VALKYRIE

One-shot pubblicato nel gennaio 1997

 

SENZA ALI (WITHOUT WINGS)
J.M. DeMatteis/Len Wein (storia)-Pablo Raimondi/Manny Clark (matite)-Manny Clark/Joe Rubinstein/Al Milgrom (chine)-Scott Rockwell (colori)-Terry Kavanagh (supervisione)

All' inizio vi è solo l' arcobaleno, che risplende come una promessa nel cielo color blu zaffiro. Poi, come dal nulla, compaiono la città e le sue guglie dorate, che accarezzano il cielo come una madre accarezza il figlio. Ecco l' immortale Asgard. dove persino i venti sussurrano in tono riverente. E, come in risposta, vi è un rumore appena percettibile proveniente dal crepuscolo, simile ad un battito di ali angeliche. Poi, improvvisamente, un capannello di figure in volo appare attraverso le nebbie della sera. Il sole morente risplende come oro su di loro, sulle... favolose Valchirie! Donne al cui passaggio anche il cielo si inchina e trema.
Al loro comando vi è una donna di una bellezza statuaria, che sprona le sue compagne ed il suo cavallo Aragorn: si è appena conclusa una terribile battaglia contro l' imponente serpente Norheim e le anime coraggiose che lo hanno affrontato aspettano la loro assistenza finale. Con la sua spada Brunhilde, questo il nome della donna, tocca la testa di un uomo caduto in battaglia e, improvvisamente, la sua anima esce dal corpo e viene condotta dalla Valchiria verso il favoloso Valhalla. Perchè tutti coloro che cadono in battaglia combattendo nobilmente al servizio della immortale Asgard si sono guadagnati il diritto e l' onore di appartenere a questo favoloso regno. Ma oggi accade qualcosa di diverso: ad un tratto le piume che adornano le ali di Aragorn iniziano a staccarsi e il destriero inizia a cadere precipitosamente verso il basso. Nel panico, disarciona la Valchiria, che però riesce a controllare la caduta, atterrando in una pozza di fango. Non fa in tempo a rialzarsi che subito viene circondata da anime oscure, le anime di coloro che Brunhilde non ha ritenuto degni del Valhalla e che ora bramano la loro vendetta. La Valchiria fa per estrarre la sua spada, ma la preziosa Dragonfang è scomparsa. Ma questo non la fa perdere d' animo, poichè inizia a combattere ardentemente con le sue sole mani. Ma le anime sono troppe e alla fine la Valchiria soccombe. Ed è allora che improvvisamente, così come era iniziato, l' incubo ha termine.
Una donna si risveglia di scatto nel suo letto, affermando che ha avuto di nuovo lo stesso incubo: una visione di un qualcosa che sente in qualche modo reale, di un tempo di gloria e potere che trascende questo mondo. Ma la donna non riesce mai a capire cosa voglia significare, poichè il sogno si interrompe sempre nello stesso punto, e la cosa è frustrante. Esce allora da casa sua per fare una passeggiata. Durante il tragitto si imbatte in una barbona che, al freddo e nel sudiciume, sta dormendo in un vicolo. Sta soffrendo molto e ad un tratto una strana aura blu inizia ad apparire attorno al suo corpo: la donna rimane sconvolta, poi continua la sua camminata affermando che non ha visto assolutamente nulla. Arriva così ad un bar, dove incontra un suo amico, Paulie, che la chiama Barbara e non può fare a meno di notare il suo turbamento. E non può essere altrimenti: la gente la chiama Barbara Norris, lei possiede le memorie di questa donna, tuttavia non le sente reali. Sono più reali per lei i sogni e le memorie di quella Valchiria.
Paulie termina il suo turno al bar ed esce insieme a Barbara: subito i due si imbattono nella barbona, riversa al suolo, morta. Barbara, quasi inconsciamente, le si avvicina e tocca la sua fronte, liberandola dal dolore. Una sfera di luce accecante appare nelle mani di Barbara, che poi la lascia librare nel cielo. Lì la sfera si unisce ad altre sfere, altre anime di persone morte quella notte, unite verso un unico obiettivo, una unica ignota destinazione. Paulie chiede a Barbara cosa sia successo, ma nemmeno lei ne ha idea: sa solo che ora l' anima di quella povera donna sta bene.
Dopo che la polizia ha portato via il corpo della donna, Barbara chiede a Paulie da quanto tempo la conosca e cosa sa di lei. Lui risponde che la conosce da circa un anno e che ha avuto molti problemi in passato, tanto che una volta ha tentato di suicidarsi. Poi per qualche tempo è sparita, finchè è ricomparsa poco meno di un mese fa. Paulie le domanda poi perchè voglia sapere tutto questo e Barbara risponde che non è certa di essere chi dice di essere, è come se la sua vita fosse iniziata un mese fa, nel suo letto. E' come se non avesse un passato.
Paulie giunge in un garage, dove la sua band musicale sta provando un pezzo. Riversa a terra vi è una donna di nome Alice, fresca reduce da una dose di droga. Barbara sta per parlarle di ciò, poi lascia perdere: sarebbe come parlare ad un muro. Ad un tratto l' aura blu appare attorno ai corpi di Alice e Paulie: Barbara fugge via terrorizzata, urlando al vuoto perchè le stia accadendo questo, cosa abbia fatto di male per meritarselo. Nella sua corsa va a sbattere conto un' altra persona, attorno a cui appare subito un' altra aura blu. Barbara allora si inginocchia ed inizia a piangere, implorando Dio di liberarla da questa maledizione, prima che lei impazzisca. Un uomo ha sentito la sua invocazione e le chiede se ha bisogno di aiuto: la aiuta a risollevarsi e il tocco della sua mano è freddo. Barbara si allontana allora da lui, affermando che va tutto bene. L' uomo afferma che non ne è affatto certo: nelle sue mani un giornale che parla del suicidio di una donna.
Cala la notte: di nuovo l' incubo ha inizio, di nuovo la Valchiria soccombe affrontando le anime oscure, di nuovo l' incubo ha termine. E Barbara si risveglia bruscamente. Ma stavolta ha una sorpresa in più: mentre si aggira per casa vede una figura ben nota davanti a sè. Un cavallo alato, Aragorn! L' animale si allontana, ma Barbara lo segue e atterra sulla sua sella. I due iniziano a solcare i cieli di New York, facendo sentire Barbara libera per la prima volta nella sua vita. Ma anche nella realtà l' incubo si ripete: Aragorn si impenna e la disarciona, facendola cadere verso il basso. La donna è diretta verso morte certa, ma con un suo braccio riesce ad aggrapparsi ad una sporgenza di un muro. Incredibilmente il suo arto non si rompe e rimane sano. Tutte quelle visioni, questa superforza, quel cavallo alato... "Chi sono io?" urla Barbara.
La domanda continua a vagare per la sua mente, finchè Barbara si reca a lavorare. Fa la barista in un locale dell' East Village, dove questa sera si esibisce la band di Paulie. Il bar è frequentato perlopiù da gente poco raccomandabile e uno di questi, Bruno, sta importunando Barbara. La donna gli risponde per le rime e Bruno tenta di assalirla: ma Barbara è pronta e veloce e, con agili mosse, lo manda prima a sbattere contro un muro, poi contro altri avventori. Allo scontro ha assistito Alice, che le si avvicina. Barbara ne approfitta per parlargli della sua condizione, ma Alice non intende starla a sentire. Barbara però è una donna risoluta: trascina la ragazza fuori dal bar e, in un angolo, le chiede perchè si droghi: è una ragazza carina, talentuosa ed intelligente, ma così facendo non fa altro che perdere lentamente ogni frammento della sua anima. E' come se si stesse uccidendo al rallentatore. Alice ribatte che lei non può capire: ha avuto una infanzia tormentata, una famiglia che l' ha odiata, poi ha finalmente trovato un pezzo di paradiso. E ne ha voluto sempre di più. Barbara risponde che lei sa bene cosa sia il paradiso, lo sente. E' un posto dove possiamo ritrovare ciò che di più noble e degno vi è in noi. E di certo non è in una siringa. Alice deve almeno provare a trovare il suo vero paradiso e lei intende aiutarla.
Qualche minuto dopo, di nuovo all' interno del bar, Barbara discute con Paulie della necessità di iscrivere Alice in un centro di disintossicazione quando un uomo passa accanto a lei. Lo riconosce subito: è il passante che ha tentato di aiutarla l' altro giorno, dalla mano fredda. Barbara avverte come un' aura oscura attorno a lui e lo vede lasciar cadere quasi volutamente a terra un foglio di giornale. Barbara lo raccoglie e rimane sbigottita di fronte alla notizia che le si para davanti: il suicidio di Barbara Norris! Ma come è possibile? Lei è Barbara Norris! Quell' uomo deve essere il responsabile di tutte le sue disgrazie, la sua anima è oscura e ad un tratto, per un breve istante, emerge il suo vero volto, una faccia di teschio. Barbara sta per avventarsi contro di lui quando una donna irrompe nella stanza, dicendo che è accaduto qualcosa di grave nel bagno delle donne.
Barbara prega che non sia quello che pensa, ma purtroppo si sbaglia: Alice è riversa a terra, respira ancora, ma l' ultima sua dose potrebbe esserle stata fatale. Barbara chiede perchè l' abbia fatto e in quel momento l' uomo misterioso si avvicina e risponde per lei:"Forse è arrivata a capire che le tue parole di speranza erano solo un' illusione". Barbara chiede all' uomo chi sia e lui rivela finalmente il suo vero aspetto:"Adoro abbeverarmi del dolore altrui, assaggiare la loro sofferenza. Adoro consumare ciò che è rimasto delle loro anime immortali. Perchè per me non esiste piacere più grande in natura. Perchè sono D'Spayre!". E così dicendo, con la sua mano, tocca la fronte di Alice e le sottrae l' anima, che appare sotto forma di globo di luce. Barbara prova a riprenderla, ma D'Spayre la attacca a livello mentale, facendole credere di essere totalmente folle. E allora la donna finalmente capisce: lei non è Barbara Norris, non lo è mai stata. La vera Barbara si è suicidata. Dunque chi è lei? La donna non lo sa, ma D'Spayre ha la risposta: nessuno, assolutamente nessuno. Ed improvvisamente il volto della donna... scompare, al suo posto vi è solo il vuoto. Il demone avverte la sua sofferenza e se ne alimenta. Ed in questo vortice di follia la donna che un tempo era Barbara Norris prova ad urlare, mentre ogni atomo della sua essenza viene risucchiato e dissezionato, mentre il suo vero sè viene in qualche modo distrutto. Follia, follia, follia... Ma poi, in questa distruzione, qualcosa ad un tratto riemerge. Qualcosa dentro di lei cambia in maniera radicale. Qualcosa di risplendente, di meraviglioso, è nuovamente libero. Ed una leggenda cammina ancora per il mondo!

La Valchiria è rinata e attacca D'Spayre, che tuttavia in questo locale, meta perlopiù di gente ricolma di sofferenza, trae uno smisurato potere. Val riesce comunque a sottrargli l' anima di Alice e a rimetterla nel corpo della giovane ragazza. D'Spayre ha perso questa battaglia, ma vincerà la guerra. Alice si risveglia e Val, accompagnata da Paulie, la porta al più vicino ospedale. Per fare più presto chiama Aragorn, che accorre subito. All' ospedale vi è una buona notizia: Alice si riprenderà, anche se ci vorrà molto tempo.
Poi Paulie chiede a colei che crede essere Barbara chi in realtà sia. E la Valchiria glielo dice, senza nascondere nulla. Val sta per partire verso altre mete quando vede di nuovo l' aura blu attorno al corpo di Paulie. Per sapere cosa lo angustia lo tocca su una guancia ed ha la triste risposta: il ragazzo ha l' AIDS. D'Spayre allora ricompare davanti alla asgardiana, affermando che la sofferenza non avrà mai termine e lui sarà sempre lì, in attesa nell' oscurità, pronto a cibarsene. E così dicendo scompare.
Ma la Valchiria non intende fargli vincere almeno questa battaglia e, prendendo Paulie tra le sue braccia, grazie ad Aragorn lo solleva in alto, fino al cielo. Lì l' anima del ragazzo si unisce per qualche istante alle altre e si sente libera, mentre parole di conforto e di gioia la circondano. Anche nell' ora più oscura, nel più crudele dei tempi, vi è una invisibile parola di speranza, che va oltre il nostro sguardo. Oltre New York, oltre Asgard. Da qualche parte, oltre l' arcobaleno. Da questo giorno in avanti Paulie non avrà più paura. E mentre le luci svaniscono, sussurrando ancora parole di speranza, Paulie e la Valchiria spariscono alla nostra vista, attorniati dall' invitante luce di una calda luna piena. Volando verso il domani. Verso il futuro!

Dedicato a Mark Gruenwald: da qualche parte, oltre l' arcobaleno

FINE

A cura di Fabio Volino