SENZA ALI (WITHOUT WINGS)
J.M. DeMatteis/Len
Wein (storia)-Pablo Raimondi/Manny Clark (matite)-Manny Clark/Joe Rubinstein/Al
Milgrom (chine)-Scott Rockwell (colori)-Terry Kavanagh (supervisione)
All' inizio vi è solo l' arcobaleno, che risplende come una promessa nel
cielo color blu zaffiro. Poi, come dal nulla, compaiono la città e le sue guglie
dorate, che accarezzano il cielo come una madre accarezza il figlio. Ecco l'
immortale Asgard. dove persino i venti sussurrano in tono riverente. E, come in
risposta, vi è un rumore appena percettibile proveniente dal crepuscolo, simile
ad un battito di ali angeliche. Poi, improvvisamente, un capannello di figure in
volo appare attraverso le nebbie della sera. Il sole morente risplende come oro
su di loro, sulle... favolose Valchirie! Donne al cui passaggio anche il cielo
si inchina e trema.
Al loro comando vi è una donna di una bellezza
statuaria, che sprona le sue compagne ed il suo cavallo Aragorn: si è appena
conclusa una terribile battaglia contro l' imponente serpente Norheim e le anime
coraggiose che lo hanno affrontato aspettano la loro assistenza finale. Con la
sua spada Brunhilde, questo il nome della donna, tocca la testa di un uomo
caduto in battaglia e, improvvisamente, la sua anima esce dal corpo e viene
condotta dalla Valchiria verso il favoloso Valhalla. Perchè tutti coloro che
cadono in battaglia combattendo nobilmente al servizio della immortale Asgard si
sono guadagnati il diritto e l' onore di appartenere a questo favoloso regno. Ma
oggi accade qualcosa di diverso: ad un tratto le piume che adornano le ali di
Aragorn iniziano a staccarsi e il destriero inizia a cadere precipitosamente
verso il basso. Nel panico, disarciona la Valchiria, che però riesce a
controllare la caduta, atterrando in una pozza di fango. Non fa in tempo a
rialzarsi che subito viene circondata da anime oscure, le anime di coloro che
Brunhilde non ha ritenuto degni del Valhalla e che ora bramano la loro vendetta.
La Valchiria fa per estrarre la sua spada, ma la preziosa Dragonfang è
scomparsa. Ma questo non la fa perdere d' animo, poichè inizia a combattere
ardentemente con le sue sole mani. Ma le anime sono troppe e alla fine la
Valchiria soccombe. Ed è allora che improvvisamente, così come era iniziato, l'
incubo ha termine. Una donna si risveglia di scatto nel suo letto, affermando che ha
avuto di nuovo lo stesso incubo: una visione di un qualcosa che sente in qualche
modo reale, di un tempo di gloria e potere che trascende questo mondo. Ma la
donna non riesce mai a capire cosa voglia significare, poichè il sogno si
interrompe sempre nello stesso punto, e la cosa è frustrante. Esce allora da
casa sua per fare una passeggiata. Durante il tragitto si imbatte in una barbona
che, al freddo e nel sudiciume, sta dormendo in un vicolo. Sta soffrendo molto e
ad un tratto una strana aura blu inizia ad apparire attorno al suo corpo: la
donna rimane sconvolta, poi continua la sua camminata affermando che non ha
visto assolutamente nulla. Arriva così ad un bar, dove incontra un suo amico,
Paulie, che la chiama Barbara e non può fare a meno di notare il suo turbamento.
E non può essere altrimenti: la gente la chiama Barbara Norris, lei possiede le
memorie di questa donna, tuttavia non le sente reali. Sono più reali per lei i
sogni e le memorie di quella Valchiria.
Paulie termina il suo turno al bar
ed esce insieme a Barbara: subito i due si imbattono nella barbona, riversa al
suolo, morta. Barbara, quasi inconsciamente, le si avvicina e tocca la sua
fronte, liberandola dal dolore. Una sfera di luce accecante appare nelle mani di
Barbara, che poi la lascia librare nel cielo. Lì la sfera si unisce ad altre
sfere, altre anime di persone morte quella notte, unite verso un unico
obiettivo, una unica ignota destinazione. Paulie chiede a Barbara cosa sia
successo, ma nemmeno lei ne ha idea: sa solo che ora l' anima di quella povera
donna sta bene.
Dopo che la polizia ha portato via il corpo della donna,
Barbara chiede a Paulie da quanto tempo la conosca e cosa sa di lei. Lui
risponde che la conosce da circa un anno e che ha avuto molti problemi in
passato, tanto che una volta ha tentato di suicidarsi. Poi per qualche tempo è
sparita, finchè è ricomparsa poco meno di un mese fa. Paulie le domanda poi
perchè voglia sapere tutto questo e Barbara risponde che non è certa di essere
chi dice di essere, è come se la sua vita fosse iniziata un mese fa, nel suo
letto. E' come se non avesse un passato.
Paulie giunge in un garage, dove la
sua band musicale sta provando un pezzo. Riversa a terra vi è una donna di nome
Alice, fresca reduce da una dose di droga. Barbara sta per parlarle di ciò, poi
lascia perdere: sarebbe come parlare ad un muro. Ad un tratto l' aura blu appare
attorno ai corpi di Alice e Paulie: Barbara fugge via terrorizzata, urlando al
vuoto perchè le stia accadendo questo, cosa abbia fatto di male per meritarselo.
Nella sua corsa va a sbattere conto un' altra persona, attorno a cui appare
subito un' altra aura blu. Barbara allora si inginocchia ed inizia a piangere,
implorando Dio di liberarla da questa maledizione, prima che lei impazzisca. Un
uomo ha sentito la sua invocazione e le chiede se ha bisogno di aiuto: la aiuta
a risollevarsi e il tocco della sua mano è freddo. Barbara si allontana allora
da lui, affermando che va tutto bene. L' uomo afferma che non ne è affatto
certo: nelle sue mani un giornale che parla del suicidio di una donna.
Cala
la notte: di nuovo l' incubo ha inizio, di nuovo la Valchiria soccombe
affrontando le anime oscure, di nuovo l' incubo ha termine. E Barbara si
risveglia bruscamente. Ma stavolta ha una sorpresa in più: mentre si aggira per
casa vede una figura ben nota davanti a sè. Un cavallo alato, Aragorn! L'
animale si allontana, ma Barbara lo segue e atterra sulla sua sella. I due
iniziano a solcare i cieli di New York, facendo sentire Barbara libera per la
prima volta nella sua vita. Ma anche nella realtà l' incubo si ripete: Aragorn
si impenna e la disarciona, facendola cadere verso il basso. La donna è diretta
verso morte certa, ma con un suo braccio riesce ad aggrapparsi ad una sporgenza
di un muro. Incredibilmente il suo arto non si rompe e rimane sano. Tutte quelle
visioni, questa superforza, quel cavallo alato... "Chi sono io?" urla Barbara.
La domanda continua a vagare per la sua mente, finchè Barbara si reca a
lavorare. Fa la barista in un locale dell' East Village, dove questa sera si
esibisce la band di Paulie. Il bar è frequentato perlopiù da gente poco
raccomandabile e uno di questi, Bruno, sta importunando Barbara. La donna gli
risponde per le rime e Bruno tenta di assalirla: ma Barbara è pronta e veloce e,
con agili mosse, lo manda prima a sbattere contro un muro, poi contro altri
avventori. Allo scontro ha assistito Alice, che le si avvicina. Barbara ne
approfitta per parlargli della sua condizione, ma Alice non intende starla a
sentire. Barbara però è una donna risoluta: trascina la ragazza fuori dal bar e,
in un angolo, le chiede perchè si droghi: è una ragazza carina, talentuosa ed
intelligente, ma così facendo non fa altro che perdere lentamente ogni frammento
della sua anima. E' come se si stesse uccidendo al rallentatore. Alice ribatte
che lei non può capire: ha avuto una infanzia tormentata, una famiglia che l' ha
odiata, poi ha finalmente trovato un pezzo di paradiso. E ne ha voluto sempre di
più. Barbara risponde che lei sa bene cosa sia il paradiso, lo sente. E' un
posto dove possiamo ritrovare ciò che di più noble e degno vi è in noi. E di
certo non è in una siringa. Alice deve almeno provare a trovare il suo vero
paradiso e lei intende aiutarla.
Qualche minuto dopo, di nuovo all' interno
del bar, Barbara discute con Paulie della necessità di iscrivere Alice in un
centro di disintossicazione quando un uomo passa accanto a lei. Lo riconosce
subito: è il passante che ha tentato di aiutarla l' altro giorno, dalla mano
fredda. Barbara avverte come un' aura oscura attorno a lui e lo vede lasciar
cadere quasi volutamente a terra un foglio di giornale. Barbara lo raccoglie e
rimane sbigottita di fronte alla notizia che le si para davanti: il suicidio di
Barbara Norris! Ma come è possibile? Lei è Barbara Norris! Quell' uomo deve
essere il responsabile di tutte le sue disgrazie, la sua anima è oscura e ad un
tratto, per un breve istante, emerge il suo vero volto, una faccia di teschio.
Barbara sta per avventarsi contro di lui quando una donna irrompe nella stanza,
dicendo che è accaduto qualcosa di grave nel bagno delle donne.
Barbara prega che
non sia quello che pensa, ma purtroppo si sbaglia: Alice è riversa a terra,
respira ancora, ma l' ultima sua dose potrebbe esserle stata fatale. Barbara
chiede perchè l' abbia fatto e in quel momento l' uomo misterioso si avvicina e
risponde per lei:"Forse è arrivata a capire che le tue parole di speranza erano
solo un' illusione". Barbara chiede all' uomo chi sia e lui rivela finalmente il
suo vero aspetto:"Adoro abbeverarmi del dolore altrui, assaggiare la loro
sofferenza. Adoro consumare ciò che è rimasto delle loro anime immortali. Perchè
per me non esiste piacere più grande in natura. Perchè sono D'Spayre!". E così
dicendo, con la sua mano, tocca la fronte di Alice e le sottrae l' anima, che
appare sotto forma di globo di luce. Barbara prova a riprenderla, ma D'Spayre la
attacca a livello mentale, facendole credere di essere totalmente folle. E
allora la donna finalmente capisce: lei non è Barbara Norris, non lo è mai
stata. La vera Barbara si è suicidata. Dunque chi è lei? La donna non lo sa, ma
D'Spayre ha la risposta: nessuno, assolutamente nessuno. Ed improvvisamente il
volto della donna... scompare, al suo posto vi è solo il vuoto. Il demone
avverte la sua sofferenza e se ne alimenta. Ed in questo vortice di follia la
donna che un tempo era Barbara Norris prova ad urlare, mentre ogni atomo della
sua essenza viene risucchiato e dissezionato, mentre il suo vero sè viene in
qualche modo distrutto. Follia, follia, follia... Ma poi, in questa distruzione,
qualcosa ad un tratto riemerge. Qualcosa dentro di lei cambia in maniera
radicale. Qualcosa di risplendente, di meraviglioso, è nuovamente libero. Ed una
leggenda cammina ancora per il mondo!
Dedicato a Mark Gruenwald: da qualche parte, oltre l' arcobaleno
FINE
A cura di Fabio Volino