alcuna
ragione per farlo: da quanto tempo gli sono accanto? Sono a conoscenza
di tutte le cose che ha fatto, degli accordi che nel corso degli anni
ha fatto nel suo esclusivo interesse? Il Testimone ammette di aver
commesso degli errori, ma non accanto al gruppo o ad Alfiere. La donna
gli ricorda che aveva promesso al Clan un campione per poter
sconfiggere i loro nemici, non un revival degli X-Men, dovrebbe
ricordare ciò che di importante c'è in gioco.
Tutti i componenti del gruppo sono preziosi per la missione di Alfiere,
ovvero trovare e sconfiggere il Cronomante: gli X-Men non la
riguardano, il miglioramento della sua razza è un obiettivo
secondario ed il ripristino di un sogno da tempo perduto non le
interessa affatto. Solo la disfatta di Fitzroy conta: Alfiere
è stato portato in questo tempo per una ragione e nessuno
può permettersi di rovinare tutto. Con decisione Jinx
afferma che seguirebbe l'eroe fino all'oblio. Sammara replica che
potrebbe anche doverlo fare.
Intanto Alfiere chiede alla Sentinella maggiori spiegazioni. Il robot
si identifica come GOL-19, ex cacciatore di mutanti, incaricato di
consegnare un messaggio a qualunque X-Man riuscisse a trovare. L'eroe
chiede chi sia stato a lasciare quel messaggio. La Sentinella risponde
che sono stati gli ultimi X-Men: negli ultimi giorni della grande
guerra, prima della morte sia dei mutanti che delle macchine, gli X-Men
le consegnarono un messaggio ed un dono per ogni mutante che fosse
sopravvissuto. Ed ora Alfiere ascolterà la loro storia.
Mentre l'eroe sente il racconto di GOL-19, Michael dice al Testimone
che sta cominciando a comprenderlo: l'uomo misterioso non è
certo di potersi fidare delle persone con cui sta lavorando e dunque
sta cercando Alfiere a modo suo. Il Testimone rimane colpito dallo
spirito di osservazione del ragazzo: lui è solo un vecchio
che ha fatto il suo tempo, ma in Michael vede saggezza e ad essa
dovrà sempre fare affidamente nel corso della sua vita. Link
si avvicina al Testimone per scusarsi per il suo comportamento di
prima, ma lui non cerca scuse: anche lui ha molto da farsi perdonare,
però ha fatto del suo meglio e per le giuste ragioni. Ora
lei e gli altri devono prendersi cura di Alfiere, fino alla fine.
Michael sorride.
Nei sotterranei intanto Alfiere dice a GOL-19 che la sua storia
è molto interessante, ma vorrebbe saperne di più.
La Sentinella rivela che è stata riprogrammata
perchè non uccidesse più, poi ha visto gli X-Men
morire. Ora Alfiere è qui ed ha ascoltato la sua storia, che
l'eroe dovrà raccontare agli altri, come gli X-Men avrebbero
desiderato. Il robot avverte la diffidenza di Alfiere, l'aveva
prevista, dunque ha per lui un dono: apre la mano e l'eroe rimane
sconvolto nel vedere la tiara di Tempesta. GOL-19 afferma che Ororo ha
combattuto coraggiosamente sino alla fine, per assicurarsi che la sua
storia arrivasse alle persone giuste. Poi la Sentinella crolla del
tutto a terra: sta morendo, ma il messaggio è stato
consegnato, la promessa fatta agli X-Men è stata mantenuta.
Ora Alfiere deve utilizzare la conoscenza che gli è stata
data e tornare nel luogo dove è avvenuta l'ultima battaglia
degli X-Men: lì potrebbe trovare un mezzo per trovare altri
mutanti come lui. Infine un'altra cosa: l'ultima unità di
energia del robot si trova dietro il suo occhio, l'eroe deve prenderla
poichè ne avrà bisogno. Anche se GOL-19
morirà, lo farà in pace. Alfiere esegue l'ultimo
volere della Sentinella, mentre la luce artificiale nei suoi occhi si
estingue.
In quel momento Sammara, Fold e Trickster compaiono alle spalle
dell'eroe. Il luogo dell'ultima battaglia degli X-Men è una
scoperta importante e necessaria per la ricerca di Fitzroy: Alfiere
deve andare lì. Poi la donna e le sue due guardie del corpo
si teleportano via. Alfiere torna dunque dai suoi amici ed informa il
Testimone che la Sentinella gli ha detto di aver trovato un X-Man
sopravvissuto: si domanda dunque come mai il Testimone, che tutti
chiamano LeBeau, non sia mai stato calato nel pozzo per apprendere i
segreti della Sentinella. L'uomo misterioso spiega che, sin dal loro
primo incontro, l'eroe lo ha visto come infido e traditore: non ha
fatto molte cose che meritino la fiducia degli altri, dunque neanche
Sammara ha mai riposto in lui fiducia. Il Testimone chiede scusa a
tutti: non è stato mai del tutto sincero e, col tempo, spera
che possano capirlo, in ogni caso è orgoglioso di loro.
Alfiere spiega ai suoi amici che faranno una piccola deviazione:
c'è un'avventura collaterale da intraprendere e lui ha una
storia da condividere con loro. Subito dopo il gruppo viene avvolto
dagli incantesimi di Fold e Trickster e teleportato via.
Cronofortezza: Bantam chiude la cella di Shard,
mentre Fitzroy si fa prendere dalla rabbia: lei non gli risponde, le ha
offerto la sua attenzione e la sua devozione ma lei non lo ricambia.
Bantam afferma che Shard è una donna forte, ma anche
delicata: è la sorella di Alfiere ed ha visto compiere dal
Cronomante azioni discutibili. Forse bisognerebbe accontentarsi di
averla prigioniera. Fitzroy pensa che debba fare qualcosa di
più, deve dimostrare a tutti ciò che lui
può essere: essere temuto è una nuova,
meravigliosa sensazione, ma è anche un'ambizione facile da
soddisfare. Shard un tempo lo amava, tornerà a farlo. Dentro
la sua cella la ragazza si siede su un letto ed una lacrima riga il suo
volto.
Intanto Sammara chiede al Testimone se Alfiere riuscirà
nella sua impresa. Lui ribatte che di certo l'eroe non si
arrenderà mai, poi esce dalla stanza. Sammara non appare
preoccupata: anche se Alfiere è un uomo forte e coraggioso,
bisogna prepararsi ad ogni possibilità. E schierarsi con
astuzia al fianco della parte vincitrice, qualunque essa sia. In quel
momento alle sue spalle compare un portale, aldilà del quale
c'è il Cronomante seduto sul suo trono: Fitzroy è
ammirato dalla donna, ha sempre cercato di mettere in ginocchio la sua
gente e vedere lei strisciare, ma non c'è ancora riuscito.
Dunque le chiede cosa abbia da offrirgli.
BISHOP
THE LAST X-MAN 8 (05/2000):
CIAO, VECCHIO AMICO (HELLO, OLD FRIEND)
Joseph Harris (storia)-Georges Jeanty (matite)-Art Thibert/Allen
Martinez (chine)-Jason Wright (colori)-Mike Marts (supervisione)
Il passato: Due
persone corrono a perdifiato nella foresta sotto una pioggia
incessante, fino a quando una di loro inciampa e dice di non farcela
più: il terreno è troppo scivoloso e le sue gambe
sono in fiamme. Il suo compagno dice che non c'è altra
scelta: i loro inseguitori sono nelle immediate vicinanze e possono
avvertire il loro odore, la aiuterà lui ad andare avanti.
L'altra persona dice che, solo perchè non può
più correre, non significa che debba fermarsi.
Così afferra il suo compagno ed i due si sollevano in volo,
mentre un uomo incappucciato giunge sul posto. Le due persone,
Wolverine e Tempesta, si rifugiano dentro una oscura caverna: Ororo
dice che si sforzerà di mantenere l'aria carica di
elettricità il più possibile, poichè i
fulmini dovrebbero impedire la loro rilevazione e far guadagnare loro
tempo prezioso. Logan si accende un sigaro e le dice che ormai
è troppo tardi, indicando una Sentinella di fronte a loro
che li ha già identificati.
Il futuro: Alfiere ed il suo gruppo stanno marciando
da ore per gli stessi boschi. Ore che sembrano durare anni. L'eroe
consiglia ai suoi amici di osservare gli alberi e di come si elevino in
alto fin quasi a sfiorare il cielo: le cose non sono cambiate di molto
da quando gli X-Men hanno attraversato questa stessa foresta, bisogna
rispettare ciò. Poco dopo Scorch chiede una piccola pausa,
poichè i suoi piedi lo stanno uccidendo: se questo
è davvero il luogo dove gli X-Men hanno combattuto la loro
ultima battaglia, avevano certamente un gusto per il drammatico. Jinx
chiede ad Alfiere dove si trovino precisamente: l'eroe spiega che sono
nella Redwood Forest, nel Pacifico Nordoccidentale, in quella che un
tempo era la California. Si riposeranno dopo, meglio sfruttare fino
all'ultimo la luce del giorno. La marcia dunque riprende.
Il passato: Logan non gradisce la situazione: stanno
fuggendo da troppo tempo dalle Sentinelle da poter credere che una di
loro possa tornare utile. Ororo comprende la diffidenza del suo
più fidato amico, ma la Sentinella davanti a loro
è stata completamente riprogrammata: Forge e gli altri hanno
compiuto il sacrificio supremo per portare a loro questa
unità robotica, quindi devono confidare nel loro giudizio ed
onorare la loro memoria. Non c'è altra scelta, dopotutto. La
Sentinella si identifica come GOL-19 e dichiara di essere consapevole
del suo obiettivo. Wolverine ribadisce che non si fiderà mai
di uno di questi robot, poi chiede alla sua amica quanto tempo rimanga
loro. Tempesta afferma che non ne è rimasto molto:
nell'istante esatto in cui sapranno da quale parte giungerà
l'attacco, caricherà nuovamente l'aria di
elettricità e GOL-19 si alzerà in volo, con o
senza di loro. Alla Sentinella verranno affidati i segreti ed il futuro
degli X-Men. La mutante torna dentro la caverna: ci vorrà
almeno un altro giorno prima che Magnus si faccia strada tra le
macchine.
Il futuro: Giunta la sera, il gruppo di Alfiere si
ferma in una radura ed accende un fuoco per riscaldarsi. L'eroe
però rimane lontano dalle fiamme, incapace di sedersi o di
dormire. Link lo contatta telepaticamente, dicendogli che non ha mai
letto i suoi pensieri senza permesso, comunque non ha certo bisogno dei
suoi poteri per capire che qualcosa lo turba. Alfiere spiega che stava
raccogliendo i suoi pensieri: non si è mai ritenuto un buon
narratore e la storia di Ororo e Logan non ha un lieto fine. Tutti loro
si sono spinti oltre l'ignoto e nessuno è ancora tornato sui
suoi passi, finora: tuttavia non è necessario leggere le
loro menti per avvertire la loro paura. Link ribatte che il gruppo
è forte ed Alfiere non può darsi la colpa se
hanno paura. L'eroe ne è consapevole, è solo
preoccupato di questa situazione. La ragazza gli ricorda che ha
iniziato questo viaggio con uno scopo, perchè c'è
qualcosa che il racconto di Ororo e Logan può insegnare a
tutti loro. All'accampamento Scorch è inquieto: crede alla
storia di Alfiere, ma ancora non si sa dove si trovino. E se si ascolta
bene il racconto dell'eroe ci si accorgerà che lui valuta
attentamente la scelta delle parole per non spaventarli troppo, ma in
quella storia non c'è un lieto fine. Jinx sa che Scorch non
è tipo da ammettere di avere paura e comprende la sua
preoccupazione, ma è necessario che tutti loro ascoltino il
resto della storia, qualunque sia il suo epilogo. In quel momento Link
ed Alfiere si riuniscono al gruppo e l'eroe riprende il suo racconto.
Il passato: Mentre Tempesta siede in meditazione,
Wolverine le chiede come stia. Lei afferma di non essere a suo agio,
soprattutto dentro la caverna, dal momento che odia gli spazi stretti,
inoltre si sente molto stanca. Logan allora le consiglia di riposarsi:
le Sentinelle li stanno inseguendo da così tanto tempo che
probabilmente stanno ancora cercando di capire dove si trovino.
Tuttavia il canadese è preoccupato per gli altri: non hanno
loro notizie da molto tempo, loro due potrebbero anche essere gli
ultimi X-Men. E se Magneto domani rilascerà davvero un
impulso elettromagnetico, e se GOL-19 è la loro unica via di
salvezza, allora dovranno partire presto da qui. Tempesta ricorda che
già in tanti sono caduti: Charles, Kurt, Jean... tuttavia
lei crede ancora nel sogno di Xavier. Anche se loro fossero gli ultimi
due mutanti rimasti, non possono permettere che quell'ideale vada
perduto. Wolverine le dice che se ne andranno domani, ma prima
è meglio godersi questi ultimi istanti insieme. E
così i due osservano il sole tramontare.
L'alba del giorno dopo viene accolta da un intenso suono, simile ad un
allarme. Tempesta si risveglia e chiede a Logan cosa stia accadendo.
Wolverine le dice che GOL-19 ha avvertito qualcosa nella foresta. La
mutante chiede alla Sentinella maggiori spiegazioni: GOL-19 riferisce
che, da una sua indagine a largo raggio, ha intuito che non sono soli.
Ororo capisce che le Sentinelle si stanno avvicinando e sposta dal
terreno una roccia, sotto la quale ha conservato la sua tiara nera:
essa viene consegnata a GOL-19, con l'incarico di affidare questa
chiave, insieme alla storia dei due eroi, a qualsiasi altro mutante
possa incontrare in futuro. Poi la donna esorta la Sentinella a
partire. In quel momento arriva di corsa Wolverine, dicendole che
bisogna andarsene ora. I due mutanti si abbracciano e Tempesta dice che
dovranno prima assicurarsi che GOL-19 fugga. Logan si dichiara
d'accordo.
Il futuro: Arriva la mattina ed il gruppo riprende
la sua marcia, nonostante una leggera nebbia. Ben presto arrivano nei
pressi di un corso d'acqua e l'unico modo per attraversarlo
è un albero che passa da una riva all'altra, ma appare
marcio. Scorch tuttavia appare esitante. Alfiere ne chiede a Jinx il
motivo. La ragazza spiega che, quando Scorch era piccolo, ha avuto un
piccolo incidente con l'acqua: però è un ragazzo
troppo orgoglioso per arrendersi adesso. Come in risposta alle sue
parole, Scorch sale sul tronco e pur tremando inizia ad incamminarsi
con cautela: improvvisamente la nebbia si fa più spessa e
Scorch usa la sua fiamma per vedere la strada che ha davanti. A
metà strada tuttavia inciampa e cade nell'acqua, che
è così bassa da poter essere anche attraversata a
piedi. Scorch invita i suoi amici a ridere pure di lui, ma questo non
succede e capisce subito perchè: alle sue spalle
c'è la testa di una Sentinella. E lungo tutto il corso
d'acqua sono presenti altre parti robotiche di questi letali
cacciamutanti. Alfiere capisce che sono vicini al luogo dell'ultima
battaglia degli X-Men ed invita i suoi amici ad attenderlo qui, lui
andrà a dare un'occhiata intorno.
Il passato: Tempesta spiega a GOL-19 che non ha idea
di quale sia l'attuale situazione mondiale, ma se Gambit ha raggiunto
Shaw e gli altri la Sentinella li incontrerà nel luogo in
cui sta andando. Ma se anche il Club Infernale ha fallito come tutti
gli altri, allora il robot dovrà conservare i suoi segreti
ed attendere il momento giusto. Devono esserci altri mutanti
sopravvissuti. In quel momento Wolverine sguaina i suoi artigli:
c'è del lavoro da fare. All'uscita della caverna
però c'è ad attenderli un piccolo contingente di
Sentinelle.
Il futuro: Alfiere trova la caverna dove Logan ed
Ororo si erano rifugiati e vi entra. Alle sue spalle Scorch chiede agli
altri se non debbano seguirlo: si decide infine per il sì.
Dentro la caverna Alfiere trova altre Sentinelle a pezzi e, certo di
essere giunto a destinazione, si reca in un posto. Un posto che detiene
la chiave ai segreti degli X-Men ed i mezzi per porre fine al regno di
Fitzroy.
Il passato: Creando una leggera corrente d'aria,
Tempesta scaglia Wolverine contro una delle Sentinelle, ma questa con
una manata spedisce il mutante lontano da sé, caricandosi
poi di energia per porre fine alla vita del canadese. Improvvisamente
però una raffica mozza un braccio della Sentinella, che
crolla a terra: gli altri robot non hanno nemmeno il tempo di reagire
che anche loro vengono abbattuti. Con sua grande sorpresa Wolverine
scopre che il suo salvatore è GOL-19.
Il futuro: Alfiere dice ai componenti del suo gruppo
che lo hanno aiutato a ricordare il potere delle leggende, gli hanno
fatto capire che bisogna trovare alleati ovunque essi siano. E rimanere
accanto ai propri amici è la prima chiave per la vittoria:
dunque è per lui un onore condividere con loro la fine di
questa storia.
Il passato: Wolverine si complimenta con GOL-19, il
quale dice che è pronto a difendere lui e Ororo ed a
riparare alle malefatte dei suoi simili. Logan tuttavia ribatte che
è meglio se le loro strade si separano qui: i loro segreti
sono in buone mani e lui e Tempesta devono assicurarsi che giungano a
destinazione. In quel momento la luce del sole viene oscurata da una
macchia nera, un manipolo di decine di Sentinelle che si dirigono verso
la caverna. Ororo chiede a Logan di starle accanto un'ultima volta,
mentre GOL-19 vola via: ma prima lancia un ultimo sguardo ai due
mutanti.
Il futuro: Alfiere trova la roccia dove Tempesta
aveva nascosto la sua tiara, raccontando ai suoi amici che lei e
Wolverine sono morti da guerrieri su questo stesso terreno. Sono morti
come X-Men, per preservare il sogno e permettere a GOL-19 di fuggire. E
la Sentinella ha dato a lui la chiave: Ororo e Logan infatti hanno
nascosto in questa roccia i mezzi per trovare altri mutanti ed il robot
gli ha fornito le sue ultime riserve di energia di modo da poter
scovare il mutante che stanno cercando. Infine Alfiere estrae qualcosa
dalla roccia: l'elmetto di Cerebro. Nel corso degli anni ha subito
notevoli trasformazioni, ma adempie ancora al suo compito originario:
trovare mutanti. Alfiere indossa l'elmetto, che viene potenziato dalle
cellule di energia di GOL-19, e chiede a Link di usare la sua telepatia
ed assisterlo nella sua concentrazione, poichè
c'è un mutante da stanare. Alfiere chiude gli occhi ed
inizia la sua ricerca: Cerebro lo porta ovunque in questo strano mondo,
fino a giungere ad un oscuro castello. Al suo interno l'eroe trova un
uomo sorridente seduto su un trono. Quest'uomo è Trevor
Fitzroy.
BISHOP
THE LAST X-MAN 9 (06/2000):
IL SOFFIO DELLA LOCOMOTIVA (LOCOMOTIVE BREATH)
Joseph Harris (storia)-Georges Jeanty (matite)-Art Thibert/Allen
Martinez (chine)-Jason Wright (colori)-Mike Marts (supervisione)
Dopo aver individuato la fortezza del
Cronomante, Alfiere ed i suoi si rimettono in marcia: qualche settimana
dopo, dopo aver attraversato tre città, fanno una
incredibile scoperta. Per Alfiere e Michael in realtà non
è nulla di che, ma gli altri non hanno mai visto delle
rotaie in vita loro. Soprattutto Scorch è incuriosito e si
inginocchia a terra per esaminare meglio i binari. Alfiere intanto
aguzza la vista guardando in avanti e giunge alla conclusione che la
prossima città non dovrebbe essere troppo lontana, entro il
tramonto dovrebbero già averla raggiunta: magari
lì troveranno alleati per la loro causa. Poi l'eroe nota che
le rotaie, pur apparendo consumate dal tempo, in certi punti
risplendono ed il terreno tra i vari paletti di legno ad un certo punto
è livellato: qualcuno utilizza questi binari.
Improvvisamente si ode alle loro spalle un suono cigolante di ruote,
poi una voce imperiosa chiede al gruppo con quale autorità
stiano percorrendo questi binari. Perchè lui e Tull e queste
rotaie gli appartengono. Tutti si voltano e rimangono sconvolti alla
vista di una grande creatura dalla pelle grigia, la quale sta guidando
un piccolo carretto ed è decisamente simile al gigante Nom,
con la differenza che costui parla.
Tull nota subito Nom e quanto loro si somiglino, però non ci
sono più giganti in vita a parte lui. Ed in effetti Nom non
è alto come lui: di fronte a questa constatazione, Tull
ride. Alfiere si scusa con lui: non avevano idea che questi fossero i
suoi binari, altrimenti gli avrebbero certamente chiesto il permesso di
attraversarli. Poi gli chiede se, oltre a quel carretto, ci siano altri
mezzi per percorrere le rotaie. Tull pensa che l'eroe voglia un
"Chak-Choo", anche questo appartiene a lui: però potrebbe
farlo utilizzare al gruppo, se prima lo aggiustano. Tull invita tutti a
seguirlo ed indica aldilà di un ponte la città
prima notata da Alfiere: il Chak-Choo, il treno, si trova in quel
villaggio. Se riparano il veicolo e glielo fanno usare, poi lui lo
concederà loro. Possono attraversare il ponte senza
problemi, anch'esso gli appartiene e li scorterà. Tull
risale sul suo carretto e riparte, mentre Scorch si confida con
Alfiere: non si fida di quella creatura, guardava Nom in una maniera
che non gli è piaciuta. L'eroe ribatte che Tull possiede un
treno e quel mezzo potrebbe tornare loro utile, inoltre Nom appare
più incuriosito che spaventato dal suo simile.
Così il gruppo attraversa con cautela il ponte, mentre il
legno scricchiola sotto i loro piedi ed il vento pare quasi ululare.
Durante il percorso Link contatta telepaticamente Jinx e le dice che ha
letto i pensieri di Tull: ha detto la verità su quel treno
ed il villaggio appare normale. Poi Tull si ferma ed esorta il gruppo a
tornare col veicolo, lui li aspetterà qui. Michael nota un
cartello, ma Tull gli si piazza davanti: non è salutare per
un ragazzino rimanere qui da solo. Il ragazzo annuisce e si riunisce
frettolosamente agli altri. Il cartello dice:"VIETATO PASSARE".
Il gruppo continua a seguire i binari, nella speranza che su di essi
trovino il treno. Quando raggiungono la città questa appare
vuota e desolata, ma subito dopo alcune persone escono dai loro rifugi
e tirano dei sassi contro Nom, mentre un uomo con una cicatrice
sull'occhio destro gli chiede con rabbia cosa voglia. Non bastava un
gigante a creare guai, adesso c'è n'è anche un
secondo. Alfiere si interpone tra Nom e l'uomo: dopo essersi
presentato, dice che lui ed i suoi amici non sono venuti qui per
combattere, cercano solo aiuto ed un oggetto che dovrebbe trovarsi in
questo villaggio. L'uomo con la cicatrice afferma di chiamarsi Williams
John e, anche se la città da tempo non elegge un proprio
rappresentante, lui è preposto a questo ruolo. Alfiere
spiega che il gigante del ponte ha detto loro che in questo villaggio
avrebbero trovato un veicolo che può rivelarsi molto utile
per velocizzare il loro viaggio: non possiedono denaro, ma sono
disposti ad effettuare un baratto, anche se il gigante ha affermato che
il mezzo gli appartiene. Williams è disgustato: se Tull
fosse abbastanza intelligente da aggiustare da solo quel veicolo lo
farebbe, invece è piazzato tutto il giorno davanti al ponte
ed impedisce agli abitanti di questo villaggio di andarsene. Alfiere
ricorda come in effetti Tull fosse ansioso di farli entrare in
città, così propone a Williams che si aiutino
l'un l'altro. Scorch intanto esorta Nom ad allontanarsi, per il momento
è meglio così.
Mentre il gigante muto viene lasciato solo, Williams racconta che Tull
è giunto qui circa un anno fa: dopo aver capito che nessuno
era abbastanza grande e forte da affrontarlo, si è sistemato
sotto il ponte e non ha più lasciato passare nessuno, a meno
che costui non pagasse una sorta di pedaggio. Come ad esempio scorte di
cibo. La città le ha rapidamente esaurite, dal momento che
Tull bloccava l'unica via d'uscita e di scambio. Nemmeno gli altri
insediamenti di quest'area hanno potuto fare molto contro quel gigante.
Alfiere propone di combattere insieme, con un leader che guidi tutti.
In quel momento Scorch trae in disparte l'eroe e gli rivela che, quando
anni fa hanno trovato Nom, era sperduto e solo. Non sapevano nulla di
lui nè era uno del gruppo, però l'hanno
accettato: per lui il ragazzo darebbe la propria vita, ma non per altri
rappresentanti della sua razza. Alfiere promette che sarà
una cosa veloce. Poi l'eroe dice a Williams che affronteranno Tull in
cambio del loro aiuto, poichè quel gigante non è
l'unico problema. Anzi, la sua malvagità impallidisce di
fronte a quella del Cronomante: contro di lui il gruppo di Alfiere non
disdegnerebbe un supporto in più. Williams promette che
terrà presente questa richiesta, prima però
c'è un treno da rimettere a posto. L'uomo porta l'eroe nel
capanno dove si trova il mezzo, che in effetti è impolverato
e con qualche ruota staccata.
Nel frattempo Nom torna indietro e trova il rifugio di Tull, una
caverna posta poco sotto l'inizio del ponte. Vi entra e trova una
parete su cui sono stati disegnati dei geroglifici, i quali
rappresentano altri giganti che rendono omaggio al loro sovrano. In
quel momento Tull appare alle sue spalle e gli dice che un tempo vi
erano molti giganti ed erano potenti, oggi sfortunatamente non
è più così. In passato il re Azeroch
guidò i giganti alla gloria, per molti giorni e notti, fin
quando il tempo ebbe la meglio su di loro e la razza
cominciò ad estinguersi. Azeroch tuttavia promise che, nel
momento di massimo bisogno, sarebbe ritornato. A quanto pare era una
bugia. Tull abbandona il suo rifugio, mentre Nom esamina un tatuaggio
posto sulla sua mano sinistra che raffigura Azeroch.
Intanto Alfiere e gli altri, con forza di volontà e duro
lavoro, sono riusciti a ripristinare in breve tempo la
funzionalità del treno. Ora si recheranno a nord, anche se
in maniera più veloce e confortevole. Jinx ne esamina gli
interni: c'è ancora un po' di muffa, ma la gran parte
è stata ripulita. La donna però si chiede se dopo
tanto tempo il veicolo funzionerà ancora. Alfiere e Scorch
trovano dentro un vagone una materia nera che l'eroe riconosce come
carbone, ancora utilizzabile come mezzo di alimentazione. Prima
però i motori devono essere ripuliti e Scorch è
colui che può riuscire al meglio in tale compito. Con la sua
fiamma il ragazzo elimina ogni tipo di detrito che ingolfava i motori e
così pochi secondi dopo, con un soffio di fumo nero dal
caminetto, il treno riprende vita. Alfiere esorta dunque Scorch ad
andare a riprendere Nom: è tempo di partire.
Nel frattempo Tull racconta a Nom che i giganti provenivano dalle terre
del nord, ma nessuno sa cosa sia accaduto loro. Lui sa solo che loro
due sono gli ultimi. Uno di troppo, poichè in questo mondo
c'è spazio per un solo gigante. Tull strappa dal ponte un
lungo pezzo di legno e con esso prova a centrare Nom, che
però riesce ad evitare il colpo. Tull riparte subito
all'attacco, dicendo che un gigante che fa amicizia con degli umani non
è degno di sopravvivere: un suo pugno manca di poco Nom, che
ribatte con un pugno al volto del suo avversario. Tull ride,
poichè è certo che il gigante muto non possa
competere con lui: tuttavia Nom si difende bene e con una gomitata alla
faccia inizia a far sanguinare il naso di Tull. Il gigante malvagio
allora a pugni uniti colpisce con forza il terreno davanti a lui,
facendo crollare le tavole del ponte e sbalzare Nom fuori da esso.
I suoni della battaglia giungono fino in città ed intuendo
cosa sta accadendo Alfiere si precipita a controllare. Jinx intanto
cerca di far scendere Michael dal treno, ma il ragazzo si protende
troppo all'indietro e così un suo piede spinge la leva di
partenza. Michael cade dal mezzo, ma viene afferrato da Jinx, mentre il
treno viaggia a gran velocità sulle rotaie.
Contemporaneamente Tull estrae un coltello, poichè Nom
è riuscito ad aggrapparsi a delle tavole prima di
precipitare. Ma prima che il gigante malvagio possa calare la sua arma,
essa viene colpita e gettata via da una fiamma di Scorch, il quale
intima a Tull di stare lontano dal suo amico. Distratto da
ciò, Tull viene afferrato da dietro e tirato giù
da Nom, il quale risale al sicuro: aggrappato con una sola mano al
ponte, Tull implora il suo simile di salvarlo. Deve aiutarlo,
così potra dirgli dove si trovano i giganti: li ha visti una
volta, si nascondono ma sono ancora vivi. Mentre il treno si avvicina,
Nom aiuta Tull a risalire e subito costui con un calcio spinge oltre il
ponte il gigante muto, il quale riesce ancora ad aggrapparsi a delle
tavole. Distratto dal suo simile che sta per precipitare in basso, Tull
non si avvede dell'arrivo del treno e viene investito in pieno: essendo
che in quel punto per via della battaglia buona parte del ponte
è andata, il mezzo deraglia e precipita giù fino
ad esplodere. Alfiere, Scorch e Williams osservano la devastante scena,
poi vedono la mano di Nom: il gigante muto è riuscito a
salvarsi e lo aiutano a risalire. Al ritorno in città,
Williams ringrazia Alfiere per il suo aiuto: ispirati dalle gesta
eroiche del gruppo, i cittadini hanno deciso dunque di accettare la
proposta dell'eroe. Daranno il loro supporto contro il Cronomante.
Così il gruppo di Alfiere cresce in quantità: a
chiudere la fila c'è Nom, che osserva ancora una volta il
tatuaggio di Azeroch posto sulla sua mano.
Cronofortezza: Fitzroy ha invitato Shard a cena:
intendeva farlo da tempo, poichè la sua compagnia
è sempre gradita e gli abitanti di questa terra non sembrano
inclini a voler socializzare con lui. Il Cronomante spera che questo
incontro allontani la tensione che c'è stata tra loro,
dopotutto Alfiere significava tanto per entrambi. Fitzroy esorta dunque
Shard a rilassarsi ed a gradire il cibo ed il vino. La ragazza ricorda
al tiranno che lei non mangia. Il Cronomante in effetti rammenta che
tecnicamente lei non è più viva, ma solo una
forma di vita basata sui fotoni: la sua carne è morta ed
è stata riportata indietro come una sorta di fantasma
digitale. Così non potrà più
assaporare i piaceri del gusto o del tatto, piaceri che in passato loro
due hanno condiviso. Fitzroy ha i mezzi per renderla nuovamente felice,
Shard può riflettere in tutta tranquillità su
questa sua offerta. Due robot delle Cronotruppe la ammanettano, ma una
sua mano passa attraverso loro: con il resto del suo corpo ancora
intatto, Shard osserva il tutto incredula. Fitzroy invita nuovamente la
ragazza a riflettere sulla sua offerta.
BISHOP
THE LAST X-MAN 10 (07/2000):
PROTEGGIMI (GIMME SHELTER)
Joseph Harris (storia)-Georges Jeanty (matite)-Art Thibert/Allen
Martinez (chine)-Jason Wright (colori)-Mike Marts (supervisione)
Il piccolo esercito guidato da Alfiere
cresce di numero, anche se l'eroe ha da offrire alla gente di questo
mondo null'altro che la speranza. Esso si dirige verso il castello del
Cronomante, annidato su un picco montagnoso, mentre il tiranno
temporale attende pazientemente.
Cronofortezza: Trevor Fitzroy ha chiamato a
sè i nobili feudatari al suo servizio, ringraziandoli per
essere venuti nonostante il breve preavviso, ma ci sono affari molto
urgenti di cui parlare oggi. Prima però si potrebbe ammirare
il tramonto, è uno spettacolo che vale decisamente. Uno dei
nobili si fa avanti, chiedendo la ragione di questo incontro: per mesi
il Cronomante è stato inondato di petizioni e lamentele per
cui non ha mosso un dito, poi oggi i suoi robot hanno prelevato tutti
loro nel sonno ed il tutto solo per osservare il tramonto? Oggi Fitzroy
deve ascoltare tutti loro, poichè hanno un problema e quel
problema è stato creato da Fitzroy stesso. Questo problema
marcia da città a città sotto la copertura della
notte, infiammando la gente con discorsi sulla rivolta e la
rivoluzione; questo problema si sta facendo una reputazione e
più va avanti più la sua leggenda cresce ed ora
ha un esercito a supportarlo. Questo problema si chiama Alfiere e si
sta dirigendo verso di loro: ha chiamato a sè la gente di
Dunduine ed è stato seguito, dalle terre occidentali hanno
lasciato alle proprie spalle tutti i possedimenti pur di seguirlo. La
storia dell'uomo con la M marchiata sul volto cresce e la gente crede
in lui, già canti vengono intonati in suo nome.
Fitzroy riconosce il fomentatore, si chiama Kendrick, e gli chiede se
abbia sviluppato quel tono di voce alto ed arrogante prima o dopo che
lui riunisse tutti loro in una confederazione che continua a dare
profitti. Kendrick possiede una famiglia, una proprietà, un
titolo e potere su tutto il suo territorio, ma sono beni che ha
conquistato solo perchè Fitzroy gli ha permesso di
ottenerli. Inoltre pretende che, quando ci si rivolge a lui, venga
chiamato col suo titolo di Cronomante. Kendrick non si fa intimidire:
Fitzroy è comparso dal nulla e tutti loro l'hanno seguito
perchè aveva un piano. Ma nulla di quel piano è
stato finora realizzato. Kendrick comincia a pensare che a Fitzroy non
stiano a cuore i loro interessi, che lui ed Alfiere appartengano alla
stessa razza, una razza che non appartiene ai nobili qui riuniti.
Kendrick inizia ad incamminarsi fuori dalla stanza definendo a bassa
voce Fitzroy feccia mutante, ma il Cronomante lo blocca: vuole sapere
cosa pensa davvero di lui.
Intanto su una distesa montagnosa ed innevata, dove soffia un vento che
rende il freddo ancora più insopportabile, due componenti
dell'esercito di Alfiere discutono tra loro. Uno di loro lascia cadere
a terra il suo scudo e dice al suo amico di avere freddo, le sue dita
sono così intorpidite che è stato costretto a
lasciare la presa su quello scudo. Stanno marciando da settimane e gli
manca la sua fattoria e la sua famiglia. Lui odia il Cronomante, ma
cosa sperano di fare contro di lui? Ha incredibili poteri, è
persino capace di succhiare la vita dalle persone fino a renderle gusci
vuoti: è più che umano, così come i
suoi seguaci. In quel momento davanti ai due passa Nom e subito l'uomo
smette di lamentarsi. Il suo amico ribatte poi che si sono aggregati
all'esercito di loro spontanea volontà, qualcuno ha
addirittura implorato per potersi unire al gruppo: non bisogna
permettere che il freddo smorzi il loro desiderio di essere liberi.
Il resto dell'esercito è radunato attorno ad una grande
pietra sulla quale sono presenti Jinx, Link, Scorch e Michael. Scorch
capisce quanto queste persone siano stanche ed è convinto
che il loro leader debba ancora conquistare la loro totale fiducia. E
si chiede, quando comincerà la battaglia e gli uomini
inizieranno a morire, se al loro fianco avranno davvero degli amici.
Jinx sa che a queste persone è stato chiesto molto ed hanno
tutte le ragioni di sentirsi traditi, ma quando uscirà dalla
sua tenda Alfiere si guadagnerà la loro fiducia. Michael si
reca dunque nella tenda dell'eroe, chiedendo scusa per il disturbo, ma
la gente è in attesa di lui. Alfiere gli risponde di non
preoccuparsi: quelle sono brave persone a cui è stato
chiesto molto, ed hanno aspettato sin troppo.
Cronofortezza: Rinchiusa nella sua cella, Shard ode
dei rumori avvicinarsi: è certa siano le Cronotruppe, che
vengono a prelevarla. Quando la porta si apre però a far
capolino è la testa di Bantam: costui dice che
c'è poco tempo per le spiegazioni e Fitzroy lo ucciderebbe
sa sapesse che è venuto qui. Poi tende la sua mano verso la
ragazza, è venuto a liberarla. Shard non sembra avere
intenzione di accettare il suo aiuto e Bantam la incalza: sa cosa le ha
fatto Fitzroy, sa che la mantiene bloccata nel tempo e rinchiusa in
questa torre, ma il tempo è fondamentale e devono trovare
Alfiere. Lui è vivo ed è lì fuori da
qualche parte. Improvvisamente arrivano le Cronotruppe: Bantam prova a
scappare, ribadendo a Shard che Alfiere è ancora vivo e che
lei deve trovarlo poichè solo lui può fermare il
Cronomante. Un robot tuttavia lo afferra e lo scaraventa contro un
muro. Mentre la porta della cella di Shard si richiude, la ragazza si
interroga su quanto appena rivelatole.
Nel frattempo Alfiere si rivolge al suo esercito: è bello
vedere oggi così tanti cittadini e constatare che molti
hanno accettato di unirsi a questo gruppo. Tuttavia deve avvertirli,
non sono stati invitati per una celebrazione: colui dal quale si stanno
recando li sta aspettando per ricacciare nelle loro gole le richieste
di libertà. Molti non torneranno vivi da questa campagna,
pochi rimarranno illesi. Però Alfiere vede l'orgoglio nei
suoi uomini, lo avverte come fosse una cosa tangibile: potrebbe quasi
fondere la neve di queste montagne. Come uomini orgogliosi sanno di
avere il diritto di non accontentarsi delle briciole dal tavolo di un
dittatore, uomini che capiscono che le cose più preziose
della vita sono quelle per cui vale la pena combattere. L'eroe
sanguinerebbe fino all'ultima goccia per fermare il Cronomante, quindi
chiede ai suoi seguaci se sono disposti a sanguinare insieme a lui:
tutto l'esercito alza le armi ed acclama a gran voce il proprio leader.
Concluso il discorso, Alfiere rivolge la sua attenzione a Michael,
rimasto anche lui colpito dalle sue parole: l'eroe ha infatti notato
che il ragazzo si è dipinto una X sull'occhio sinistro e si
arrabbia perchè quel marchio lo rende un obiettivo. Michael
è sotto la responsabilità dell'eroe, il quale
afferma che questo non è un gioco. Il ragazzo ribatte che ne
è consapevole e scappa via. Dall'alto, non visto, qualcuno
ha osservato l'intera scena.
Cronofortezza: Sfuggito alle Cronotruppe, Bantam
scende per delle scale temendo che Fitzroy ora lo ucciderà
per quello che ha fatto: vorrebbe fuggire, ma questo posto è
così grande e non sa dove andare. Ad un tratto ode il rumore
caratteristico delle Cronotruppe e, camminando con cautela, giunge
vicino ad una stanza piena di bambini dall'aspetto deforme che stanno
costruendo o riparando altri robot. Due di loro tentano di parlare, ma
un robot li sorprende e colpisce uno di loro con una frustata. Bantam
osserva con angoscia la scena, ma improvvisamente una di quelle
creature arriva strisciando e lo prende per un piede dicendo la parola
Morlock. Bantam si fa prendere dal panico e, dopo essersi liberato,
scappa via.
Anche Michael continua a correre, lamentandosi: non ha chiesto lui di
essere strappato dal suo tempo e dalla sua casa, Alfiere non
è l'unico esule e tende a dimenticarselo. Ad un tratto una
creatura oscura vicino a lui inizia a ringhiare: Michael si fa cogliere
dal panico ed estrae il suo piccolo arco. Ma quando la creatura ringhia
una seconda volta il ragazzo fugge via e ritorna di gran carriera da
Alfiere, il quale vedendolo così spaventato gli va incontro
per confortarlo. Michael dice che ha visto una creatura alta dieci
piedi nella neve, anzi era come la neve e stava sul crinale. Subito
dopo una valanga rapida e brutale, nata come dal nulla, comincia a
scendere dalla vetta: gli uomini gridano, ma vengono subito fermati, le
loro urla soffocate da una tonnellata di soffice neve. Ossa vengono
spezzate, ma Alfiere è certo che la determinazione del suo
esercito non verrà meno poichè nè
l'uomo nè la natura sono in grado di fermarli, soprattutto
adesso che sono così vicini al loro obiettivo. L'eroe
stringe forte Michael tra le sue braccia per proteggerlo, mentre la
valanga li colpisce e li seppellisce sotto il suo manto.
Cronofortezza: Fitzroy scatena la sua energia,
mentre Kendrick, appoggiato ad un muro, afferma che tutto
ciò è follia. Il Cronomante ribatte che ha
radunato lui e gli altri qui per una dimostrazione: i suoi poteri si
sono evoluti di molto dalla sua venuta in quest'era, perciò
non ha più bisogno di reggenti per realizzare ciò
che ha in mente. Kendrick dice che questo è il loro mondo,
ma Fitzroy afferma che questo è il suo futuro. Il Cronomante
assorbe dunque la forza vitale di Kendrick, così come ha
già fatto con tutti gli altri nobili richiamati oggi al suo
castello.
Intanto, utilizzando le sue fiamme, Scorch scava sentieri nella neve
per liberare le persone che sono rimaste intrappolate sotto.
C'è chi riesce ad uscire da solo, chi ne ha ricavato ossa o
costole spezzate, chi è ancora sperduto ed attende di essere
soccorso. La frizione della valanga è stata tremenda,
così Alfiere raccoglie l'energia attorno a lui e, dopo
averla reincanalata, si crea una via d'uscita dalla neve portando con
sè anche Michael. Tossendo, l'eroe chiede a Jinx quante
siano state le perdite: la ragazza risponde che stanno ancora scavando,
ma i danni non dovrebbero essere troppo gravi. Ad un tratto Scorch non
vede più da nessuna parte il gigante Nom ed ordina
imperiosamente agli altri di continuare a scavare: la ricerca non
è finita, ci sono ancora altri intrappolati sotto la neve.
Subito dopo però Alfiere lo invita ad avvicinarsi a lui,
poichè è appena arrivata una nuova compagnia:
davanti a lui infatti sono appena comparse sette persone dall'insolito
aspetto.
Più tardi quella notte: Nom riesce a
scavarsi una via d'uscita da sotto la neve, ma quando alza lo sguardo
non vede più nessuno nelle vicinanze. Inoltre la valanga ha
tagliato la strada che potrebbe riunirlo al gruppo di Alfiere. Osserva
così il tatuaggio di Azeroch impresso sulla sua mano
sinistra e parte per una destinazione ignota.
BISHOP
THE LAST X-MAN 11 (08/2000):
NON MI SENTI BUSSARE? (CAN'T YOU HEAR ME KNOCKIN'?)
Joseph Harris (storia)-Georges Jeanty (matite)-Art Thibert/Eric Benson
(chine)-Jason Wright (colori)-Mike Marts (supervisione)
Alfiere scopre che i nuovi arrivati
sono Morlock, i quali affermano che questa montagna appartiene loro,
chiunque altro è un ospite indesiderato. L'eroe si scusa per
la sua mancanza di buone maniere, ma oggi ha perso alcuni dei suoi
uomini e vorrebbe attraversare queste montagne rapidamente e senza
interferenze. In caso contrario il suo gruppo ha dei poteri per
rafforzare questo intento. Uno dei Morlock, un anziano i cui occhi sono
coperti da una benda ma che porta un immenso terzo occhio sulla fronte,
ribatte che queste montagne non sono adatte per Alfiere, forse
perchè oltre ad alcune persone speciali si fa accompagnare
anche da troppi umani che hanno bisogno di essere impressionati. Un
uomo senza occhi può capire molte cose se guarda a
sufficienza, un Morlock come lui invece capisce e vede tutto: il futuro
gli ha detto che qualcuno di grandioso sarebbe venuto da queste parti,
qualcuno che avrebbe liberato i Morlock dalla schiavitù,
qualcuno benedetto dalla grande 'Oro'. Qualcuno che avrebbe salvato
questo mondo e messo le cose a posto. L'uomo cieco si chiede se Alfiere
sia quella persona.
Un piccolo Morlock di nome Thumper esorta il veggente Seer a lasciar
perdere questi falliti poichè portano imbarazzo alla razza
mutante e a permettergli di fare ciò che sa fare meglio.
Scorch infiamma il suo volto, pronto a cancellare il sorriso di Thumper
dalla sua faccia, ma Alfiere lo blocca e torna a rivolgersi a Seer: se
davvero lui sa tutto, allora ricorderà che per lungo tempo
gli X-Men ed i Morlock sono stati alleati. Il veggente afferma che il
passato è passato, è l'immediato futuro la sua
preoccupazione, così permette a Thumper di lanciarsi in
battaglia. Alfiere dice che non ha alcun desiderio di combattere, ma
Thumper non lo sta ad ascoltare e lo colpisce al volto con le sue mani
enormi. Gli amici dell'eroe sono pronti a controbattere, ma
improvvisamente odono una strana musica ipnotizzante che li blocca sul
posto e che nemmeno Link con la sua telepatia è in grado di
contrastare: una musica emessa da un'altra Morlock, Note, che abbassa
il cappuccio del suo mantello svelando così il suo volto
ricoperto per metà da cicatrici.
Thumper continua a colpire Alfiere, chiedendogli ironicamente se gli
piaccia la canzone e dicendogli che lui è il migliore in
ciò che fa. L'eroe ribatte che il Morlock gli ha appena
ricordato con queste parole un suo amico, il quale però ha
il buon gusto di non parlare tanto, poi afferra il suo avversario per i
vestiti e lo scaglia con forza sul terreno. L'eroe si scaglia contro
Seer: se prevede il futuro sa allora cosa deve aspettarsi. Dunque o i
suoi amici vengono subito liberati oppure nessun incantesimo
sarà in grado di salvarlo. Improvvisamente un altro Morlock,
Tracker, si aggrappa alla schiena di Alfiere con le sue braccia e gambe
prensili e gli dice che per superare le montagne occorrerà
pagare un dazio, che verrà raddoppiato per gli esseri umani.
L'eroe riesce a liberarsi di lui, afferrandolo poi per la gola ed
intimandogli di stare lontano. Tracker rimane paralizzato, ma non per
il tono minaccioso di Alfiere, bensì per via di un oggetto
che è riuscito a sottrargli: la tiara di Tempesta, la
benedetta 'Oro'. Improvvisamente gli attacchi dei Morlock cessano: a
quanto sembra le loro preghiere sono state infine ascoltate.
Cronofortezza: Trevor Fitzroy ordina alle
Cronotruppe di ispezionare tutto il castello e trovare Bantam: vuole
spellarlo lentamente per il suo tradimento ed ora si
accerterà dell'entità del danno da lui causato,
magari potrebbe anche trarne vantaggio. Il tiranno entra dunque nella
cella di Shard, dicendole che è venuta a salvarla: la
ragazza crede che davanti a sè ci sia suo fratello e dunque
si rialza in piedi speranzosa, ma quando scopre che si tratta di
Fitzroy gli passa attraverso e tenta di uscire dalla sua prigione per
andare a cercare suo fratello. Ma la sua fuga viene bloccata da un
portale temporale attraverso cui passa il Cronomante: Fitzroy le dice
che il suo potere di attraversarlo è stato notevole, ma le
sue capacità oltrepassano di gran lunga quelle della
ragazza, la quale gli appartiene e dunque deve ascoltarlo. Shard gli
intima di stare lontano da lei e prova a colpirlo con una raffica
energetica, la quale però viene facilmente assorbita dal
Cronomante. Fitzroy tende una mano verso la ragazza e la aiuta a
rialzarsi: Shard ha passato brutti momenti in quest'ultimo anno e
Fitzroy teme che i suoi sforzi per mantenerla al sicuro possano averla
allontanata ulteriormente da lui. Ma ora le cose cambieranno: Alfiere
è vivo e sta venendo qui. Shard deve aiutare Fitzroy ad
accoglierlo: deve fidarsi di lui, anche se lui non è degno
della sua fiducia. Il Cronomante abbraccia Shard, che non si ritrae.
Nel frattempo i Morlock guidano il gruppo di Alfiere attraverso i
sentieri montagnosi, che si rivelano freddi e pericolosi, ma grazie
alla loro guida ne escono tutti indenni. Seer fa poi entrare Alfiere ed
i suoi alleati più fedeli in una grotta: l'eroe prova
rispetto per la storia dei Morlock, ma là fuori il suo
esercito sta tremando per il freddo e bisogna oltrepassare al
più presto queste montagne. Il veggente si trova davanti ad
una parete sopra la quale è stata incisa la tiara di
Tempesta e ricorda ad Alfiere che lui è stato benedetto da
Oro e li guiderà alla liberazione: la venuta del salvatore
era stata predetta e costui si trova probabilmente nel gruppo di
Alfiere, anche se non tutti i Morlock ne sono sicuri. In risposta tutti
gli altri abitanti della montagna si radunano attorno al veggente, come
se vivere insieme nell'oscurità li abbia resi una famiglia
forte. Il futuro ha dimenticato i Morlock, ma dopo tutto questo tempo
loro ancora esistono e non verranno cancellati da questo mondo:
potrebbero rivelarsi potenti alleati nella guerra imminente.
Alfiere afferma dunque che è sempre stato obiettivo degli
X-Men unire sia i mutanti col mondo esterno sia tra loro stessi,
perciò i due gruppi devono allearsi in vista della battaglia
contro il Cronomante. Seer esorta l'eroe ad ascoltare la loro tragedia,
magari così capirà: le Cronotruppe hanno
eliminato prima i Morlock più deboli, conquistando
quell'oscurità che i deformi mutanti pensavano appartenesse
loro. I Morlock si rifugiarono allora nei tunnel più
disparati, certi che le Cronotruppe non li avrebbero mai trovati: si
sbagliavano e ne seguì un altro massacro. I Morlock volevano
solo essere lasciati in pace, ma hanno ottenuto tutt'altro. Questi
tunnel percorrono l'intera montagna fino ad arrivare alle mura della
Cronofortezza: i Morlock aiuteranno Alfiere ad infiltrarsi nel castello
di Fitzroy, anche se loro conoscono poco quell'edificio. Tuttavia
c'è una persona giunta qui da poco che potrebbe fornire
maggiori informazioni.
Quella persona è Bantam che, quando nota l'arrivo di
Alfiere, tenta di scappare, ma il mutante lo afferra e lo scaraventa
contro un muro per punirlo del sangue che è anche sulle sue
mani. Bantam chiede perdono: è venuto qui proprio per
trovare Alfiere, Fitzroy lo ucciderebbe se venisse a saperlo. Ormai il
suo padrone è impazzito ed Alfiere deve fermarlo: quel
tiranno ha fatto prigioniera Shard. In quel momento Michael irrompe
sulla scena ed informa l'eroe che sono appena arrivate le Cronotruppe.
I soldati robotici al servizio del Cronomante avanzano verso i Morlock,
che si preparano a contrastarli, ma Seer li blocca e li esorta a
lasciar passare i robot. Le Cronotruppe superano i Morlock quasi come
se loro non esistessero: non sono venute fin qui per loro, non oggi
almeno. Il loro obiettivo in realtà sembra essere Bantam,
che scovano rapidamente, tremante ed attaccato alla gamba di Alfiere.
L'eroe tuttavia non è certo che la preda dei robot sia il
piccolo mutante, così compie qualche passo in avanti ed
esorta le Cronotruppe a sparare con le loro staffe, poi balza contro di
loro. I robot scaricano più volte le loro raffiche contro
Alfiere, il quale sopportando il dolore ne assorbe l'energia,
rilasciandola infine per distruggere tutti i robot. Riverso a terra,
l'eroe afferra la testa di una delle creature robotiche chiedendo
perchè continuino a cacciarlo dal momento che è
chiaro che non possono sconfiggerlo. È Bantam a
rispondergli: Fitzroy vuole che Alfiere sia forte ed arrabbiato quando
lo affronterà, lo vuole al massimo delle sue
capacità. L'eroe giura che avrà questo e molto di
più.
Poco dopo Seer comunica ad Alfiere che ha avuto una visione incerta del
futuro: nei destini dei giocatori coinvolti in questo conflitto ci
sarà sia trionfo che disgrazia, anche se non è in
grado di dire esattamente per chi. Per esperienza Alfiere sa quanto
incerto possa essere il futuro, ma non ha paura di morire: i Morlock
verranno liberati ed il cadavere di Fitzroy sarà il loro
trofeo. Poi l'eroe si rivolge a Scorch e Jinx: loro guideranno
l'esercito, marceranno nella neve ed attenderanno il segnale che
darà il via alla battaglia. Tracker, Bantam e Link invece
verranno con lui per guidarlo al meglio fin oltre i cancelli della
fortezza: la ragazza promette che farà del suo meglio per
mantenerli invisibili con la sua telepatia. Michael vorrebbe rimanere
accanto ad Alfiere, ma lui non glielo sconsiglia: è da
un'eternità che sta cacciando Fitzroy e gli ha visto
sottrarre senza esitazione o pietà la forza vitale dei
bambini. Però gli promette che si rivedranno presto. Poi lui
e gli altri si avviano. Seer conferma a Michael che lui ed Alfiere si
reincontreranno, ma si chiede se ciò sarà un
bene: ogni uomo nella sua vita subisce delle tragedie, si
può solo sperare che la saggezza si accompagni alla
nobiltà. E questo vale sia per Alfiere che per Michael.
Più tardi, quando è ormai calata la notte, Scorch
utilizza i suoi poteri per accendere un fuoco nella neve. Jinx gli si
avvicina e gli domanda se abbia per caso visto Michael, che non si
trova da nessuna parte. Il ragazzo dice che probabilmente
starà dormendo in vista della grande giornata di domani. Il
ragazzo in realtà è poco lontano, nascosto dietro
un albero, ma poco dopo fugge via. Jinx è preoccupata
poichè Michael sembra proprio scomparso, come Nom. Scorch le
promette che l'aiuterà a cercarlo, ma prima deve completare
il segno che sta incidendo sulla neve per far capire al Cronomante che
loro sono qui e non lo temono. Da una finestra Fitzroy e Shard
osservano l'opera del ragazzo e la sorella di Alfiere si chiede se
ciò abbia a che vedere con l'arrivo di suo fratello. Fitzroy
la tranquillizza: altre persone piene di rancore stanno venendo per
loro, ma non deve temere nulla. Lui la proteggerà e
dimostrerà a quelle persone quanto è davvero
potente. Le fiamme di Scorch hanno creato una X rossa nella neve, che
ricorda da vicino il simbolo degli X-Men: la dichiarazione di guerra
contro il Cronomante è stata appena consegnata.
BISHOP
THE LAST X-MAN 12 (09/2000):
CRONOGUERRA-ATTO PRIMO: IN FRETTA E FURIA (THE CHRONOWAR-ACT 1: HELTER
SKELTER)
Joseph Harris (storia)-Georges Jeanty (matite)-Art Thibert/Eric Benson
(chine)-Jason Wright (colori)-Mike Marts (supervisione)
Cronofortezza: Shard
ha freddo, una sensazione che non provava da tempo, mentre osserva da
una finestra l'esercito di suo fratello caricare verso il castello, un
assedio che sta durando da oltre un giorno. Fitzroy le si avvicina e la
invita ad allontanarsi dalla finestra, per evitare di correre inutili
pericoli rimanendo esposta: c'è molto da fare oggi, Alfiere
sta arrivando e devono prepararsi ad accoglierlo. Shard non
è sicura di potergli credere: quei soldati portano con loro
una bandiera con una X impressa sopra, la stessa X che lei inddossa sui
suoi vestiti. Fitzroy la esorta ad osservare bene quella gente: sono
pieni di rabbia, non sono come lei, e non stanno venendo qui per
salvarla. Sono qui per cacciare Fitzroy ed altri come lui che tiene al
sicuro dentro queste mura. Non è un posto dove Shard deve
rimanere, il Cronomante promette di portarla via al più
presto, ma prima deve darle qualcosa: un dono che provi la sua
sincerità.
Fitzroy spiega che il tempo e lo spazio sono come dei tessuti,
cioè facilmente manipolabili se si riesce ad intuirne
l'intreccio. E tutte le cuciture sono ora visibili al Cronomante, che
usa i suoi poteri per creare un portale. Un tempo credeva di essere
alla mercè del tempo, come tutti gli uomini, ed anche se i
suoi poteri gli permettevano di viaggiare attraverso di esso non poteva
veramente controllare il luogo dove i portali lo avrebbero spedito. Poi
Fitzroy capì di non essere uno schiavo del tempo, piuttosto
il tempo era al suo servizio: esso scorreva attraverso di lui invece
che attorno a lui. Ed il suo corpo di carne era solo una corazza, una
corazza che a tempo debito avrebbe abbandonato. Toccando il portale con
le sue dita, il Cronomante ricorda a Shard quanto sia sempre stato
ambizioso, ma lei lo corregge: sa che lui ha bisogno della forza vitale
altrui per alimentare i suoi poteri. Fitzroy ammette di essersi reso
responsabile di atti terribili, ma spera anche che col tempo possa
dimostrarle quanto sia cambiato e perciò ora le chiede di
realizzare ciò che lui sa essere il più grande
desiderio della ragazza. Ne ha la capacità. È una
sua decisione e lui non la influenzerà, ha smesso di
manipolare le persone: quale che sia la scelta finale di Shard, lui la
accetterà. La sorella di Alfiere allunga una mano e tocca il
portale di Fitzroy.
Contemporaneamente Alfiere, Bantam, Tracker e Link percorrono dei
corridoi oscuri del castello, una misera torcia ad illuminare il loro
cammino. Bantam ha paura e propone di tornare indietro, Tracker con un
sorriso malizioso ribatte che forse sarebbe meglio lasciare qui da solo
il piccolo mutante, così riuscirà ad ambientarsi
nell'oscurità. Alfiere intima ai due di smetterla e di
ascoltarlo: la fortezza è ben protetta, i loro soldati
potrebbero attaccare le mura tutto il giorno e non servirebbe a nulla.
Ma se riescono ad aprire i cancelli e portare l'esercito all'interno
del castello facendogli affrontare quanta meno resistenza possibile
allora c'è ancora una scintilla di speranza. Ed è
qui che entrano in gioco Bantam e Tracker: Scorch e Jinx guideranno la
carica dell'esercito dall'esterno ed assaliranno i cancelli al momento
opportuno. Bantam e Tracker faranno sì che quel momento
arrivi, aprendo i cancelli ed innalzando la bandiera con la X stampata
sopra. Link invece verrà con lui. Improvvisamente l'eroe
ordina agli altri di fare silenzio e spegne la torcia: le Cronotruppe
stanno infatti marciando sopra di loro. Oggi diventeranno degli eroi o
moriranno, in ogni caso bisogna andare orgogliosi di ciò che
hanno fatto. Però Alfiere vuole che Fitzroy sia lasciato a
lui.
All'esterno: Scorch dice a Jinx che gli uomini sono
pronti, tutto quello che attendono è il segnale di Alfiere.
La ragazza ribatte che messa giù così sembra
facile. Scorch aggiunge che ha anche mandato alcuni uomini nei boschi,
alla ricerca di Michael. Jinx è delusa poichè
Alfiere aveva lasciato Michael alle loro cure. Toccando la X dipinta
sul suo volto la ragazza afferma che è da una vita che
attende questo momento, la possibilità di ribellarsi, di
fare la differenza. Adesso però vuole solo rendere
orgogliosi gli X-Men, onorare la loro eredità. Scorch le
chiede se in realtà non voglia rendere orgoglioso solo
Alfiere, Jinx rimane in silenzio.
Nel frattempo Michael sta percorrendo alcuni tunnel oscuri e chiama
Alfiere, non ricevendo alcuna risposta. Ad un tratto inciampa e, quando
si rimette in piedi, si ritrova davanti alla stanza dove i piccoli
schiavi Morlock stanno costruendo le Cronotruppe: preda della paura,
Michael indietreggia e si ripromette di avvertire Alfiere di questo
posto. Improvvisamente però due robot lo sorprendono alle
spalle ed iniziano a frustarlo.
Intanto Bantam e Tracker sono giunti nel cortile principale della
fortezza. Il piccolo mutante è incerto: le mura sono a
malapena sorvegliate ed anche questo cortile è silenzioso
come una tomba. Inoltre ci sono strani cerchi incisi sul pavimento, non
c'erano prima della sua fuga. Tracker non presta ascolto ai suoi dubbi:
trova un'asta e vi sale sopra per legarvi la bandiera. Subito dopo
Bantam corre verso la leva che apre il cancello: inizia a muoverla, ma
improvvisamente sente uno strano movimento sotto i suoi piedi ed il
bagliore luminoso di un portale compare alle sue spalle.
Contemporaneamente all'esterno l'esercito nota la bandiera issata da
Tracker e si prepara all'assalto: qualche istante dopo i cancelli si
aprono e la guerra ha inizio.
I rumori della battaglia vengono uditi anche all'interno della
fortezza, da Alfiere e Link. I due sono rimasti invisibili agli altri
fino a questo momento, ma ora lo sforzo per la ragazza si sta rivelando
eccessivo e dunque è costretta a desistere. Link chiede
all'eroe come mai non si siano diretti alla stanza del trono: Alfiere
risponde che prima deve occuparsi delle cose importanti, ma certamente
regolerà i conti con Fitzroy. Sua sorella però
è tenuta prigioniera in questa torre e la sua liberazione
viene prima di ogni altra cosa. La porta della sua prigione viene
aperta ed Alfiere trova Shard riversa tremante in un angolo: le si
avvicina dicendole che la porterà fuori di qui, ma lei
rimane stupita nel vedere che è venuto da solo. Shard si
rialza ed inizia a correre: devono sbrigarsi, Fitzroy li sta attendendo
al varco. La libertà riassaporata offusca i sensi della
sorella di Alfiere, così quando scende delle scale inciampa
e cade malamente al suolo: gocce di vero sangue che cadono dalla sua
mano sono la dimostrazione che sta riacquistando la sua
corporeità.
All'esterno la battaglia tra l'esercito ribelle e le Cronotruppe
impazza. Gli uomini di Alfiere stanno avendo la meglio sui robot del
Cronomante e questo insospettisce Scorch e Jinx: di certo loro erano
attesi, eppure la resistenza finora incontrata è stata
blanda. I due riescono ad avanzare di qualche metro e trovano riverso a
terra Bantam, sanguinante e mezzo morto, che li esorta a tornare
indietro. Questo non è possibile poichè subito
dopo i cancelli vengono chiusi, tagliando l'esercito dall'esterno ed
intrappolandolo dentro le mura del castello. Subito dopo il terreno
trema e dai cerchi incisi nel suolo notati in precedenza da Bantam
emergono svariati altri robot, rimasti nascosti fino a quel momento
grazie ad una trincea mimetizzata. Quasi contemporaneamente si apre un
portale e da esso fuoriescono altri componenti delle Cronotruppe.
Dentro il castello, Alfiere va alla ricerca di sua sorella. Nota il
sangue di Shard sul pavimento e lo tocca con le sue dita, annusandolo.
Poi nota Shard annidata in un angolo oscuro. Alfiere le chiede cosa le
sia accaduto, ma a rispondergli è la persona accanto a lei,
Fitzroy: il Cronomante invita l'eroe a perdonare sua sorella, in quanto
il suo corpo è in uno stato di trasformazione. Un processo
lento, ma sta andando meglio di quanto lui avesse sperato, dopotutto
lei è una ragazza forte. Poi il tiranno dà il
benvenuto ad Alfiere nella sua Cronofortezza e gli chiede di non
arrabbiarsi: ha cominciato a far guarire Shard e quella che adesso
appare come una mancanza di libero arbitrio in realtà
è semplicemente la sua reazione alla trasformazione. In
questo momento la ragazza è debole e disorientata, ma
Fitzroy le sta ridonando la sua corporeità: la sta rendendo
nuovamente una donna. Alfiere non ci vede più dall'ira:
oggi, in nome di tutte le persone che ha ucciso o ferito, Trevor
Fitzroy la pagherà. L'eroe si lancia urlando contro il
Cronomante, il quale si limita a schioccare le sue dita e a sorridere.
All'esterno, sforzando al massimo i suoi poteri, Scorch brucia quanti
più robot gli è possibile, Jinx gli dà
man forte distruggendone altri con la sua staffa. Molti degli altri
componenti dell'esercito però non hanno le loro
capacità e forse neanche il loro coraggio, dunque soccombono
con facilità agli attacchi delle Cronotruppe: Jinx osserva
sconvolta queste scene di morte e distruzione e si distrae. Un robot
così la colpisce da dietro con la sua staffa energetica,
ferendola gravemente. Scorch dà di matto: si piazza davanti
a lei e con le sue fiamme distrugge tutti i robot che le sono intorno.
Il ragazzo non riesce a credere di quanto siano stati vicini al
raggiungimento del loro obiettivo.
Dentro il castello Fitzroy ha congelato nel tempo Alfiere. L'eroe
probabilmente starà pensando che il tiranno è
pazzo, ma lui è fuggito così tante volte da
riflettere su alcune cose e mettere in atto tutti i modi possibili per
nascondersi al suo avversario. Ed immaginare cosa sarebbe accaduto se i
loro ruoli fossero stati invertiti. Quando Fitzroy ha scovato questo
piccolo angolo di futuro dove Alfiere non era presente e non poteva
toccarlo, era felice. Poi tuttavia governare quest'era senza l'eroe a
testimoniare il suo trionfo sembrava una così vuota
sensazione. Così Alfiere è giunto qui ed ha
creato e guidato un esercito fin dentro le mura del castello pensando
forse che questo sarebbe bastato a mettere in fuga il Cronomante o che
al limite avrebbe difeso quanto aveva conquistato. La verità
è che ciò che Fitzroy ha costruito qui non ha
alcuna importanza per lui: governare come un essere di carne
è così fuori moda e lui ha altre cose in mente.
Con grande sforzo Alfiere si rivolge a Shard, esortandola ad utilizzare
le sue raffiche al plasma per fermare Fitzroy. Lei rimane immobile,
riversa in un angolo.
Il Cronomante dice ad Alfiere di non contare troppo sull'aiuto di
Shard: lui sta cercando di diventare più di un essere di
carne, lei non desiderava altro che tornare ad esserlo. Fitzroy
è sempre rimasto intrigato da Shard, come poteva non
accontentarla? Ora l'esercito di Alfiere giace battuto nella neve, sua
sorella è completamente alla sua mercè e l'eroe
è sconfitto. Il Cronomante schiaffeggia Alfiere, facendogli
sfondare una ringhiera e facendolo precipitare alcuni metri
più in basso: la loro tanto bramata riunione non
può terminare in maniera così rapida, Fitzroy ha
ancora molte cose da mostrare al suo nemico. Le Cronotruppe raccolgono
il corpo immobile di Alfiere, portandolo via. Fitzroy ringrazia Shard
per aver portato suo fratello dritto tra le sue braccia e scompare in
un portale. Da una grata Link ha osservato l'intera scena e, sconvolta,
porta le mani alla sua bocca per non urlare.
All'esterno Jinx riprende i sensi dopo aver perso molto sangue e dice a
Scorch di sentire molto freddo. Il ragazzo la tiene stretta tra le sue
braccia, cercando di riscaldarla e confortarla: alla fine tutto
andrà bene. Le Cronotruppe circondano i due ragazzi.
GIGANTI
(THEY MIGHT BE GIANTS)
Joseph Harris (storia)-Adam Pollina (matite)-Art Thibert (chine)-Jason
Wright (colori)-Mike Marts (supervisione)
Un provato Nom avanza strisciando in un
deserto: è allo stremo delle forze, ma rifiuta di
arrendersi. Osserva il tatuaggio di Azeroch impresso sulla sua mano
sinistra, infine perde i sensi. Poco dopo un essere molto simile a lui,
anche se di minore statura, gli si avvicina seguito a ruota da altri
quattro giganti. Costoro osservano Nom e lo appoggiano sulle loro
spalle, trascinandolo verso il loro rifugio. Uno di loro ordina al
piccolo gigante, Chakra, di rimanere accanto al nuovo arrivato: forse
lui sa qualcosa. Quando Nom riprende i sensi, si ritrova di fronte ad
un trono ed allo scheletro di un re con tanto di corona. Chakra gli
rivela che quello è Azeroch e che è morto molto
tempo fa. Cerca di far parlare Nom, ma subito dopo capisce che
è muto, così lo prende per una mano per poterlo
presentare agli altri giganti. Ma prima Nom si inginocchia e tocca la
faccia del piccolo gigante, poichè è ancora
incredulo per aver finalmente ritrovato un suo simile. Chakra gli
spiega che, dopo averlo trovato nel deserto, lo hanno portato subito
nella cripta di Azeroch: il libro delle profezie infatti predisse il
suo ritorno, la sua rinascita nel momento di maggior bisogno per i
giganti. Come il grande sovrano, Nom ha compiuto un lungo percorso per
giungere fin qui: per questo lui è il rinato Azeroch. Il
gigante muto rimane scioccato nell'udire ciò.
Chakra porta Nom all'esterno, dove altri giganti osservano il loro
simile con rispetto e timore: sono pronti a seguirlo dopo averlo atteso
per così tanto tempo. Chakra consegna a Nom una staffa e gli
chiede se è pronto a guidare il suo popolo: Nom la afferra,
accettando così il suo nuovo ruolo. Inizia una nuova era per
i giganti e per questo mondo grazie al rinato Azeroch.
BISHOP
THE LAST X-MAN 13 (10/2000):
CRONOGUERRA-ATTO SECONDO: RISPLENDI DIAMANTE PAZZO (THE CHRONOWAR-ACT
2: SHINE ON YOU CRAZY DIAMOND)
Joseph Harris (storia)-Georges Jeanty (matite)-Art Thibert/Al
Milgrom/Dan Green/Scott Elmer/Eric J. Cannon (chine)-Jason Wright
(colori)-Mike Marts (supervisione)
Pesto, livido e col capo chino, Alfiere
è stato incatenato ad un muro. Fuori, i suoi uomini urlano,
centinaia di voci angosciate che si uniscono in un unico grido. Un
suono meraviglioso per Trevor Fitzroy, che da una finestra del suo
castello osserva il massacro delle Cronotruppe ai danni dell'esercito
dell'eroe. Il tiranno capovolge una clessidra, poi passa davanti ad un
contingente delle Cronotruppe, robot guardiani da lui animati grazie ai
suoi crescenti poteri, la cui piena natura ancora gli sfugge:
vorrebbero seguirlo, ma lui ordina loro di restare fermi. Fitzroy passa
davanti ad un uomo a cui ha sottratto la forza vitale, senza degnarlo
nemmeno di uno sguardo, e scende per delle scale in una sala debolmente
illuminata: qui apre una porta e fa il suo ingresso nella cella dove
Alfiere è stato imprigionato. Fitzroy gli dice che qualcuno
è venuto a fargli visita e porta accanto a sè
Michael, il quale si scusa con l'eroe per averlo seguito, ma voleva
solo accertarsi che stesse bene. Alfiere alza lentamente la testa ed
osserva sconvolto il suo protetto.
Fitzroy riconosce che Michael è un bravo e determinato
ragazzo, ma adesso è terrorizzato. Così illumina
la sua mano e la avvicina alla tempia del ragazzo, ma poi si ferma: non
ha così fretta di prosciugare la sua forza vitale. Allora Il
tiranno gli dice che è stato Alfiere a causare tutto questo:
un tempo loro due erano grandi amici, ma uno divenne un grande uomo ed
un campione della giustizia amato da tutti, l'altro invece divenne
oggetto di derisione per i suoi continui e vani tentativi di acquisire
potere e successo. Così col tempo quei due amici divennero
nemici ed il primo, il grande leader, si mise alla caccia del suo ex
compare ritenendolo una minaccia per quella società
rispettosa della legge che lui rappresentava. Poi però
l'eroe si stancò di quest'inseguimento, poichè
aveva trovato nuove cause per cui combattere e non considerava
più il suo vecchio amico come un serio pericolo. Ma ha fatto
male i suoi conti, poichè a quel vecchio amico è
stato concesso di migliorarsi, di divenire molto più forte
di prima. Fitzroy illumina nuovamente la sua mano avvicinandola al
volto di Michael, ma lui trova il coraggio di morderlo all'altra mano e
fuggire via. Il Cronomante è pieno di rabbia:
dimostrerà a quel ragazzo di cosa è capace, il
tempo in cui si ritirava dalla battaglia è terminato.
Così esce dalla cella, con Alfiere ancora incatenato.
All'esterno buona parte dell'esercito di Alfiere è stata
ormai uccisa dalle Cronotruppe, le quali hanno anche fatto prigionieri
Scorch e la ferita Jinx, che potrebbero tornare utili per i piani di
conquista del Cronomante. Mentre stanno per essere portati al suo
cospetto, Jinx sviene per l'eccessiva quantità di sangue
persa e a Scorch viene ordinato di trascinarla: pieno di rabbia, il
ragazzo infiamma la sua testa ed ordina alle Cronotruppe di trattare
Jinx con più rispetto. Improvvisamente qualcuno coglie di
sorpresa i robot e, in pochissimi istanti, il piccolo contingente viene
annientato: Scorch alza lo sguardo in alto e rimane sorpreso nel vedere
Kinlan Karth Kith, il quale lo informa che la sua razza alata si
unirà al combattimento.
Cronofortezza: Fitzroy entra nella cella accanto a
quella di Alfiere, dove è presente Tracker, congelato nel
tempo ed immobile. A lui ripete quanto detto a Michael, sul fatto che
l'eroe avrebbe potuto fermarlo anni fa, sempre che ci fosse riuscito
poichè è in grado di creare portali
spaziotemporali. Il Cronomante ne apre uno che avvolge buona parte del
braccio destro di Tracker. Sentendo il dialogo grazie ad una finestra
con le sbarre, Alfiere implora Fitzroy di fermarsi, ma lui non lo
ascolta e chiude il portale mozzando il braccio del Morlock, che grida
di dolore. E lo stesso destino viene condiviso dagli altri suoi arti.
Il Cronomante si rivolge ad Alfiere: la leggenda ha guidato fin qui un
esercito ed è stato battuto, ha fallito. L'eroe esorta il
suo nemico a lasciar perdere i suoi alleati ed a torturare lui
piuttosto, ma Fitzroy ribatte che nei suoi confronti le torture sono
finite.
In un altro luogo del castello, Shard è anch'essa incatenata
ad una mano ed appoggiata ad un muro. Ad un tratto avverte la presenza
di qualcuno e Link si manifesta davanti a lei: la ragazza le dice che
il Cronomante l'ha ingannata e che ha catturato suo fratello. Ora
proverà a liberarlo, ma prima Shard deve dirle tutto
ciò che sa. La sorella di Alfiere esorta Link a fermare
Fitzroy: ha sbloccato qualcosa dentro di sè, ha trovato un
modo per liberarsi della sua corporeità e divenire tutt'uno
col tempo stesso. Tutto qui funziona per merito suo, il suo potere
alimenta tutto quanto: sta cercando di diventare un dio, ma il momento
della sua trasformazione sarà anche quello di sua maggior
debolezza. Shard chiede a Link inoltre di chiedere perdono ad Alfiere
da parte sua. La ragazza ribatte che è troppo rischioso
liberarla adesso, ma le scuse può porgergliele lei stessa.
Poi esce dalla sala.
Nel frattempo Fitzroy è tornato nella cella di Alfiere,
portando con sè una grossa clessidra che rigira tra le sue
mani. Dice all'eroe che vuole solo ciò che si merita e,
anche quando è vicino a diventare un dio, gli importa ancora
sapere cosa tutti quanti pensano di lui. Un tempo Fitzroy voleva essere
amato, adesso vuole solo essere temuto ed esorta Alfiere a giurargli
fedeltà e raccomandare ai suoi alleati di fare lo stesso.
Poi dovrà inginocchiarsi di fronte al Cronomante e dargli
finalmente il rispetto che merita. Per tutta risposta l'eroe gli sputa
su una scarpa. Irato, Fitzroy spacca la clessidra sulla testa di
Alfiere e si allontana. Poco dopo Michael esce dal suo nascondiglio e
si avvicina ad Alfiere, cercando di richiamare la sua attenzione.
All'esterno intanto Scorch propone a Kinlan di ritirarsi, visto che
Alfiere è perduto. Il sovrano dei Kith ribatte che l'eroe
è vivo, riesce a sentirlo, e finchè vive la sua
lotta continua. Poi l'essere alato ed i suoi seguaci si lanciano in
battaglia, cominciando a distruggere le Cronotruppe.
Incurante di ciò, Fitzroy esce dalla sua fortezza e si
avventura su una pianura montagnosa spazzata da una tempesta di neve
che lui non sente neppure. Coi suoi stivali crea un cerchio nella neve,
piazzandosi poi al centro e cominciando a richiamare le sue energie.
Cronofortezza: In lacrime Michael cerca di
richiamare l'attenzione di Alfiere, ma lui rimane immobile. Il ragazzo
gli dice che il Cronomante ha in mente qualcosa di grosso e lui deve
fermarlo, perchè non si può permettere a Fitzroy
di divenire ancora più potente. In quel momento l'eroe
riprende i sensi e Michael lo abbraccia. Subito dopo Link entra nella
cella, dicendo che il tempo a loro disposizione sta scadendo.
Così estrae dalla sua collana una sorta di chiave e,
mettendo in atto le sue abilità quasi dimenticate di
ladruncola, con essa manipola le serrature delle catene di Alfiere fino
a quando queste si aprono. L'eroe si inginocchia al suolo e tossisce,
poi ordina a Link di portare Michael fuori di qui, trovare gli altri e
conquistare questa fortezza: lui invece andrà alla caccia di
Fitzroy, per l'ultima volta.
All'esterno una grande quantità di energia scorre nel
Cronomante, il quale si rivolge alla terra, al cielo, al tempo ed allo
spazio: lui è il signore del tempo, padrone del passato e
detentore della chiave per il vero futuro. Perciò il tempo
stesso deve spalancare le sue porte ed accogliere il suo padrone: in
risposta un immenso portale si apre di fronte a Fitzroy. Ad un tratto
il Cronomante si accorge di una presenza alle sue spalle: si volta e
trova l'Osservatore, giunto qui a testimoniare un grande evento.
Fitzroy sa chi è e, pur conoscendo il suo giuramento di non
interferenza, vuole che gli faccia almeno la cortesia di parlargli.
L'Osservatore rimane in silenzio ed allora la rabbia assale il tiranno
temporale: lui è Trevor Fitzroy, il Cronomante, prossimo a
divenire signore del tempo stesso. Ha elevato i suoi poteri, annientato
i suoi nemici e perciò merita un riconoscimento. Un'altra
voce accoglie la richiesta di Fitzroy, la voce di Alfiere, che avanza
con decisione verso il criminale: vuole un riconoscimento? Allora che
venga a prenderselo!
BISHOP
THE LAST X-MAN 14 (11/2000):
CRONOGUERRA-ATTO TERZO: VERSO LA LUCE (THE CHRONOWAR-ACT 3: REMAIN IN
LIGHT)
Joseph Harris (storia)-Georges Jeanty (matite)-Ray Snider (chine)-Jason
Wright (colori)-Mike Marts (supervisione)
Fitzroy non si fa intimidire dal tono
minaccioso di Alfiere: l'eroe è convinto di poterlo fermare,
ma ormai il portale è stato aperto ed il criminale
è più forte che mai. Alfiere riconosce che il
portale è impressionante, qualcosa per cui andare
orgogliosi, ma vede anche sul volto di Fitzroy una profonda stanchezza,
riesce quasi a sentire il suo cuore pulsare per lo sforzo sostenuto.
Per aprire quell'immenso portale ha utilizzato gran parte dei suoi
poteri ed ora è molto debole: così l'eroe gli si
lancia contro ed i due rotolano giù per la pianura innevata,
allontanandosi dal portale. Fitzroy ammette di essere stato colto nel
suo momento più vulnerabile, ma per sbarazzarsi dell'eroe
deve semplicemente toccarlo. La sua mano inizia a risplendere e si
protende verso il volto di Alfiere, che però allontana da
sè il Cronomante con un calcio.
Lì vicino la battaglia tra l'esercito ribelle, i Morlock, i
Kith ed i mutanti continua: tutti uniti contro le Cronotruppe. Scorch
non può parteciparvi poichè Jinx è
ancora gravemente ferita e va allontanata dal campo di battaglia: la
porta così presso un tempio abbandonato, dove la adagia. Qui
la ragazza potrà riposarsi e recuperare le forze.
Improvvisamente un robot compare sulla scena e si avvicina loro, ma
prima che possa sparare una forza invisibile lo colpisce da dietro e lo
distrugge. La sorpresa di Scorch trova risposta quando davanti a lui
compaiono Link e Michael: mentre erano via hanno appreso molte cose, il
Cronomante sta utilizzando altrove le sue energie e perciò
il suo esercito robotico si indebolisce sempre più.
È il momento migliore per lanciare una nuova e decisiva
sortita, ma Scorch non vuole abbandonare Jinx: è la ragazza
stessa a risolvere il suo dilemma, rialzandosi e dichiarando di voler
partecipare al combattimento. I tre mutanti partono alla volta della
battaglia, sotto lo sguardo entusiasta di Michael.
Nel frattempo Shard è ancora rinchiusa in una torre della
Cronofortezza ed osserva la battaglia da una finestra: ripensa a
ciò che ha fatto, al suo tradimento nei confronti di suo
fratello, e si dispera. Capisce di essere stata finora sempre un
costrutto: una forma di vita fotonica composta nè da carne
nè da sangue. Fitzroy le ha offerto una nuova
corporeità e lei come una sciocca ha accettato ed ora
è qui incatenata, impossibilitata ad intervenire. Il
Cronomante le ha dato molto, ma le ha tolto ancora di più:
se solo potesse rigettare il suo dono... Shard raccoglie un pezzo di
vetro da terra, poi osserva una sua mano incatenata.
Intanto Alfiere colpisce Fitzroy con un pugno in faccia, che scaglia il
criminale ad un paio di metri di distanza, ormai è nel suo
massimo stato di debolezza. Riverso a terra Fitzroy sembra incapace di
reagire e così l'eroe gli si avvicina: un errore
poichè il Cronomante raccoglie una vicina roccia e lo
colpisce al volto con essa, continuando poi con un calcio allo stomaco
ed un colpo a pugni uniti alla schiena. Poi però Alfiere
blocca il suo pugno successivo e controbatte centrando più
volte il criminale in faccia con terribili pugni, ognuno più
forte dell'altro. Ancora riverso al suolo, Fitzroy trova le energie per
rialzarsi e toccare l'eroe al volto: con le ultime vestigia di potere
rimastegli ne assorbe l'energia e lo scaglia a svariati metri da lui.
Nel frattempo la terribile battaglia continua e, anche se l'esercito
ora è rinfrancato dal rinnovato apporto degli amici di
Alfiere e dall'intervento dei Kith, le Cronotruppe sembrano ancora
essere in netta superiorità numerica. Improvvisamente la
terra inizia a tremare e poco dopo si ode un corno risuonare: comincia
oltre la collina, come il suono delicato di un tuono lontano. Un suono
che cresce sempre più, fino ad assumere consistenza. Scorch
è incredulo: è Nom ed ha ritrovato la sua gente.
Il sovrano dei giganti ha portato con sè il suo esercito,
armato fino ai denti, che cala in battaglia. Grazie al loro intervento
la marea della battaglia volge in breve tempo a favore della
resistenza, ormai la guerra è vinta. Michael è
sempre più felice, ma ad un tratto dietro di lui si apre un
portale da cui escono Fold, Trickster ed il Testimone. Costui dice al
ragazzo di seguirlo, c'è un ultimo confronto che sta per
giungere ad una risoluzione finale.
Un confronto che vede Alfiere riverso esausto nella neve: è
come se il tocco di Fitzroy gli avesse bruciato ogni energia. Il
Cronomante invece avanza verso il suo portale, certo che nessuno lo
raggiungerà in tempo. In quel momento giunge Shard e dice a
suo fratello che deve fermare Fitzroy a qualsiasi costo: il dono che il
Cronomante le ha fatto si è rivelato come una infezione che
ha alterato la sua mente e sconvolto i suoi poteri, ma l'eroina ha
trovato un modo per liberarsi di quest'infezione. Alfiere rimane
scioccato: sua sorella si è praticamente tagliata un braccio
per liberarsi dalle catene. Shard gli ricorda che può
assorbire energia e reincanalarla: lei è pura energia e non
c'è altro modo per fermare il Cronomante. Il corpo di Shard
risplende di una intensa luminosità e viene assorbito da
Alfiere con immenso sforzo e tremenda sofferenza, ma ora può
annientare il suo nemico che è a pochi passi dal portale.
Sotto lo sguardo pieno di angoscia dei suoi alleati, l'eroe scarica
tutta l'energia assorbita, quell'energia di cui era composta Shard,
contro Trevor Fitzroy, che nemmeno si accorge di questa sortita.
Sfortunatamente il colpo lo sfiora appena alla schiena e l'energia
rimanente si perde dentro il grande portale.
Alfiere urla di disperazione, Fitzroy sorride invece soddisfatto mentre
riprende la sua marcia verso la gloria sotto lo sguardo impotente del
Testimone, di Michael e dell'Osservatore. Giunge infine ad un solo
passo dal portale, pronto ad abbandonare un corpo fatto di carne ed una
vita dominata dalla fragilità e dalla paura. Balza dentro il
portale, mentre l'aria intorno a lui crepita come se fosse stato
spalancato qualcosa che doveva rimanere chiuso, ma a metà
strada viene fermato da Alfiere, il quale con la forza della
disperazione è riuscito ad afferrarlo per una gamba. Fitzroy
si dispera ed implora il suo avversario: il portale sta collassando,
deve lasciarlo subito andare. Ma l'eroe non intende farlo: si sta
riprendendo ciò che gli è stato sottratto e, dal
momento che il Cronomante gli ha tolto tutto, non gli è
rimasto più nulla da perdere. I cieli si aprono e crepitano
col fuoco ed il rumore di cannoni, il tempo e lo spazio iniziano a
piegarsi: Fitzroy si trova lungo la linea tra la mortalità e
la divinità e si dibatte furiosamente mentre il suo portale
è pronto a collassare. Ma Alfiere resiste e mantiene la
presa su di lui, cercando di trascinarlo indietro per salvargli
comunque la vita nonostante tutto.
Ma ormai è troppo tardi: il portale si richiude e Trevor
Fitzroy viene risucchiato in esso, mentre ad Alfiere rimangono in mano
le sue gambe e ricade all'indietro nella neve, i suoi occhi crepitanti
di energia. Contemporaneamente le Cronotruppe si spengono all'unisono,
come prive di vita. Gli alleati dell'eroe gli si avvicinano,
complimentandosi per la vittoria: improvvisamente una sorta di fulmine,
ciò che rimane dell'energia del portale, colpisce Alfiere il
quale viene avvolto da una intensa luminosità. Tutto quello
che Fitzroy era, tutto ciò che il Cronomante ha cercato di
essere, è stato assorbito dall'eroe. Michael cerca di
accorrere al suo fianco, ma il Testimone lo blocca. Subito dopo vi
è una tremenda esplosione e, quando l'energia luminosa si
dirada, Alfiere è scomparso: di lui è rimasta
solo la fibbia della cintura con la X. Michael si inginocchia nella
neve e piange: non vuole essere lasciato solo in questo mondo.
SI CONCLUDE SU INCREDIBILI X-MEN 133
A cura di Fabio Volino